How It Ends, la recensione: a che ora è la fine del mondo?

La recensione di How It Ends, commedia indie scritta, diretta e interpretata da Zoe Lister Jones insieme al marito Daryl Wein, su Prime Video dal 29 luglio.

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How It Ends: Lamorne Morris in una scena

Come trascorrereste l'ultimo giorno della vostra vita in attesa che un asteroide distrugga la Terra? L'attrice, regista e sceneggiatrice Zoe Lister Jones risponde a tale quesito intraprendendo una lunga peregrinazione metafisica attraverso una Los Angeles assolata e semideserta accompagnata dalla versione giovane di se stessa. Il parto della mente di Zoe Lister Jones e del marito Daryl Wein, co-regista e sceneggiatore, è un classico prototipo del cinema indie americano. Come rivela la recensione di How It Ends, film girato con pochi mezzi in cui non accade poi molto, ma il succo della riflessione scaturisce dai numerosi improbabili incontri della protagonista Liza con amici, vicini di casa, genitori, ex fidanzati, eccentrici losangelini che, come lei, provano ad affrontare l'apocalisse che sta per piombare sulle loro teste ciascuno a suo modo.

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How It Ends: Cailee Spaeny, Zoe ListerJones in un'immagine

How it Ends non nasconde l'ambizione di proporsi come opera metaforica che, dietro l'apparente semplicità, aspira a raccontare qualcosa di più sul nostro presente, in particolare sull'emergenza sanitaria. Zoe Lister Jones non è la sola autrice ad aver sentito questa esigenza. Da Adam Mckay e la sua satira ecologista Don't Look Up alla commedia britannica Silent Knight, in molti hanno provato a descrivere la condizione e le reazioni umane di fronte all'approssimarsi della catastrofe, ma il film di Zoe Lister Jones e Daryl Wein si distingue per la leggerezza nell'approccio e per l'omaggio alla loro comunità artistica del sottobosco indie di Los Angeles protagonista di una gustosa serie di camei.

Istruzioni per sorridere alla catastrofe

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How It Ends: Olivia Wilde in una scena

L'approccio gentile e ironico di Zoe Lister Jones alla distruzione del pianeta Terra rende gradevole la visione di How It Ends nonostante l'assenza di una trama vera e propria. Con l'idea di smarcare una lista di cose da fare prima di essere spazzata via da una cometa, la giovane donna, accompagnata dalla sua versione sedicenne, interpretata da Cailee Spaeny, si avventura per le vie di Los Angeles in un'inedita camminata, visto che la sua auto è stata rubata. Liza si propone di andare a trovare il padre (Bradley Whitford) con cui non ha mai avuto un buon rapporto, confrontarsi con la madre (Helen Hunt) che l'ha abbandonata da piccola, e fare ammenda con l'amica, interpretata da Olivia Wilde, con cui ha litigato anni fa. Tra un incontro a cuore aperto e l'altro, Liza proverà anche a regolare una serie di questioni in sospeso con alcuni ex e a rivelare i suoi sentimenti all'atletico e piacente Nate, che ha il volto di Logan Marshall-Green, per cui nutre una cotta da tempo, prima che sia troppo tardi.

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How It Ends: Cailee Spaeny, Zoe ListerJones in una scena del film

Scambi di battute attraverso il cancello dei lussureggianti giardini, misteriose apparizioni per la strada, riflessioni esistenziali e autocritica si susseguono in una serie di sketch apparentemente slegati tra loro. Il trait d'union è la presenza di una sorridente Zoe Lister Jones che non si perde d'animo e continua a macinare chilometri in salita e discesa suoi suoi tacchetti sfoderando sorrisi color rosso fuoco. L'attrice coinvolge nel progetto amici e colleghi, da Charlie Day a Fred Armisen, da Finn Wolfhard a Nick Kroll, ma i camei più gustosi sono senza dubbio quello della cantante Sharon Van Hetten, che si esibisce seduta in mezzo alla strada di fronte a un pubblico invisibile, e quello di Lamorne Morris che interpreta un ex fedigrafo talmente distratto da non ricordarsi più neppure i tradimenti. Su tutto spicca però l'innegabile chimica tra Zoe Lister Jones e Cailee Spaeny, il suo io adolescente "metafisico", i cui vivaci scambi di battute animano il film.

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Una commedia intellettuale che gira a vuoto

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How It Ends: Bradley Whitford in una scena

Pur affrontando temi come rimpianto, perdono, redenzione e senso di colpa, How It Ends è un film tanto leggero da risultare a tratti inconsistente. La gradevolezza dei pellegrinaggi di Liza attraverso i quartieri bene di Los Angeles, tutti palme, villette e giardini ben curati, va di pari passo con il caustico humor con cui la protagonista guarda al passato rimpiangendo il tempo sprecato. La riflessione di di Zoe Lister Jones sulla fine del mondo è più cerebrale che emotiva. L'autrice sfrutta il tema dell'apocalisse per esprimere il suo punto di vista sul presente, togliendosi perfino qualche sassolino dalla scarpa. Il suo distacco nei confronti della tragedia imminente a prima vista incuriosisce, tanto da strappare perfino qualche sorriso, ma a lungo andare si rivela un mero gioco intellettuale.

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How It Ends: Logan Marshall-Green in un primo piano

Commedia pop garbata, pervasa da una vena di malinconia, How It Ends risulta alla visione un'opera piacevole e garbata, anche se non sempre interessante. L'approccio rilassato e colorato alla fine del mondo a prima vista incuriosisce, ma a lungo andare la storia inizia a girare a vuoto e all'ennesimo incontro con il personaggio eccentrico di turno viene da pensare che, tutto sommato, l'arrivo dell'asteroide non sia poi il peggiore dei mali.

Conclusioni

La recensione di How It Ends mette in luce pregi e difetti della commedia indie apocalittica che racconta l'ultimo giorno di vita di una giovane losangelina scritta, diretta e interpretata da Zoe Lister Jones. Colorata, pop e garbata, How It Ends è una tipica commedia indie da Sundance che, dietro l'apparente piacevolezza, si rivela vuota e ripetitiva. L'approccio intellettuale e distaccato della protagonista alla fine del mondo raffredda la componente emotiva del film rischiando di lasciare poco e niente al pubblico dopo la visione.

Movieplayer.it
3.0/5
Voto medio
2.7/5

Perché ci piace

  • È un film piacevole, garbato e colorato in perfetto stile indie.
  • L'espediente dell'auto rubata ci permette di esplorare i quartieri bene di Los Angeles al ritmo placido di una camminata.
  • Tanti i volti noti che compaiono in una lunga serie di camei.

Cosa non va

  • Dietro la piacevolezza, alla lunga la storia gira a vuoto e non succede poi molto.
  • L'approccio rilassato alla fine del mondo della protagonista risulta distaccato e poco coinvolgente a livello emotivo.