Dieci anni dopo, rieccoli. Fabrizio Biggio e Francesco Mandelli spolverano le maschere de I soliti idioti, rivedendo, in chiave comica, un decennio dai molti spunti. "Grazie per aver reso il mondo un posto peggiore", scherza Mandelli, a proposito di un mondo attuale che, come scritto nella nostra recensione, sembra perfetto per i loro divertenti e divertiti camuffamenti. Del resto, I soliti idioti 3 - Il ritorno, diretto da Biggio e Mandelli in terzetto con Ferruccio Martini, riprende i personaggi che hanno segnato la comicità sul piccolo e sul grande schermo (i primi due film sono stati un successo enorme), declinandoli secondo le ossessioni moderne.
Sketch dopo sketch, ne I soliti idioti 3 ci sono gli zarri della Barona, c'è Sebastiano con La Postina, ci sono Marialuce e Giampietro, poi Fabio B e Fabio M e poi ovviamente Ruggero e Gianluca. "In questi anni ci sono state tante cose che avremmo potuto mettere in scena con I Soliti Idioti", spiega Francesco Mandelli nella nostra video intervista, "Penso alla musica trap, portata avanti proprio dagli zarri. Ora abbiamo nuovamente liberato questa nostra potenza!".
I soliti idioti 3: intervista a Fabrizio Biggio e Francesco Mandelli
Nel film, vi accorgerete, tornano forti le inflessioni tipiche del duo, applicandosi però ad una modernità schizofrenica, assoggettata alla tecnologia e al turpiloquio mentale. Uno status enfatizzato fin dall'inizio, e rimarcato tramite tre elementi sovraesposti: gli home assistant, i monopattini elettrici, le sigarette elettroniche.
"Monopattini e sigarette elettriche, sì", c'è tutto, dicee Fabrizio Biggio a Movieplayer.it. "I personaggi dal punto di vista estetico sono sempre gli stessi, tipo supereroi. Hanno quel costume e basta. Invece, abbiamo dovuto modificare gli zarri di periferia, li abbiamo ristrutturati. Perché si sono evoluti, legandosi ad un nuovo look e a nuovi elementi. Poi sì, la tecnologia è protagonista di questo film".
Il successo de I soliti idioti?
Un po' di storia: I soliti idioti, prima di passare al cinema, hanno debuttato in tv in una serie del 2009, andata in onda prima su Comedy Central e poi su Mtv. Calcando una comicità grottesca, nonché basandosi sullo show comico inglese Little Britain, Bigio e Mandelli hanno anticipato i tempi stessi della comicità, in una sequela di gag immediate, veloci e trasversali. "Abbiamo resistito al tempo, anche grazie alla brevità degli sketch", spiega Fabrizio Bigio. "Prima la comicità non era così breve. Poi, i nostri spezzoni andavamo su YouTube, con alcune pillole. E ci riconoscevano. Ora abbiamo scoperto che I Soliti Idioti sono finiti anche su Tik Tok, con alcune gag rimontate, rendendole ancora più corte".
Ruggero De Ceglie e il patriarcato
Insomma, nel terzo film troverete I soliti idioti allo stato puro, pronti a riversare sulle nuove generazioni innumerevoli tormentoni. Ma un personaggio, più degli altri, è il sinonimo di un tempo patriarcale oggi finalmente smascherato. Chi? Facile: Ruggero De Ceglie! "Ruggero raccontava e racconta un certo emblema", spiega Francesco Mandelli, "Noi però non giudichiamo mai, mettiamo in scena e basta. Non ci sono critiche o attacchi. Le debolezze dei nostri personaggi alla fine ce li fanno amare. Sarebbe da ritrovare l'empatia, invece di imbarcarsi in alcune crociate. Anche perché alcune cose si risolvono in un nulla di fatto. Come Ruggero, che va dritto per la sua strada: è un mostro... simpatico. Alla fine del film si mette a ballare, perché prende la vita in un certo senso. E oggi ci siamo scordati che la vita può anche essere spettacolare. Altro elemento, l'umiltà: chi non si offende davanti certe trovate comiche, secondo me, ha una grande qualità".