L'ottava stagione di Desperate Housewives - I segreti di Wisteria Lane è ormai agli sgoccioli e alla Abc non resta che correre ai ripari, orfana di una serie che per anni ha garantito ottimi ascolti ogni settimana e un folto seguito di pubblico che è rimasto fedele nonostante gli alti e bassi nella trama. A breve dovremmo quindi dire addio agli irresistibili misteri di Wisteria Lane, a personaggi indimenticabili che porteremo sempre nel nostro cuore, alla forte e intensa componente narrativa che per anni ha caratterizzato lo show ideato da Marc Cherry. Vi sentite pronti? Forse no, e forse, come è accaduto con Lost, non accadrà mai, ma cercare altrove serie TV che possano in qualche modo tentare di riempire "quel vuoto" lasciato dalla chiusura della nostra serie preferita è la soluzione più appropriata. È proprio il network, in questa circostanza, a venirci incontro tra l'altro: sulla scia del discreto successo ottenuto dalla comedy Suburgatory, una delle principali (e più fortunate) novità di quest'anno, la ABC ha deciso di tenersi stretta l'atmosfera patinata e kitsch di questa sitcom, per trasferirla però in un'assolata cittadina del sud del Texas, dove a fare da sfondo a un gruppo di bionde quarantenni, siliconate nei punti giusti e strette in abiti succinti, troviamo rodei e anelli di cipolla fritti, musica country e cappelli da cowboy.

Creata da Robert Harling (Fiori d'Acciaio, Sister Act - una svitata in abito da suora, Il Club delle Prime Mogli) e prodotta da Darren Star, un nome, una garanzia, GBC punta su una fotografia nitida, brillante e dagli accesi colori pastello, una sceneggiatura caratterizzata da dialoghi ironici e rapidi e una regia fresca e frizzante. Lo humour portato in scena è cinico e aspro, divertente seppur a volte prevedibile, punta i riflettori sull'ipocrisia delle apparenze, i frivoli rapporti di vicinato e i colpi bassi tra amiche, qui edulcorati ad hoc.
A completare il quadretto già di per sé parecchio appetitoso, un cast di tutto rispetto, a cominciare dalla protagonista, la bionda Leslie Bibb che tutti ricorderanno nel Popular di Ryan Murphy, dove interpretava Brooke, una mean girl vanitosa e irrequieta, capo delle cheerleader e fidanzata del quarterback. Ironia della sorte, anche qui Leslie, nei panni di Amanda, porta con sé un passato da Queen B del liceo e oggi che a quarant'anni torna nella città di origine, con due figli adolescenti e un marito defunto ed ex truffatore, si ritrova faccia a faccia con il suo passato da cattiva ragazza e con le sue ex nemiche di liceo pronte a dichiararle guerra. Difficile per Amanda ripartire da zero e ricominciare una nuova vita come vorrebbe, seppur con il prezioso aiuto di sua madre Gigi, interpretata dalla strepitosa Annie Potts, una donna sì invadente e prepotente, ma dal cuore grande e disposta a tutto pur di ricucire i travagliati rapporti con la figlia e i nipoti.
Per Amanda, però, la strada è tutt'altro che in discesa: ad accoglierla infatti le ormai attempate compagne del liceo, arricchite e affermate "cougar", sposate con uomini milionari e poco affidabili, e affamate di una logorante vendetta nei suoi riguardi.
A fare da leader, Carlene, l'irresistibile Kristin Chenoweth (Pushing Daisies, Glee) la classica vipera dalla lingua tagliente, pronta a nascondersi dietro il credo della religione cristiana per colpire alle spalle gli avversari. Biondissima, appariscente e vendicativa, le intenzioni di Carlene sono chiare sin dal pilot e già nel secondo episodio non lasciano dubbi: sbarrare la strada alla protagonista, umiliarla a più non posso ironizzando anche sulla morte del marito, e costringerla a tornare al punto di partenza con la coda tra le gambe.

Nonostante si sia già fatta carico di un'eredità pesante come quella delle Desperate Housewives, GBC è una dramedy ben scritta e ben diretta, con un ottimo potenziale e buone possibilità di crescita, soprattutto per l'evoluzione dei personaggi e il concatenarsi degli intrecci.
È una serie che va vista con la giusta dose di leggerezza, senza eccessive aspettative e con la speranza che andando avanti non deluda, evitando però paragoni inopportuni con Bree, Susan e le casalinghe disperate. Nessuno di noi dimenticherà mai Desperate Housewives e nessun altro telefilm potrà mai sostituirla, perciò basterà tenersi alla larga da appellativi come "erede" o "successore" e dare a GCB la chance che merita, come le protagoniste dovrebbe fare con Amanda.