Fa il suo debutto sulla piattaforma Netflix Fistful of Vengeance, lungometraggio che continua la storia raccontata nella serie tv Wu Assassins e che riunisce molti dei membri del cast principale, riprendendo da dove lo show era stato interrotto. La saga con protagonista l'indonesiano Iko Uwais, tra i più importanti artisti di arti marziali vivente, era stata infatti cancellata dal servizio streaming dopo solamente una stagione (e 10 episodi). Il film diretto da Roel Reiné, già regista di diversi episodi della serie, si propone come una pellicola stand-alone che conserva, però, tutti gli elementi che caratterizzano il franchise e che, ne siamo sicuri, soddisferanno sia i fan che i neofiti: combattimenti ben coreografati, lunghe e spettacolari scene d'azione e una buona dose di soprannaturale. Come vedremo nella nostra recensione di Fistful of Vengeance, però, questa brama di azione finisce per lasciare indietro tutta la filosofia del kung fu e della mitologia cinese che avrebbero dovuto costituire l'anima della pellicola ma finiscono per risultare come elementi fantasy di contorno e incoerenti.
L'ultimo Assassino del Wu
In Fistful of Vengeance, come nella serie Wu Assassins, il protagonista delle vicende è Kai Jin (Iko Uwais) che, con i suoi migliori amici Lu Xin (Lewis Tan) e Tommy (Lawrence Kao), condivide un passato difficile. Kai è l'ultimo membro degli Assassini Wu, una dinastia antica di diecimila anni e nata in seguito al sacrificio di mille monaci, i quali hanno condensato il proprio potere collettivo all'interno di un amuleto. Diventato un combattente più forte e veloce di chiunque altro. Kai ha l'obiettivo di trovare i possessori degli Elementi (Fuoco, Acqua, Terra, Legno e Metallo) e annientarli per salvare il pianeta.
Una nuova missione
Come abbiamo già detto, il film diretto da Roel Reiné riprende là dove la serie tv era terminata. Kai e i suoi amici Lu Xin e Tommy, sono volati da San Francisco, dove abitano, a Bangkok, per vendicare l'omicidio di una persona cara: un anno prima infatti, la sorella di Tommy, Jenny, era stata ritrovata morta in circostanze misteriose all'interno del ristorante di famiglia. Come pista per scoprire il colpevole, un solo indizio: un frammento di una particolare roccia presente in Thailandia rinvenuto nella mano del cadavere della ragazza. Giunti a Bangkok in cerca di risposte, i tre vengono contattati dal dott. William Pan (Jason Tobin), magnate delle biotecnologie che rivela loro la vera identità dell'assassino di Jenny: si tratta di Ku An Qi (Rhatha Phongam), regina della criminalità di Bangkok nonché semidea e vampira di Chi che desidera risvegliare un dio vendicativo dal suo sonno grazie all'amuleto degli Assassini Wu. Kai, Lu Xin e Tommy, quindi, mossi dalla sete di vendetta, si ritroveranno coinvolti in una pericolosa missione con il fine ultimo di salvare la Terra da una terribile forza dai poteri ultraterreni.
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Un'ora e mezza di azione
Coloro che cercano in un film come Fistful of Vengeance un'ora e mezza di azione senza sosta e combattimenti spettacolari, troveranno pane per i propri denti. Proprio come la serie tv, infatti, il film è una collezione di sequenze d'azione lunghe, coinvolgenti e molto ben coreografate, che di certo non potranno annoiare gli amanti del genere. La pellicola dà inoltre il meglio di sé quando consente ai suoi interpreti di mettere in mostra le proprie abilità: Uwais, Tan e JuJu Chan Szeto hanno, infatti, tutti una carriera più che consolidata nel cinema delle arti marziali e rappresentano, di conseguenza, la colonna portante di questo spettacolo. Al contrario, lo spettacolo perde un po' di energia quando a prevalere è il suo elemento soprannaturale, con risultati posticci che poco hanno a che fare con l'anima del kung fu. In soccorso della pellicola viene, comunque, una buona fotografia che rende Fistful of Vengeance se non un prodotto di qualità, un film che si lascia guardare con piacere.
Una sceneggiatura incoerente
Ciò che, invece, proprio non funziona in questo sequel di Wu Assassins è la sceneggiatura. Sembra, infatti, che il regista si sia troppo concentrato sulle scene d'azione per concedere spazio allo sviluppo di una trama coerente, alla caratterizzazione dei personaggi e a tutta la filosofia del kung fu e della mitologia cinese che avrebbero dovuto costituire l'anima della saga ma che finiscono per diventare solo elementi fantasy di contorno. Il risultato è una sorta di caricatura dei capisaldi di un genere al quale di certo non viene reso onore. Una banalizzazione che, purtroppo, tocca anche i protagonisti e i loro dialoghi: peccato perché, la presenza di veri e propri esperti di arti marziali viene completamente vanificata da una scrittura debole e anonima dei personaggi, di cui il più delle volte non capiamo i comportamenti e le scelte. In definitiva, Fistful of Vengeance rappresenta un'occasione mancata di risollevare le sorti di un franchise, di cui, a sto punto, comprendiamo le motivazioni dietro alla sua cancellazione.
Conclusioni
Come abbiamo visto nella nostra recensione di Fistful of Vengeance, il lungometraggio sequel della serie tv Wu Assassins rappresenta un'ora e mezza di azione e combattimenti spettacolari, piacevoli da guardare soprattutto grazie alla presenza di esperti di arti marziali come Iko Uwais e a una buona fotografia. Peccato, però, che il regista non abbia concesso spazio allo sviluppo di una trama coerente, alla caratterizzazione dei personaggi e a tutta la filosofia del kung fu e della mitologia cinese.
Perché ci piace
- Scene d'azione spettacolari e ben coreografate.
Cosa non va
- Sviluppo incoerente della trama e dei personaggi.
- Poco spazio alla filosofia del kung fu e alla mitologia cinese.