Sembrava una situazione un po' surreale visto il contesto ma l'unico attore ad accompagnare il regista Antoine Fuqua agli incontri stampa ufficiali previsti per la presentazione di Brooklyn's Finest è stato uno degli attori secondari del film, un Wesley Snipes in forma smagliante che da solo ha dovuto supplire alla mancanza dei tre protagonisti d'eccezione Ethan Hawke, in ritardo con il volo aereo e arrivato al Lido solo in tarda serata, Richard Gere e Don Cheadle. I due ci hanno parlato dei loro progetti futuri, del periodo delle riprese e di un genere che entrambi hanno sempre dimostrato di amare: il poliziesco.
Signor Fuqua, gira voce che stia preparando una nuova versione di Brooklyn's Finest e che quella che il pubblico ha visto al Sundance e qui a Venezia non sia quella definitiva. Si dice che la differenza sostanziale riguardi il finale e il personaggio di Richard Gere. E' vero? Antoine Fuqua: Si, è vero, non appena tornerò a Los Angeles andrò subito in sala montaggio per aggiungere i venti minuti che avevo tolto per questa versione veneziana. Le aggiunte riguardano soprattutto il personaggio di Richard, vi sorprenderò, ma ad ora non posso dirvi di più.
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Ha usato solo attori professionisti? Antoine Fuqua: Ho ingaggiato anche ragazzi di strada, persone che mi potessero meglio spiegare cosa avviene veramente in questi raid, nelle risse, nei bassifondi di una città così pericolosa. Alcuni di loro si sono talmente immedesimati che avrebbero accettato perfino di picchiarsi sul serio davanti alla macchina da presa per rendere le cose ancora più realistiche.
Com'è cambiato secondo lei il genere poliziesco in America negli ultimi quindici anni? Antoine Fuqua: Non lo posso nascondere, ho una grande passione per le storie che parlano di agenti di polizia che hanno perso il filo della loro vita, che si sono smarriti e che sotto pressione compiono scelte avventate senza considerarne le conseguenze. Credo che l'aspetto che è più cambiato negli ultimi anni nel genere è che nulla è più solo bianco o solo nero, i cattivi non sono poi così cattivi come i buoni non sono i classici buoni che vedevamo nei polizieschi anni '70 e '80. Ora il bene e il male sono come due colori che perdono tono e arrivano fino a sovrapporsi e a confondersi l'uno con l'altro. Pochi film sono riusciti nella storia a raccontare e scavare nel sottobosco della corruzione all'interno del corpo di polizia, pietre miliari come Serpico e Terzo Grado, ma non considero Brooklyn's Finest come un film sulla corruzione.
Signor Snipes, l'abbiamo vista in King of New York di Abel Ferrara, in New Jack City di Mario Van Peebles e con questo ruolo in Brooklyn's Finest conferma la sua predilezione per un certo tipo di cinema borderline e personaggi ambigui sempre sul filo del rasoio. Cosa l'affascina di questo genere? Wesley Snipes: Non credo che nella mia mente si possa rintracciare un aspetto psicologico latente, penso che questa fascinazione derivi dalla mia passione per le personalità un po' problematiche, per le persone che si affannano ad essere quello che non sono e che sotto pressione fanno uscire fuori la loro vera natura. Non me li vado di certo a cercare ma se capitano ruoli di un certo tipo sono più contento. Se non avessi fatto l'attore probabilmente avrei fatto il criminologo, mi ha sempre affascinato il mondo delle inchieste, delle indagini, per me interpretare questi ruoli è un po' come scavare nella vita di qualcuno per scoprirne i segreti e le paure.
Per lei com'è cambiato il genere da quegli anni ad oggi? Wesley Snipes: La differenza con i cattivi dei film che ho interpretato anni fa è che quelli erano cattivi a tutto tondo, senza dubbi o possibilità di redenzione, mentre quello che interpreto in Brooklyn's Finest è fondamentamentalmente un buono costretto dagli eventi, dalle compagnie e dalle circostante contingenti ad andare contro la sua natura.
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Lei ha dichiarato più volte che uno dei motivi scatenanti che l'hanno convinta a realizzare Brooklyn's Finest è il numero sconvolgente di suicidi tra i poliziotti di questi ultimi anni... Antoine Fuqua: La categoria dei poliziotti in America è una categoria molto chiusa, di questo problema nessuno di loro ne parla con i media o con l'esterno, parlano moltissimo tra loro ma a volte questa terapia non serve a molto. Ci sono casi in cui non ci si riesce ad aprire con il collega o il compagno di lavoro ed allora inevitabilmente accade qualcosa di brutto.
Dopo Training Day lei ha diretto tre film molto diversi tra loro come King Arthur, L'ultima alba e Shooter, fosse per lei girerebbe solo polizieschi? Antoine Fuqua: Fosse per me girerei solo film che ritengo validi a livello di sceneggiatura e a livello di contenuti, film che amo fare e non film che gli Studios vogliono che io faccia.
Nella spirale folle di Hollywood, qualcuno le ha mai chiesto di scrivere e dirigere il seguito di Training Day? Antoine Fuqua: Certo che sì, ma posso tranquillamente affermare che Brooklyn's Finest, nello specifico il plot che riguarda Ethan Hawke, è e rimarrà la cosa che più si avvicina ad un ideale Training Day 2. Non mi farò coinvolgere mai in un vero e proprio sequel, anche perchè il personaggio interpretato da Ethan in Brooklyn's Finest è tutto sommato lo stesso di Training Day con dieci anni in più, sempre infelice, sempre più disilluso.
Il suo è un film senza speranza e molto pessimista, qualsiasi cosa facciano i protagonisti di questa storia sanno che non potranno mai uscire dal gioco, un po' come il PacMan, il videogioco citato in una delle migliori battute del film... Antoine Fuqua: Si, non ci sono più uomini buoni sulla Terra e prima o poi finiremo tutti in un posto come quello che si vede nella scena d'apertura del film, il cimitero della città. Ciò che distinguerà le nostre vite alla fine saranno le scelte compiute, giuste o sbagliate che siano.
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I suoi progetti futuri? A cosa sta lavorando in questo momento? Antoine Fuqua: Sto lavorando insieme al mio amico Wesley Snipes ad un poliziesco ambientato a New York che si intitolerà These City Walls, a breve dovremmo iniziare le riprese, e nel frattempo sto anche lavorando a un progetto che si intitolerà Scarpa, la storia di un mafioso che dal 1965 al 1993 ha collaborato con l'FBI. Il protagonista sarà con tutta probabilità Nicolas Cage. Entro oggi saprò qualche dettaglio in più sul futuro di questo film, quindi non so quale dei due verrà prima e neanche quando inizieranno le due produzioni con esattezza.
Signor Snipes, pensa che il suo lavoro e il suo rapporto con Spike Lee l'abbiano aiutata a ragiungere la celebrità? Ha quialche progetto in lavorazione con lui? Wesley Snipes: Credo che la mia collaborazione con Spike mi abbia aiutato a dimostrare al pubblico la mia versatilità, i nostri rapporti sono sempre stati ottimi e in questo momento stiamo lavorando insieme ad un progetto importantissimo a cui tengo molto, una biopic sul grande James Brown. Un giorno proverò a convincerlo e a fargli scrivere e dirigere una commedia (ride) anche se so che sarà impossibile riuscirci...