Guillermo del Toro: i cinque mostri più indimenticabili del suo cinema

Il 9 dicembre è uscito su Netflix l'ultimo lavoro di Guillermo del Toro. Ennesimo film incentrato sulla figura di una creatura che certifica la passione del regista per questo tema. Ma quali sono i mostri più iconici creati dalla fantasia del cineasta messicano?

Guillermo del Toro: i cinque mostri più indimenticabili del suo cinema

Il 9 dicembre è approdato su Netflix l'ultimo ambizioso lavoro di Guillermo del Toro: Pinocchio. Da sempre amante dell'animazione in stop motion, il cineasta messicano è finalmente riuscito a portare alla luce un progetto a lungo covato nella sua fantasia. Non si tratta infatti di un "semplice" adattamento del testo scritto da Carlo Collodi, ma di una vera e propria trasposizione in perfetto stile deltoriano. Le atmosfere cupe, le ossessioni tematiche e i guizzi estetici presenti nel film richiamano enormemente l'occhio registico dell'autore e ne restituiscono in tutto e per tutto la potenza del suo sguardo.

Venezia 2017: uno scatto di Guillermo del Toro al photocall di The Shape of Water
Venezia 2017: uno scatto di Guillermo del Toro al photocall di The Shape of Water

Guillermo del Toro non ha mai nascosto la sua passione per i mostri, presenti tanto nelle sue pellicole quanto in casa sua (sul web si trovano delle immagini incredibili della sua dimora, una sorta di museo delle meraviglie pieno di memorabilia tematici di ogni sorta). In effetti anche Pinocchio non fa sconti. Il gusto e la passione per l'oggetto fisico (narrativamente un burattino, produttivamente una statuina da animare) emerge a gran voce in un film che, proprio alle fattezze più mostruose e affascinanti, dedica molto spazio (si pensi alla forma del pesce cane, a quelle del grillo parlante o del doppio personaggio doppiato da Tilda Swinton). Così, per celebrare il giorno di uscita di questo nuovo attesissimo progetto (di cui vi abbiamo parlato nella recensione del Pinocchio di Guillermo del Toro), abbiamo deciso di ripercorrere in ordine cronologico la carriera del regista, soffermandoci sui cinque mostri più indimenticabili a cui Guillermo del Toro ha dato vita lungo la sua carriera.

1. Mimic (1997)

Mimic
Mimic: una scena del film

Mimic non è di certo una delle vette della carriera del regista. Anzi, secondo molti addetti ai lavori potrebbe addirittura trattarsi del suo peggior film. Eppure, soprattutto alla luce dell'ultimissimo Pinocchio, è interessante iniziare la carrellata di mostri proprio da qui. Innanzitutto è utile ricordare che si tratta di un film che racconta le gesta di una coppia di scienziati intenti a debellare un virus molto particolare (ergo, per chi non l'avesse ancora visto, potrebbe essere un recupero curioso in tempi pandemici come quelli che stiamo vivendo). In secondo luogo possiamo già da questo lavoro notare tutta la passione per le creature mostruose che il cineasta coltiverà poi lungo la sua carriera. In Mimic prendono infatti vita alcuni insetti antropomorfi che in qualche modo sembrano anticipare la forma del grillo parlante di Pinocchio in quello che diventa così un interessante cortocircuito interno tra l'ultimo (in ordine cronologico) film di del Toro e il suo battesimo hollywoodiano. Infatti il suo primo lavoro, Cronos, risale a qualche anno prima, al 1993. Ma è solo con Mimic che del Toro si è affacciato sulla scena statunitense confezionando un progetto tipicamente nelle sue corde e mirato a ibridare la fantascienza slasher tipica dei film di serie b con una narrazione più favolistica e sognante. Proprio questo incrocio di suggestioni, a ben vedere, diventerà la firma stilistica dei suoi protagonisti: terrificanti mostri dal cuore d'oro.

2. Hellboy (2004)

Hellboy, Ron Perlman in una scena
Hellboy, Ron Perlman in una scena

Ispirato all'omonimo fumetto di Mike Mignola, Hellboy è una sorta di grande sfilata di carnevale dal punto di vista dei mostri. Del Toro dà sfogo a tutta la potenza di fuoco del suo cinema e confeziona un cinecomic più unico che raro. Divertente, spassoso, fracassone e politicamente scorretto, il suo eroe ha delle fattezze ripugnanti che infatti lo allontanano dalla società. Eppure sarà impossibile non appassionarsi alla sua storia e sostenere le sue gesta con tutto il tifo del caso. Hellboy è un personaggio davvero riuscito e uno dei più amati all'interno della vasta filmografia di del Toro. Il film però risulta doppiamente interessante in questa sede perché, al di là del personaggio principale, è popolato da una squadra di mostri destinata a lasciare il segno nell'immaginario collettivo. Tra questo lungometraggio e il sequel del 2008, Hellboy: the Golden Army, la carne al fuoco sicuramente non manca.

3. Il labirinto del fauno (2006)

Il Labirinto Del Fauno
Una scena de Il labirinto del fauno

Considerato da molti come il titolo più maturo e interessante della sua carriera, Il labirinto del fauno è diventato in poco tempo un piccolo cult contemporaneo, un film amato e apprezzato da numerose generazioni di spettatori e spettatrici che ancora oggi si lasciano cullare e spaventare da questa fiaba gotica. Da un punto di vista autoriale, il viaggio intrapreso dalla piccola Ofelia è semplicemente perfetto, cadenzato con ritmo incessante dall'inizio alla fine, a cavallo tra due mondi uguali e opposti al tempo stesso di cui sarà sempre più difficile distinguere i confini. Cosa fa più paura, la realtà fantasy immaginata (?) dalla ragazza o la guerra che sta falcidiando il suo Paese? Il fauno del titolo è una delle creature più enigmatiche e ipnotiche mai concepite dalla fantasia di del Toro. Ma nel lungometraggio i profili minacciosi non si contano, passando ovviamente per la temibile tavolata dell'Uomo Pallido sino alla furia omicida del più crudele tra tutti gli antagonisti: l'essere umano. Se il cinema dell'autore messicano è da sempre alla ricerca di un fragile equilibrio tra realtà e fantasia, tra favola immaginifica e cinica concretezza, ecco allora che questo progetto è la sintesi perfetta e meglio riuscita di tutti i suddetti elementi: una fiaba gotica dal fascino irresistibile ma che potrebbe generare, negli occhi di chi guarda, più incubi che sogni.

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4. Pacific Rim (2013)

Pacific Rim: il progetto dello Jaeger Gipsy Danger
Pacific Rim: il progetto dello Jaeger Gipsy Danger

Se parliamo di mostri nel cinema di Guillermo del Toro, Pacific Rim è probabilmente il modello di riferimento più autorevole da citare. Basterebbe solo il prologo per far esaltare anche il più ingessato tra gli spettatori del cinema di genere (e non solo). I protagonisti della scena sono i celeberrimi kaiju, giganteschi mostri tanto cari alla cultura orientale. Eppure, l'inebriante vena nerd di del Toro non si accontenta e concepisce dei robot altrettanto imponenti e spaventosi per contrattaccare la minaccia: gli jaeger. La sfida apparecchiata dal regista è di dimensioni titaniche e inaudite. Forse la più mastodontica battaglia mai vista sul grande schermo. Le ragioni produttive sono tutte molto valide: erano anni in cui si sperimentava la potenza del linguaggio (soprattutto grazie alla tecnologia IMAX accompagnata da quella del 3d) e l'intenzione di Hollywood era quella di provare a trovare un abbraccio comune tra il cinema mainstream occidentale e quello orientale. Pacific Rim prova quindi a preparare una scacchiera perfetta per una "guerra a distanza" tra le due coste. Il risultato fu tanto esaltante quanto poco felice. Il film infatti si rivelò un insuccesso al botteghino, o almeno, non raggiunse gli esiti sperati. Tuttavia rimane ancora oggi uno dei titoli più apprezzati dal grande pubblico: un film pensato per intrattenere e per lasciare a bocca aperta di fronte alla mastodontica forma di creature dalle dimensioni inenarrabili che per oltre due ore non fanno altro che darsele di santa ragione. Impossibile resistere.

5. La forma dell'acqua (2017)

tsow2
tsow2

Senza ombra di dubbio, La forma dell'acqua è il più grande successo in carriera di Guillermo del Toro. Che piaccia o meno, il gusto dei singoli ovviamente è più che rispettabile, il film ha vinto a sorpresa il Leone d'oro al Festival di Venezia e ha conquistato ben quattro premi Oscar su tredici nominations, trionfando nella categoria di miglior film, miglior regia, scenografia e colonna sonora. La storia d'amore tra Elisa e l'uomo anfibio (che tanto ricorda uno dei personaggi di Hellboy) ha commosso ed emozionato il mondo intero. Del Toro ancora una volta dimostra di sapere governare perfettamente una materia spigolosa, a cavallo tra il dramma umano e la favola più utopica. Il principe azzurro di questa storia è un mostro ripugnante agli occhi di tutti, ma non allo sguardo incantato e incantevole di una principessa decisamente fuori dagli schemi che invece farà di tutto per coronare il suo sogno d'amore proibito. Esattamente come Il labirinto del fauno, quello che si propone allo spettatore è un viaggio in una favola gotica dove sarà un essere umano il più cattivo e temibile tra gli antagonisti. Forse non il miglior film di questo autore, ma sicuramente quello più di impatto e che è riuscito a intercettare le corde e la sensibilità della maggior parte del pubblico, dai semplici appassionati sino agli addetti ai lavori.

La forma dell'acqua - The Shape of Water: 5 segreti di una grande fiaba liquida