Un nuovo film indipendente italiano che cerca l'originalità nel rivisitare la black comedy classica con effetti visivi ultra moderni. Anna Valle, protagonista di MissTake, presenta a Roma il suo nuovo film insieme al regista Filippo Cipriano, due degli altri interpreti Marco Massari e Sara Zainer, il produttore e attore Ulisse Lendaro e, in rappresentanza della casa di produzione Alto Verbano, Giacomo Pozzetto, anche interprete di una piccola parte. I protagonisti di questo progetto hanno spiegato come e perché hanno scelto di avventurarsi in un modello narrativo e produttivo inedito per l'Italia, rifacendosi ad un modello cinematografico americano. Con una storia dark che unisce personaggi grotteschi in relazioni al limite della surrealtà, MissTake è un film che cerca di distinguersi e di aprire la scena italiana ad un tipo di cinema diverso e originale.
Il modello di cinema a cui vi siete ispirati è quello del regista spagnolo di Crimen Perfecto, Álex De La Iglesia, è vero?
Filippo Cipriano: Sì, è vero. Ci siamo divertiti a dare un'ondata di novità. Volevamo fare qualcosa di nuovo, una cosa più grottesca e surreale per rimanere negli occhi di qualcuno, sia in positivo che in negativo, non importa. Come diceva Oscar Wilde "l'importante è che se ne parli". Poi, veniamo tutti dalla tv e ci sarà di sicuro un doppio attacco di critiche... Comunque abbiamo cercato di offrire una strada diversa.
Come avete affrontato e sviluppato questo progetto?
Giacomo Pozzetto: È stata una bella esperienza dal punto di vista produttivo, oltre alla mia piccola parte di attore come maggiordomo. Ulisse ha voluto dividere gioie e dolori con me, soprattutto dolori... Loro hanno creduto molto in questo progetto, più di me devo dire la verità. Il mio è stato un contributo minimo, rispetto all'impegno e la dedizione che ci hanno messo gli altri.
Ulisse Lendaro: Anche se la produzione è indipendente è cinema vero a tutti gli effetti che ha avuto tempi e necessità come un film vero. Io e Filippo avevamo un'idea chiara in mente per i tempi del progetto e così ogni cosa era pianificata fin dal principio. È stato un bel lavoro di squadra dall'inizio alla fine.
Anche Anna Valle è co-produttrice, come è stata per lei questa nuova esperienza?
Anna Valle: Ho evitato di farmi pagare il mio caché e quello che avrei dovuto prendere l'ho messo nel film, questo è stato il mio contributo come produttrice. Mi sono dedicata molto di più al mio lavoro di attrice, era la prima volta che intervenivo ad un progetto nella produzione, ma è un ruolo che mi interesserebbe riprovare in futuro.
Ulisse Lendaro: Anna ha rischiato molto, ma il pacchetto del film come modello produttivo è stato perfetto. Assomiglia molto al modello di produzione americano: un progetto gestito da persone giovani che si muovono in modo veloce e dinamico. Anche la scelta della distribuzione è stata studiata bene. Mai avrei creduto di trovare una casa come la Millennium Storm che ragiona proprio come noi. Poi abbiamo fatto un marketing virale molto ben organizzato, pubblicizzando il film direttamente on line.
Da dove nasce questo titolo così curioso che sembra quasi un equivoco?
Filippo Cipriano: Il titolo è stato deciso in modo molto romantico. Ero con Ulisse in riva alla Senna e dicevano: "Non sarà uno sbaglio questo film?", "Allora chiamiamolo così!". Abbiamo creato il gioco di parole pensando alla protagonista femminile, usando quindi 'miss'.
Perché scegliere un genere così poco classico per l'Italia e inserirci una recitazione d'impostazione quasi teatrale? È stato voluto o è un caso?
Filippo Cipriano: È tutto voluto. L'impostazione scenica, l'atmosfera e la recitazione sono teatrali. Abbiamo girato tutto il film in una casa e anche questo è stato un elemento che imponeva, in un certo senso, un impianto da palcoscenico. La recitazione doveva essere classica per sostenere il grottesco del resto del film. A mio avviso, se gli attori avessero recitato in modo grottesco sarebbe stato troppo pesante.
Perché nel film c'è ripetutamente una televendita di coltelli, chiamati appunto MissTake?
Filippo Cipriano: Ho sempre visto alla tv la televendita dei coltelli Miracle Blade e li avrei sempre voluti comprare, allora ho deciso di metterli nel film. Poi, volevo mettere qualcosa della televisione perché è da dove veniamo tutti.
Come sono stati gestiti gli attori?
Marco Massari: Siamo stati guidati molto bene. Anche se la troupe è molto giovane è stata molto precisa.
Filippo Cipriano: Lasciamo spazio ai giovani. A qualcuno piacerà anche qualcosa di diverso. Anche a me piacciono i film più impegnati, anche il fatto che abbia girato in una villa Palladiana, come Visconti, non è una casualità.
Il ruolo della protagonista è inusuale per Anna Valle, com'è stato recitare la parte della cattiva?
Anna Valle: Mi sono divertita molto a fare questo ruolo e mi sono divertita a vedere Remo Girone nella parte del rozzo arricchito truffatore, era uno spettacolo. Ho suonato corde diverse dalle mie, è stato molto interessante.
Quanto è diffuso questo modello di donna, crudele e arrampicatrice, secondo lei?
Anna Valle: Purtroppo credo molto. Si tenta sempre di più di arrivare al potere con il minor sforzo possibile, senza ritegno morale.
Com'è stato invece per Sara Zainer, una ragazza così raffinata ed elegante, interpretare una volgare romanaccia più svestita che vestita?
Filippo Cipriano: Io ho lavorato come regista per Passaparola, programma tv condotto da Jerry Scotti, e Sara era una letterina. Quando in una puntata Jerry chiedeva qual era il premio in palio per il vincitore, lei grido: "Aoh Jerry 'o scooter!" e in quel momento capii che era lei la mia attrice.
Sara Zainer: Non è vero, non è andata così (ride imbarazzata, ndr)... Il mio personaggio è un estremizzazione, è un po' come la Gerini in Viaggi di nozze di Verdone. Non è certo un'offesa verso le ragazze romane, è tutto esagerato all'ennesima potenza.
Come s'inserisce MissTake nel panorama dei film indipendenti italiani? Cosa avete in più degli altri?
Ulisse Lendaro: Per un film indipendente è ricchissimo. La ricchezza delle location, le tecniche 3D, gli effetti speciali, la grafica digitale.
L'uso della grafica viene dalla tv?
Ulisse Lendaro: Viene dall'amicizia con i Bonzai Ninja, sette ragazzi tutti uguali che nel film interpretano a turno i cuochi nelle televendite. Sono un gruppo di grafici di grande talento, hanno fatto numerose pubblicità, anche famose. Hanno dato un apporto fondamentale al film.
Il racconto fatto di continue crudeltà, dove si passa da un omicidio all'altro, può in qualche modo rappresentare in scala la società italiana?
Filippo Cipriano: Speravo che qualcuno lo chiedesse. È proprio quello che voleva lo sceneggiatore, dare questa rappresentatività di una società auto distruttiva dove il male, inteso come furbizia senza scrupoli, prevale sul resto. Il film è molto leggero, certo questo non è il suo messaggio primario, ma un certo simbolismo c'è.