Il primo lungometraggio di Francesco Suriano, Il pugile e la ballerina, si fonda su una sottile e persistente dialettica su cosa è vero e cosa, invece, non lo è: due sono le storie raccontate, in parallelo, dalla pellicola, e quella che parrebbe essere la più inverosimile è in realtà quella realmente vissuta dagli stessi individui che la interpretano sullo schermo, mentre la vicenda più vicina al quotidiano è stata sovrapposta alla prima come una sorta di coronamento ideale.
La "ballerina" Enzo, personaggio assolutamente stravagante e sopra le righe, è infatti realmente un mercante d'arte che ha vissuto un'intensa, seppur unilaterale, passione per il pugile Fabio, mentre il falso poliziotto Osho, insieme al complice Carletto, sono personaggi di pura fantasia, e infatti interpretati, contrariamente agli altri due protagonisti che svolgono il ruolo di loro stessi, da attori professionisti.
Nel corso della conferenza stampa svoltasi presso il Filmstudio, il regista sottolinea anche come persino i ruoli in cui è ambientata la pellicola siano quelli reali della vicenda: così piazza Sforza Cesarini è stata davvero il teatro delle peripezie del circolo un po' "alla Genet" capitanato da Enzo, ultimi mohicani di un ambiente anticonformista, privo di convenzioni. Enzo, seppure circondato da tanti giovani, si perde infatti in un amore forsennato per Fabio il quale, pur con le sue modalità, lo ricambia con sincera e profonda amicizia: l'unione dei due, anche se impossibile da un punto di vista fisico, funziona sotto quello spirituale. Suriano sottolinea poi il grande lavoro di studio che ha preceduto le fasi di realizzazione della pellicola: quasi tutto il cast proviene infatti dal teatro, il che ha aiutato nella fase di lavoro "a tavolino", che si è protratta per circa un mese e che ha permesso di ottenere, all'interno del cast, una generale omogeneità di recitazione. Il regista, insieme ad Enzo Mazzarella e Fabio Mattei, si è mostrato molto disponibile a rispondere alle domande dei giornalisti in sala.
Francesco, come sei venuto a conoscenza della storia di Enzo e Fabio?
Francesco Suriano: Io ero amico di Enzo, visto che frequentavo anch'io la piazza raccontata nel film. Enzo è una persona veramente eccezionale, un autodidatta dell'arte. Ha addirittura una lingua tutta sua, un misto di foggiano e romano, ma anche la parlata di Fabio è particolare, parla un romano antico. La loro storia sembra di finzione, mentre in realtà è verissima, e quella inventata sembra più reale di questa.
Perché avete utilizzato come attori i protagonisti reali della storia?
Francesco Suriano: Enzo si dichiara sempre "attrice" di se stessa, e poi il loro modo di parlare, i loro corpi, corrispondevano alla verità, anche se ricostruita.
La scelta della location come è avvenuta?
Francesco Suriano: Ho scelto di rappresentare una Roma poco conosciuta e frequentata, diversa, grigia. Di far vedere anche la realtà della stazione Termini, della Caritas: è questa la vera Roma, non quella ricostruita a Hollywood.
Quanto tempo ha richiesto la lavorazione?
Francesco Suriano: Sei settimane di riprese. E' stato girato nel 2005, montato nel 2006 e, come ormai avviene sempre per il cinema, la distribuzione ha richiesto anni. Qui a Roma sarà presente in due sale, e verrà proiettato anche presso numerosi circoli del cinema di tutta Italia. Il cinema d'autore soffre sempre di grandi problematiche di distribuzione, ma è giusto anche che i film vadano non solo nei festival, ma anche nei circoli, dove ci sono i cinefili veri.
Il film è stato presentato in qualche festival?
Francesco Suriano: L'abbiamo proposto a Venezia due anni fa, ma all'ultimo momento qualcosa non è andato per il verso giusto. E' strano che il Festival di Roma, che quest'anno più degli altri non è stato assolutamente di livello, non si interessi a film sulla città. Siamo stati presenti al Festival di Napoli, al Temecula Festival, al Costa Ibla di Ragusa, al Festival Riff qui a Roma.Questo è il tuo primo lungometraggio. Che problematiche hai dovuto affrontare rispetto al mediometraggio?
Francesco Suriano: E' tutto un altro mondo. I problemi sono quelli di un qualsiasi regista che deve confrontarsi con la produzione, poi è necessaria molta organizzazione. Il cinema americano ha la sua forza nell'organizzazione perfetta, senza non si può fare un film.
E Fabio, cosa ci può dire?
Fabio Mattei: Enzo aveva tanto amore verso di me, ma anch'io a modo mio l'ho avuto verso di lui.
Enzo Mazzarella: E pensate che lui, come Rocky, come lavoro trasporta la carne! Però adesso si trasferirà in Belize, per seguire la sua ex moglie... Mentre io non mi libererò mai della mia.
Per quanto riguarda la colonna sonora?
Francesco Suriano: Il tema principale è Ragione e sentimento di Maria Nazionale, proprio perché ricorda l'impossibilità a volte, per l'amore, di riuscire a conciliarsi con tutto il resto.