Nel 2018 è stato commemorato l'ottantennale delle folli leggi razziali promulgate dal regime fascista il 5 settembre del 1938 in seguito al decreto firmato dal re Vittorio Emanuele e quest'anno Rai 1 ha deciso, in occasione della Giornata della Memoria 2019, di tornare sull'argomento - purtroppo sempre attuale - mandando in onda, mercoledì 23 gennaio, il necessario e inedito docufilm Figli del destino.
Questo nuovo importantissimo progetto della TV pubblica racconta la storia vera di Lia Levi, Tullio Foà, Liliana Segre (oggi senatrice italiana nonché superstite dell'Olocausto e testimone dei campi di concentramento nazisti) e Guido Cava**. Quattro bambini, nati in diverse parti d'Italia - Roma, Napoli, Pisa e Milano - le cui vicende ripercorrono, tra fiction e tanta realtà, le spaventose conseguenze di tutti quei provvedimenti legislativi e amministrativi, rivolti prevalentemente alle persone di religione ebraica, veicolandole attraverso il punto di vista inedito dei quattro giovanissimi protagonisti ebrei.
Come ha spiegato Eleonora Andreatta, direttore di Rai Fiction, durante la conferenza stampa di Figli del destino "questa docufiction prosegue la linea editoriale di Rai Fiction che da tempo volge uno sguardo attento al passato mettendo questo in relazione al nostro presente in quanto la memoria è il fondamento identitario del nostro Paese. D'altronde" ha continuato la Andreatta "la missione stessa del servizio pubblico, non contrattabile e non suscettibile alle contingenze e alle circostanze, è quella di essere luogo in cui la memoria si custodisce e ritorna in un rapporto con il presente e nella prospettiva del futuro di una società".
In nome delle memoria
La narrazione di Figli del destino inizia proprio nel 1938 seguendo il progressivo inasprimento delle leggi razziali che hanno portato gli ebrei a perdere qualsiasi diritto civile e la voce narrante di Neri Marcorè, insieme a filmati di repertorio forniti dal CDEC (Fondazione Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea), dall'Istituto Luce/Cinecittà, da Rai Teche e dall'United States Holocaust Memorial Museum, raccontano la tragica e ingiusta epopea fondendo i girati originali dell'epoca con la riscostruzione delle vicende in cui i 4 protagonisti sono interpretati da altrettanti giovanissimi alter ego. Il tutto per la regia di Marco Spagnoli.
Lo stesso regista si è detto fiero di essere stato scelto per dirigere questo importante progetto cerca, tra le altre cose "anche di offrire un senso di compassione". E a chi si chiede ancora se sia necessario, dopo quasi un secolo, raccontare tutto questo risponde con forza Lia Levi, cacciata da scuola dopo la promulgazione delle leggi razziali in seguito alle quali fu costretta a trasferirsi a Roma dove è sopravvissuta ai rastrellamenti nel ghetto grazie al patto dell'oro del 1943 e alla lungimiranza dei genitori di nascondere lei e sua sorella in un collegio di suore : "non è importante ricordare: è fondamentale. Non capisco come personalità di spicco dello Stato possano credere che le manifestazioni in nome 'della memoria' siano superficiali. La memoria non è ricordo ma elaborazione".