Globes 2009: i premi televisivi

Si conferma la coppia d'oro degli Emmy formata da Mad Men e 30 Rock, ma tra gli attori spunta il nome di Anna Paquin per True Blood mentre Tracy Morgan lancia la polemica razziale. John Adams trionfa tra i film tv con quattro premi vinti.

Non si può dire che quella del 2009 sia stata un'edizione dei Golden Globes all'insegna delle sorprese, quanto piuttosto una conferma della tendenza già messa in evidenza dagli Emmy Awards dello scorso settermbre: premiare la TV di qualità. Una impostazione già chiara dalle nomination rese note lo scorso dicembre, che vedevano, per esempio, Dr House: Medical Division unica serie di un network ad essere candidata come miglior serie drammatica ed in generale poche concessioni alla televisione più mainstream. Tra le miglior serie drammatiche si conferma infatti Mad Men, che batte la concorrenza di House, appunto, Dexter, In Treatment e True Blood.

Un anno indimenticabile per quelli di Madison Avenue, che non avevano potuto celebrare adeguatamente la vittoria nella scorsa edizione a causa del galà in versione ridotta dovuto allo sciopero degli sceneggiatori, ma si erano rifatti diventando la prima serie di un canale via cavo a vincere l'Emmy. "Siamo entusiasti. Ci è mancata questa festa, è una festa stupenda", hanno dichiarato gli autori ritirando il premio ed esprimendo tutto il loro entusiasmo.

All'insegna della polemica, invece, i ringraziamenti delle star di 30 Rock. La serie NBC, seppur prodotta da uno dei netword principali, è per la sua stessa natura e per la brillante scrittura di Tina Fey una produzione che ha il sapore della TV indipendente e quest'anno si afferma come vera ed autentica vincitrice dell'edizione, aggiudicandosi ben tre premi: Miglior serie comica, Miglior attrice protagonista (la Fey, che ha battuto la vincitrice di due anni fa, America Ferrera, protagonista di Ugly Betty) e Miglior attore protagonista ad Alec Baldwin, già vincitore lo scorso anno. La Fey ringrazia la HFPA e si dichiara una sua grande fan, tanto che, scherza, "da piccola avevo tutte le action figure della Press Association" e poi annuncia la sua gioia per l'anno appena concluso ed i riconoscimenti che ha portato, ma poi ironizza sulle critiche ricevute dal popolo del web: "quando inizia a sentirti troppo bene con te stessa, c'è questa cosa chiamata Internet dove puoi trovare un sacco di gente a cui non piaci".
E' intervenuto poi Tracy Morgan, in elegante smoking bianco: "Eravamo d'accordo con Tina Fey che se Obama avesse vinto, avrei parlato a nome dello show da ora in poi. Bevenuti nell'America post-razziale! Io sono il volto dell'America post-razziale... fattern una ragione, Cate Blanchett!" Morgan ha poi ringraziato la Foreign Press Association, soprattutto a nome suo, perchè "un nero non può essere apprezzato agli Emmy", dimostrando di sentirsi escluso dai riconoscimenti ricevuti dalla serie e dai suoi attori.
Ben diverso lo spirito di Baldwin, premiato per il secondo anno consecutivo: "quando lavori a questa serie, la prima cosa che vorresti dire è 'Grazie Tina, grazie Tina, grazie Tina", puntando l'indice verso la principale artefice del successo di 30 Rock: la sua autrice e protagonista.

L'altro trionfo dell'edizione 2009 dei Golden Globes è quello di John Adams, ma forse si dovrebbe dire della HBO, perchè tutti gli altri premi vanno a produzioni della coraggiosa TV via cavo, di cui la miniserie storica è solo la principale rappresentante.
Quattro i premi ottenuti dal film TV diretto da Tom Hooper che racconta i primi cinquanta anni degli Stati Uniti d'America: quello per miglior film per la televisione, i due ai protagonisti della serie Paul Giamatti e Laura Linney e quello al non protagonista Tom Wilkinson che si è messo in luce nel ruolo di Benjamin Franklin e che nel dietro le quinte ha espresso la sua emozione nel ricevere il premio davanti a tanti volti noti del mondo dello spettacolo: "Vedi Clint Eastwood e Bruce Springsteen e pensi 'se faccio un errore, loro arrivano e mi bastonano'".

Un filotto, quello di John Adams, rovinato dall'intrusione di Laura Dern come miglior attrice non protagonista per Recount, altra produzione HBO in cui l'attrice dà il volto a Katherine Harris, la segretaria di Stato della Florida nelle controverse elezioni del 2000. Un ruolo che non le consente di tenersi lontana dalla politica nel suo discorso di ringraziamento e che la porta a dichiarare: "terrò cura di questo premio in onore dell'incredibile sfogo della gente, che ha chiesto che la propria voce fosse ascoltata alle scorse elezioni e che ci permette di guardare avanti verso un cambiamento di questo paese."

Restano in casa HBO anche i due premi agli attori protagonisti in serie TV drammatiche.
Sul fronte maschile viene espresso il giusto riconoscimento ad In Treatment, una serie che basa la sua riuscita su un abile lavoro di scrittura e proprio sulle interpretazioni dei suoi (pochi) protagonisti, con il meritato premio a Gabriel Byrne, purtroppo non presente di persona per ritirare il Globo.
Tra le donne spicca invece il nome di Anna Paquin per il suo ruolo di Sookie Stackhouse nella nuova serie creata da Alan Ball, True Blood, la cui prima stagione si è dimostrata la novità più interessante in onda lo scorso autunno. La Paquin non ha forse brillato per originalità nel suo discorso di ringraziamento, ma ha espresso una gioia giustificata dall'essersi affermata su avversarie di tutto rispetto, tra cui figuravano Sally Field per Brothers & Sisters, la January Jones di Mad Men e soprattutto quella Kyra Sedgwick sempre candidata negli ultimi anni e vincitrice nel 2007 per The Closer.