La nuova fiction di Raiuno Per una notte d'amore è stata presentata venerdì 18 aprile a Roma dai suoi prestigiosi protagonisti: la bellissima modella e neo-attrice Vanessa Hessler, l'ex-carabiniere Roberto Farnesi, una pietra miliare del teatro come Isa Barzizza e un cast di strepitosi attori toscani tra cui Paolo Lombardi e, in una piccola parte, Sergio Forconi (famoso per i film di Leonardo Pieraccioni). Con la regia di Vittorio Sindoni, da un'idea di Maria Venturi e con la sceneggiatura di Patrizia Carrano, il film tv sarà trasmesso in prima serata domenica 20 aprile e lunedì 21 sulla prima rete, diviso in due appassionanti puntate.
La storia è quella di una giovane ragazza che rimane incinta dopo una notte di amore fugace con un ragazzo che il giorno dopo sparisce tradendo la sua promessa di non lasciarla mai. Si scopre poi che il giovane era davvero innamorato, ma che purtroppo è rimasto ucciso in un incidente d'auto. La ricerca della sua famiglia porterà la protagonista in Toscana, a lottare per i diritti del suo bambino e contro i pregiudizi di un piccolo paese e dei parenti del ragazzo che la credono una bugiarda ricattatrice. La battaglia più dura sarà con il fratello del giovane prematuramente scomparso con il quale nascerà un rapporto ambiguo che forse nasconde nell'odio l'inaspettata nascita di un nuovo amore.
Ad introdurre la storia, in rappresentanza di Rai Fiction- Immagine e Cinema che ha prodotto il progetto c'è Paola Masini e al suo fianco Edwige Fenech, produttrice per Immagine Cinema srl.
Paola Masini: Girato completamente in Toscana, ad Arezzo e dintorni, il film è il frutto della felice collaborazione tra numerosi talenti: Patrizia Carrano, ideatrice della serie di grande successo Commesse, è qui la sceneggiatrice di un racconto dolce e senza tempo; un cast di valore unico con miti del teatro come Isa Barzizza; una produzione ricca che vede al timone una lungimirante Edwige Fenech. Per una notte d'amore tocca il tema sociale della perdita della tradizione per far spazio alla modernità, è la rappresentazione di una comunità con le sue molteplici contraddizioni e conflitti. È un gioiello nella nostra collezione di favole rosa.
Signora Fenech, cosa l'ha convinta di più a produrre questa storia? Edwige Fenech: Ho letto il testo, la prima idea iniziale, e ho inizato a collaborare con Patrizia Carrano che ha messo da subito le mani in pasta, per così dire. Vittorio Sindoni ha aggiunto il lievito per fare il pane.
Vittorio Sidoni: Ho avuto molto spazio libero per la mia cretività, devo ringraziare per questo.
Edwige Fenech: Per la prima volta sono stata io a fare una proposta per il cast e ne sono davvero felice. Quando ho letto la storia ho capito che ci voleva una ragazza bella ma molto giovane e mi è subito venuta in mente Vanessa. Ho detto: "Ci penso io" anche se non sapevo che intenzioni avesse lei. Quando l'ho conosciuta, durante una sfilata, ho pensato "questo volto angelico prima o poi deve fare cinema", aspettavo solo il ruolo giusto. Comunque, è stato bellismo fare questo film e stare in Toscana è sempre un piacere anche se naturalmente s'ingrassa con tutti quei buoni ristorantini...
Sindoni, nei suoi lavori si parla spesso di difesa della tradizione. È un calcolo o una necessità?
Vittorio Sindoni: Anche in politica e nella società si parla spesso di perdita dei valori, io provo a farlo raccontando delle storie semplici. I personaggi toccano diverse generazioni: c'è una ragazza giovane che trova l'amore in una notte che non è solo sesso; c'è una frangia di persone cineche e calcolatrici rappresentata dal povero Farnesi. C'è poi una terza generazione che è quella più anziana e più saggia, con il personaggio della nonna, a un'età in cui si è più lungimiranti e si riesce forse a vedere le cose in una prospettiva più ampia.
Ho girato Le ragazze di San Frediano intorno a Firenze e questa volta eravamo in Val di Chiana, in provincia di Arezzo. La scelta di questo luogo sarà, secondo me, l'elemento determinante per il successo di questa fiction.
Isa Barzizza, lei è una famosa attrice di teatro ma è riuscita a trovare un ruolo che le ha dato modo di esprimere il suo talento anche in televisione, non è vero? Isa Brazizza: Sono molto emozionata perché non sono abituata a parlare di fronte a tutta un'adience di giornalisti. Quando facevo cinema io, questi sistemi non esistevano. Io sono stata la regina del cinema comico di Totò e Macario, ero sempre a sgambettare con l'ombelico all'aria, qui mi sono ritrovata con un ruolo drammatico molto profondo. È stata una bellissima esperienza, finalmente ho avuto un personaggio tra le mani. È molto difficile recitare un personaggio scemo, e io di personaggi scemi ne ho fatti tanti, un ruolo cioè che non ha sostanza né spessore. Il mio invece, in questo caso, era un personaggio vero, ben strutturato, ed è stato più facile interpretarlo.
Farnesi, lei è il cattivone della storia? Roberto Farnesi: Di solito interpreto personaggi positivi, qui invece mi ritrovo con un ruolo di cinico che pensa solo ai soldi e al suo lavoro. È anche vero che nella seconda parte del film il personaggio cambia, si scoprirà il suo passato e in un certo senso il cattivo riuscirà a redimersi. È bello comunque interpretare personaggi nuovi e variare sempre.
Vanessa Hessler, che ci può dire invece del suo personaggio di protagonista? Vanessa Hessler: Questa Georgia ha molto dolore dentro di sé, ma ha comunque la perseveranza di andare avanti. È stato un personaggio molto difficile da interpretare; tra l'altro, è il mio primo ruolo da attrice drammatica e voglio ringraziare chi mi ha dato questa grossa opportunità.
Com'è strutturata questa storia a livello di sceneggiatura? Patrizia Carrano: Maria Venturi sa andare al cuore delle cose e l'aiuto di Vittorio è stato fondamentale. La cosa interesante di questa storia è che parla della categoria degli artigiani, un patrimonio che sta sparendo e che ci rappresenta come paese fatto di piccoli centri e comunità. Il racconto ha una serie di personaggi importanti, tante piccole figure tutte fondamentali per il complesso della storia. Sindoni poi non è un regista allestitore, ma un costruttore: tutto ha un suo perché e una sua importanza, anche il più piccolo dettaglio o il ruolo più breve. Vittorio ha un animo squisitamente femminile, capisce il lato più sensibile delle donne, per questo ha saputo raccontare così bene la storia di questa ragazza. Le sue storie non sono rosa, ma di tutti i colori- hanno il nero della morte e il bianco della speranza- e riesce a svilupparle senza che ci sia il rischio della caramella alla fine.
Il racconto tocca un tema molto ricorrente, soprattutto ultimamente, quello dell'aborto e della nascita. È stato un caso o l'argomento ha una valenza particolare? Vittorio Sindoni: Mi hanno chiesto spesso se facevo uno spot per Ferrara, ma non è così. La nascita è un dono e i figli sono la cosa più importante a cui dovremmo pensare. Per avere un figlio, però, ci vuole la coscienza per un figlio. La discussione sull'aborto comunque è venuta fuori molto dopo la produzione del film.
Paola Masini: Molto spesso mi hanno chiesto perché nelle storie fiction Rai si sceglie sempre per il non-aborto, si arriva massimo a varcare la soglia del medico ma poi si scappa subito. Io credo che prevalga la scelta della nascita perché la spinta alla maternità è un modo per far crescere la storia e i personaggi.
Signora Fenech, abbiamo parlato di salvaguardia delle tradizioni, di nascita e aborto, di rappresentanza della piccola comunità artigiana, ma che cos'è di questa storia che l'ha convinta più delle altre cose a produrla? Edwige Fenech: Il fatto che fosse una storia con una ragazza giovane e sola che rimane incinta, perché è stato un problema che ho vissuto anch'io molti anni fa. Io ho avuto una famiglia meravigliosa, non come Georgia nel film, ma comunque trentacinque anni fa avere un figlio da sola non è stato facile. È quello che mi ha colpito.