Hasta el cielo - La serie, la recensione: il cielo è a un colpo di rapina

La recensione di Hasta el cielo: La serie, produzione seriale che prende le mosse da dove si era concluso l'omonimo film del 2021. Un tassello in più in quel mosaico di produzioni dedicate alle rapine tanto caro all'universo spagnolo.

Hasta el cielo - La serie, la recensione: il cielo è a un colpo di rapina

A separare la televisione spagnola dal cielo del successo è la realizzazione di una sola rapina. Macchine che sfrecciano, allarmi che suonano, nascondigli che si aprono: dopo La casa di carta sono questi gli stilemi costanti e caratterizzanti il piccolo schermo di stampo iberico. Un meccanismo che si auto-alimenta e auto-rigenera, in una reiterazione di momenti già visti, e dèja-vu tematici diversi nella forma ma non nella sostanza.

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Hasta el cielo: La serie - una scena della serie

Come sottolineeremo in questa recensione di Hasta el cielo - La serie, lo show diretto da Daniel Carpasoro (e disponibile su Netflix) segue attentamente le regole del genere, rimanendo fedele anche all'opera di origine. Suddivisa in sette episodi, la serie riesce a continuare il discorso iniziato dal film del 2020 Sky High, senza per questo precludere la visione a chi tale lungometraggio non ha mai avuto modo di guardarlo. Vivendo di una propria autonomia, l'opera seriale sfrutta le radici che la ancorano a una dipendenza cinematografica senza per questo attaccarsi eccessivamente al soggetto di partenza. Una scelta azzeccata che permette di ampliare il proprio target spettatoriale, fidelizzando da una parte un pubblico già a conoscenza dell'opera filmica e, dall'altra, avvicinare nuovi proseliti. Eppure, in questo meccanismo azionato da crismi tipici del sotto-genere heist, e la volontà di non tradire né la propria essenza di opera indipendente, né quella di partenza, qualcosa trascina Hasta el cielo in una corrente che scorre limpida e senza ostacoli, ma poco alimentata da affluenti di originalità.

Hasta el cielo - La serie: la trama

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Hasta el cielo: La serie - una scena

Dopo la morte del marito Angel, Sole si ritrova vedova e madre di un figlio da crescere da sola. Ma Sole non vuole essere più la figlia impaurita nascosta sotto le ali protettive del padre Rogelio (un trafficante di oggetti rubati di Madrid). La donna decide così di continuare la strada intrapresa dal marito e guidare la banda di ladri che fece impazzire le forze dell'ordine.

Un colpo grosso tra forma e contenuto

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Hasta el cielo: La serie - una foto di scena

C'è un duello implicito, eppure facilmente riscontrabile, che fa battere il cuore di Hasta el cielo. Da una parte sussiste la volontà di sorprendere il proprio pubblico, innestando in ogni fotogramma un senso di dinamismo e suspense; dall'altra, c'è il desiderio di rimanere fedeli agli stilemi fondanti quel sotto-genere d'azione fatto di rapine e imprese criminali che tanto caratterizzano le recenti produzioni spagnole. Funambolo in equilibrio su due fuochi, Hasta el cielo finisce a riporre troppa attenzione nel non eccedere in entrambi i campi, sviluppando così una narrazione prevedibile, lacunosa e a tratti dispersiva. C'è azione e adrenalina in Hasta el cielo; ciononostante, è nei colpi di scena, nella stesura di una sceneggiatura fatta di battute fin troppo semplici e poco d'impatto, che si ritrova il grande scarto di questa produzione seriale. Una discrepanza, un disequilibrio che mina la coerenza di un'opera interessante nell'impianto visivo, ma non altrettanto in quello dialogico.

In questo mondo di ladre

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Hasta el cielo: La serie - un momento della serie

Sembra paradossale, ma in un mondo tradizionalmente dominato dalla forza di uomini senza scrupoli e altri che si immolano in nome dei propri ideali, a manovrare le fila di Hasta el cielo è il suo corollario di personaggi femminili. Non più uomini che uccidono, e altri che tradiscono e ordiscono piani criminali: a muoversi nel sottosuolo di questi sette episodi sono donne desiderose di dimostrare la propria autorità e la propria forza, ribellandosi a un sistema patriarcale superato e distante dai propri principi. Uno schema di impronta femminista, dove sono le donne a prendere le redini del controllo elevandosi a menti pensanti e cuori pulsanti di un sistema criminale in continua evoluzione.

La rapina è donna

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Hasta el cielo: una sequenza

A prevalere nella narrazione di Hasta el cielo è dunque un punto di vista prettamente femminile; un cambio di assetti evidenziato anche da quella forza interpretativa radicata in protagoniste immortalate da primi piani che ne potenziano ogni più piccola espressione facciale, o emozione nascosta. Un legame simbiotico, quello che unisce le donne di Hasta el cielo come frammenti di una sola Lady Macbeth, tradotto dal regista con campi abbastanza larghi da raccoglierle nelle vesti di unità ora simbiotiche, ora scisse in elementi contrastanti. A farsi guida imprescindibile in questo saggio redatto dall'inchiostro della criminalità su fogli intrisi di femminismo, c'è un'Asia Ortega Leiva che riprende con fermezza e orgoglio il ruolo di Stella. Nei suoi occhi chiari si riscontra tutto l'oceano in tempesta che sconvolge il suo personaggio, reiterando in un interessante gioco di specchi quella stessa volontà che spinge la sua Stella a dimostrare la sua capacità di tenere testa ai propri colleghi e complici maschi. Ciononostante, molte delle azioni che la vedono coinvolta scadono nel cliché, rendendo l'attrice prigioniera di uno schema certamente funzionale all'economia del racconto, ma alquanto prevedibile agli occhi degli sguardi più attenti e fedeli al sotto-genere dell'heist televisivo.

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Hasta el cielo: La serie - un'immagine di scena

È un'esplosione che divampa a metà, Hasta el cielo: La serie. Una rapina ai danni dell'attenzione spettatoriale preparata nei minimi dettagli, ma riuscita solo parzialmente. Colpo grosso di fattura coinvolgente, la serie vede però la sua fiamma spegnersi proprio quando doveva incendiare l'universo che l'ha innescata, in quell'epilogo aperto, eppure lontano da quel cielo eterno a cui ambiva in un salto in alto, sbagliato all'ultimo stacco di piedi.

Conclusioni

Concludiamo questa recensione di Hasta el cielo - La serie, sottolineando come questa produzione seriale nata in seno all'omonimo film del 2020, per quanto interessante dal punto di vista visivo, non riesca a slegarsi dalle fila di un sotto-genere come quello delle rapine che tanto caratterizza le ultime produzioni spagnole. Una discrepanza che scade in poca originalità e tanti cliché.

Movieplayer.it
3.0/5

Perché ci piace

  • Una regia che tenta di colmare delle mancanze a livello di scrittura.
  • La decisione di spostare il fulcro della narrazione verso un punto di vista femminile.
  • Nonostante i legami con l'opera cinematografica di partenza, riesce a non esserne schiava, permettendo la visione anche a chi non ha visto il film.

Cosa non va

  • Un prodotto colmo di cliché e povero di originalità.
  • La mancata conclusione di alcuni archi narrativi a discapito di alcuni personaggi.
  • La discrepanza tra comparto visivo e dialogico.