In veste di attrice protagonista e co-produttrice del film, Gina Gershon è a Roma per presentare il film Prey for Rock & Roll.
Qual è il suo rapporto con il rock? Perché ha deciso di partecipare a questo progetto?
Amo moltissimo la musica e in particolare il rock, probabilmente almeno quanto amo il cinema. L'idea di questo film mi ha subito affascinata perché conosco molto bene il panorama musicale attraverso esperienze dirette e indirette e so quanto sia duro e difficile emergere, farsi conoscere, mentre in molti film sembra che il successo sia quasi scontato, automatico. E' per questo che non amo particolarmente i film sul rock, ma prediligo i documentari.
Qual è stata la più grande difficoltà incontrata sul set?
Sicuramente il budget molto ridotto. Trovare un distributore non è stato certo facile, perché non è un film per tutti e in America si tende a pensare prima ai guadagni che alla qualità dell'opera. Pur avendo ricevuto ottime recensioni molte persone che magari avrebbero apprezzato il film non hanno avuto modo di vederlo proprio a causa della scarsa distribuzione. La speranza è che le cose possano andare meglio qui in Europa.
Quali elementi della tua personalità hai ritrovato nel personaggio che interpreti?
Più che aspetti miei personali ho trovato la storia, fin dal momento in cui ho letto la sceneggiatura, molto vera, un vero spaccato di vita. Conosco molte persone che proprio come i protagonisti del film fanno fatica a sfondare eppure non si arrendono, ma cercano di superare ogni difficoltà. Ammiro questa volontà e determinazione. Tutti almeno una volta nella loro vita hanno vissuto un momento in cui volevano abbandonare tutto, arrendersi, e questo succede ancora più spesso nel mondo della musica, soprattutto ora che l'immagine e il marketing contano più di qualsiasi cosa.
Il film è ispirato all'autobiografia di Cheri Lovedog, c'è stato un contributo diretto da parte sua?
L'ho incontrata più volte ed anzi spesso era sul set, ed era molto emozionata nel vedere la sua storia, le sue vicende personali portate sullo schermo, ma non è mai intervenuta nelle nostre decisioni, nemmeno per darmi indicazioni più precise. Mi diceva: "Tu sai quello che stai facendo, continua così".
Nel film canta e si esibisce dal vivo, come mai questa scelta così coraggiosa?
Sia io che il regista ritenevamo fosse fondamentale per dare un maggiore tocco di realismo al film, e in fondo amo cantare e il playback sarebbe stato ancora più difficile. Le altre ragazze del gruppo hanno dovuto prendere lezioni perché non l'avevano mai fatto, ma per è una vera e propria passione. Per promuovere il film negli Stati Uniti abbiamo anche organizzato un vero e proprio tour che abbiamo anche filmato per farne un documentario.