Mancano poche ore alla season finale di Gomorra - La Serie, e i fan del nuovo serial di Sky che prende spunto dall'omonimo saggio di Roberto Saviano aspettano con trepidazione di sapere cosa succederà, soprattutto adesso che il rapporto tra il clan dei Savastano e di Conte, che non è mai stato stabile, è andato incontro ad una pericolosa frattura. L'ultimo episodio andato in onda si concentra su uno dei personaggi più riusciti e affascinanti della serie, il boss Salvatore Conte, tornato in scena verso la seconda parte di questa prima stagione, interpretato da Marco Palvetti, con il quale abbiamo fatto due chiacchiere per parlare della serie, ma soprattutto di lui, il boss che minaccia di dare una spallata definitiva al regno dei Savastano.
"Un personaggio molto distante da me e dal mio modo di essere" - ha spiegato Marco - "è una belva, un calcolatore, un uomo disposto a tutto pur di conquistare il potere. Rappresenta il potere giovane, che si contrappone a quello vecchio di Pietro Savastano, e sente che è arrivato il momento di cambiare i vertici del Sistema. La sua estrema religiosità e il suo attaccamento alla famiglia lo rendono ancora più sfuggente e misterioso." Nella piacevole chiacchierata che segue, l'attore ci ha svelato altri dettagli sul personaggio e sulla lavorazione della serie, che ha conquistato pubblico e critica.
Avrei davvero paura di uno come lui... e non nascondo che tavolta incontrarlo allo specchio mi fa una strana impressione!
In poche settimane Gomorra ha conquistato il pubblico televisivo e il tuo è un personaggio particolarmente carismatico e affascinante. Come lo hai costruito, gli hai dato qualcosa del tuo modo di essere, oppure ti sei ispirato a personaggi esistenti?
Non mi sono ispirato a nessun personaggio esistente. Salvatore Conte nasce da uno studio attento delle organizzazioni criminali (ho letto libri e mi sono documentato con tutti i mezzi possibili!) e dall'osservazione della realtà. Poi l'ottima sceneggiatura e la regia attenta mi hanno dato la possibilità di proporre sfumature e tratteggiare in maniera più definita la personalità di questo personaggio senza scripoli, questa pantera (mi piace definirlo in questo modo!) Tratti in comune? Il fatto di essere due ottimi e attenti osservatori e la dedizione per ciò che si ama! Ma in generale avrei davvero paura di uno come lui! E non nascondo che talvolta incontrarlo allo specchio mi fa una strana impressione! (ride)
Come sono stati i rapporti tra i Savastano e Conte, sul set? Faide televisive a parte, c'è stato tempo per una pizza insieme o per divertirsi tra una ripresa e l'altra?
Ho incontrato spesso "i Savastano" sul set, anche solo per un saluto e il mio rapporto con loro è sempre stato di stima reciproca e affetto fin dalla prima lettura! Fin da subito ci siamo riconosciuti e apprezzati, consapevoli della grandezza dell'avventura che stava per cominciare!
Con Marco D'Amore è nata una grande amicizia, così come è successo con Domenico Balsamo, anche se lui non è un Savastano. Con loro ho vissuto la parentesi spagnola ed è stata un'esperienza meravigliosa! Insomma la risposta è sì! Oltre a dei colleghi strepitosi, ho trovato anche degli amici con cui stare bene e incontrarsi nella vita reale, quando la sigaretta elettronica è spenta!
Hai preso qualche "souvenir" dal set? La sigaretta elettronica che caratterizza in maniera così precisa Salvatore Conte, o altro?
C'erano tante cose che avrei portato via a Salvatore Conte! (sorride) Ma amo anche che ciò che è del personaggio resti lì, in camerino. Magari anche per l'eternità! C'era solo una cosa che portavo sempre con me e che non sostituivo mai: l'elastico per i capelli doveva essere sempre lo stesso! Era una specie di rito e chi si occupava dell'acconciatura dei miei capelli lo sapeva bene.
Siamo arrivati all'ultimo episodio di Gomorra e la partecipazione da parte del pubblico è stata fortissima. Sul web tantissimi spettatori commentano la serie con la stessa partecipazione che riserverebbero ad un fatto di cronaca. Che effetto ti fa sentir parlare di te come un boss di Secondigliano piuttosto che come un attore?
Lo stesso effetto che mi fa sentire parlare di me come Mercuzio, un postino, un padre di famiglia o qualunque altro personaggio. La gente mi riconosce come attore che interpreta un Boss. Spesso mi scrivono che non vedono l'ora di vedermi interpretare i ruoli più diversi poiché hanno amato e apprezzato il mio lavoro nella serie! Questo mi emoziona e mi stimola a fare sempre meglio.
È facile scrollarsi un personaggio del genere da dosso, alla fine delle riprese? Dal punto di vista psicologico intendo...Credo che più riesci a scrollarlo di dosso, più lo calzi meglio la volta dopo. Sei su un filo, sei un funambolo. Sei sempre quasi morto e sempre quasi vivo. Lì c'è la verità del personaggio. Che poi è anche la verità dell'essere umano!
Hai detto in numerose interviste che ti ha fatto un certo effetto recitare nei luoghi in cui sei cresciuto. A quali zone di Napoli sei particolarmente legato? Quelle più solari o quelle più misteriose?
Appena compiuti 18 anni mi sono trasferito a Roma per frequentare l'Accademia Nazionale D'Arte Drammatica Silvio D'Amico. Fino a quel momento ho vissuto nella periferia di Napoli. Tornare a 26 anni nei luoghi dove magari giocavo a pallone con gli amici mi ha emozionato perché riflettevo sul fatto che la vita e il tempo ti sorprendono continuamente se sei disposto a rischiare qualcosa e ad ascoltare le tue esigenze. Napoli è "sole e mistero", e non trovi mai solo l'uno o solo l'altro. Quindi se ti emoziona, ti emoziona proprio così com'è!
Dopo quest'esperienza cosa ti aspetta? Teatro, cinema, televisione... o magari un'altra stagione di Gomorra? Puoi farci una soffiata del genere, o c'è il rischio che qualcuno organizzi un "barbecue" a casa tua, come quello del primo episodio?
Prima di parlare della seconda stagione aspetterei la fine della prima (sorride) E vi consiglio di non perdere questi ultimi due episodi! Per quando riguarda i miei prossimi impegni per scaramanzia preferisco non parlare dei progetti che si stanno delineando, mentre sicuramente partirò in tournée con lo spettacolo Nuda proprietà, diretto da Emanuela Giordano, che mi vedrà in scena con Lella Costa, Paolo Calabresi e Claudia Gusmano. Oltre a questo, porterò avanti diversi progetti con la compagnia Bluteatro di cui sono socio Fondatore. Le storie da raccontare non finiscono mai...