Il cane che dorme, la recensione: le colpe del passato in un bel thriller tedesco

Funziona nei suoi sei episodi Il cane che dorme, la nuova serie tedesca originale Netflix disponibile dal 22 giugno sulla piattaforma, con protagonista Max Riemelt di Sense8.

Il cane che dorme, la recensione: le colpe del passato in un bel thriller tedesco

Se c'è una cosa in cui sono bravi i tedeschi, oramai lo sappiamo, è la serialità soprattutto di genere thriller. Lo abbiamo visto con Deutschland 83, Dark, Babylon Berlin e Das Boot e l'ultimo esempio in ordine di tempo lo trovate nella recensione de Il cane che dorme, miniserie in sei episodi disponibile su Netflix dal 22 giugno e basata sulla serie israeliana The Exchange Principle di Noah Stollman e Doed Davidoff. La serie è composta da elementi tutti tipici del genere ma ben mescolati insieme, a partire dal titolo che riprende il famoso proverbio che ci ricorda come sia meglio non intromettersi in qualcosa che non ci riguarda o in una situazione già potenzialmente complicata, perché potremmo pentircene. Oppure liberarci finalmente da un peso.

Il passato non dimentica

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Il cane che dorme: una foto di scena

La trama de Il cane che dorme è presto detta. Un ex detective che ora vive per strada cerca di scoprire la verità quando una nuova morte solleva dubbi inquietanti su un caso di omicidio ritenuto ormai risolto. L'ex detective protagonista è interpretato dal carismatico Max Riemelt, già visto in Sense8, che lavora di sottrazione e propone un'interpretazione convincente che tende a non eccedere, così come avviene per gli altri personaggi. L'uomo non ha memoria di quanto accaduto in passato in determinati frangenti, quando ha mandato in carcere un ragazzo grazie a delle prove che aveva trovato e quando si sono svolti i mercatini di Natale, durante un terribile attentato terroristico preso dalla cronaca reale del Paese. Il PTSD è una malattia mentale fin troppo sottovalutata, non solo nell'esercito ma anche nelle forze dell'ordine, e un trauma viene vissuto e metabolizzato in vari modi, anche con un'amnesia selettiva a volte. Il percorso del protagonista nel proprio passato e nelle proprie colpe servirà non solo a lui come persona ma anche come poliziotto, per svelare una rete di corruzione e segreti che avvelena da anni il dipartimento. Una catena di bugie che via via si è fatta sempre più grossa e da cui è difficile uscire se non attraverso una decisione drastica e un taglio netto.

Personaggi familiari

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Il cane che dorme: un'immagine della serie

Ci sono tanti personaggi-tipo nella storia raccontata ne Il cane che dorme: dal poliziotto danneggiato e silenzioso, all'ex moglie ancora legata a lui ma che vuole andare avanti, alla figlia adolescente che non capisce che sta succedendo ma è costantemente arrabbiata. Dagli ex colleghi che si preoccupano per lui ma hanno anche i propri segreti da mantenere, fino alle nuove reclute che sono idealiste e cercano a tutti i costi la verità. Anche la scrittura asciutta, che vive di silenzi piuttosto che di dialoghi, e la regia che omaggia il genere con dettagli e primi piani e una fotografia scura che faccia emergere il vuoto da riempire nel cuore e nella mente dei personaggi, contribuiscono a creare un gran bel giallo. Il cast è fatto di volti noti sulla piattaforma, come ad esempio Luise von Finckh (Vienna Blood) nei panni della nuova assistente zelante e curiosa del personaggio di Melika Foroutan (Tribes of Europa, L'imperatrice), perfetta nei panni della direttrice puntuta, scostante e apparentemente gelida.

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Il cane che dorme: una scena

Tante sono le storyline presentate inizialmente che man mano diventeranno parte di un unico puzzle, via via che i pezzi verranno presentati allo spettatore. Già da subito, però, fin dal primissimo episodio, molti colpi di scena vengono messi in campo, in modo da non tenere il pubblico troppo sulle spine. Questo nonostante il ritmo sia comunque forse eccessivamente compassato in alcuni punti e la durata degli episodi avrebbe potuto essere ridotta di una decina di minuti ciascuno. I produttori di Unorthodox, realizzata sempre per Netflix, hanno deciso di puntare su un nuovo racconto giallo e thriller che affronta anche tematiche attuali come il trauma, la salute mentale e la corruzione delle istituzioni e delle forze dell'ordine. Il passato rimane la chiave di lettura e di volta di questa storia ed è lì che i personaggi e gli spettatori troveranno tutte le risposte.

Conclusioni

Chiudiamo la recensione de Il cane che dorme dicendo che c’è sempre spazio per un buon giallo a puntate in tv, soprattutto se ben strutturato ed equilibrato come quest’ultimo presentato da Netflix. Convincono gli interpreti presi soprattutto dalla piattaforma, in primis il protagonista, taciturno e apparentemente sfuggente, che ci porta nel suo viaggio nella memoria per scoprire la verità su un caso. Un caso irrisolto come la sua stessa vita personale. Convincono l'indagine e i colpi di scena, attuati attraverso il superamento di un trauma.

Movieplayer.it
3.5/5
Voto medio
4.3/5

Perché ci piace

  • Melika Foroutan, Max Riemel e gli altri volti noti scelti, che funzionano e lavorano di sottrazione.
  • Le caratteristiche formali e la struttura narrativa di genere ben applicate.
  • Il passato come chiave e l’importanza del PTSD.

Cosa non va

  • Il ritmo a volte è eccessivamente compassato e una decina di minuti in meno ad episodio avrebbero aiutato.