C'è qualcosa di assolutamente unico e spassoso che poi purtroppo si perde nei meandri del proprio mondo, in Extraordinary, la nuova serie originale comedy britannica di Disney+ disponibile dal 25 gennaio sulla piattaforma con tutti gli otto episodi, che fa seguito alla comedy romantica d'azione Wedding Season e alla docuserie David Beckham: Squadre da Salvare, già disponibili in streaming. Come a volte capita, la prima metà della storia diventa qualcos'altro nella seconda metà, andando a svilire ed intaccare quanto di buono fatto inizialmente, pur rimanendo piacevole da guardare. Ma andiamo a capire meglio nel dettaglio nella nostra recensione di Extraordinary.
Essere straordinari
Extraordinary è ambientata in un mondo in cui tutti sviluppano un potere che scoprono solamente dopo aver compiuto 18 anni, rendendo quindi la norma essere straordinari, come da titolo. Tutti tranne Jen (Máiréad Tyers), che a 25 anni non ha ancora ottenuto il proprio potere e non sa davvero cosa pensare e cosa aspettarsi al riguardo. I suoi amici e coinquilini nell'East London cercano di tirarla su come possono, ma hanno le loro gatte da pelare con il potere che hanno ricevuto e soprattutto con il proprio carattere. Carrie (Sofia Oxenham), la migliore amica di Jen dai tempi della scuola, è una timida e accondiscendente giovane avvocatessa che viene trattata da assistente e viene chiamata in causa solo per il suo potere, ovvero poter parlare con i defunti (molto utile quando si tratta di successioni e testamenti). Kash (Bilal Hasna), il fidanzato pigro di Carrie e rappresentativo della tematica della mascolinità tossica, può riportare indietro il tempo fino ad un certo punto e lo utilizza per riparare a malefatte e frasi sbagliate. Vorrebbe diventare un eroe agli occhi degli altri per avere fama e successo, e non per aiutare gli altri, e per raggiungere l'obiettivo vuole formare una squadra di vigilanti. Da segnalare assolutamente nel gruppo di giovani emergenti la performance di Luke Rollason nei panni di Jizzlord, il quarto coinquilino singolare e adorabile che ad un certo punto si ritroverà ad abitare l'appartamento.
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Famiglia (stra)ordinaria
Nel mentre Jen deve affrontare anche il peso della propria famiglia, che la soffoca e non la aiuta in questo percorso di auto-consapevolezza e di ricerca di se stessa. Uno dei poteri più spassosi è quello della madre (che bello ritrovare Siobhan McSweeney dopo Derry Girls) che controlla la tecnologia senza però saper usarla, o quello del patrigno che percepisce i pensieri di chi gli sta intorno senza però capirne l'autore. Non come la sorella minore di Jen, presto diciottenne, a cui riesce sempre tutto perfettamente e questo provoca invidia e astio nella protagonista. Il percorso che Jen intraprende insieme ad amici e familiari cerca di trovare una risposta alla domanda: in un mondo di persone straordinarie, come si fa ad essere straordinari, speciali, diversi? Ma soprattutto, in un mondo (il nostro) in cui c'è questa smania di farsi notare, complice la società dell'immagine in cui siamo cresciuti, non sarebbe molto più salutare rendersi conto che va bene essere solamente ordinari e anzi trovare forza in questo? In fondo si tratta di un obiettivo che spesso molte persone non riescono a raggiungere perché non riescono mai ad accontentarsi di ciò che hanno. Emblematico in questo senso è il rapporto di Jen con Luke (Ned Porteous), un ragazzo affascinante che ha il potere di lavorare (quindi figo ai più) ma che si vergogna di essere visto con lei e preferisce frequentarla di nascosto.
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Commedia romantica supereroistica
Dopo la prima metà in cui si affrontavano tutte queste tematiche, la protagonista Jen rischia di diventare respingente agli occhi degli spettatori per alcuni colpi di scena che coinvolgeranno la sua storyline e quella degli altri personaggi. Non solo: la creatrice Emma Moran, che ha scritto lo show come progetto universitario di laurea dimostrando di essere una futura penna promettente, sagace e assolutamente spassosa, si perde nello stesso mondo che ha creato, virando verso una commedia romantica supereroistica nella seconda metà. Che non è necessariamente un male e propone più di qualche scena emozionante ed iconica, ma perde l'unicità e l'originalità alla base del racconto, rimandando troppo la questione ad un'eventuale seconda stagione non ancora ordinata (e non è detto che accada). Un plauso va infine al presente futuristico presentato, messo in scena dai registi Toby McDonald (Ragdoll), Jennifer Sheridan (Rules of the Game) e Nadira Amrani (On the Edge) in modo assolutamente dinamico e tirando fuori i superpoteri più assurdi e disparati, che entrano nella quotidianità delle persone piuttosto che risaltare come qualcosa di straordinario.
Conclusioni
Arriviamo alla fine della recensione di Extraordinary un po’ tristi perché le ottime premesse della prima metà dello show si perdono un po’ per strada nella seconda metà, preferendo la commedia romantica e il romanzo di formazione, già visti da altre parti, al concentrarsi sull’assoluta novità alla base del serial e puntando troppo su una possibile seconda stagione. La scrittura della promettente Emma Moran è sapientemente condita di british humour e momenti già iconici, ma purtroppo nel complesso la serie perde la scommessa fatta in partenza.
Perché ci piace
- La scrittura sagace, geniale e divertente di Emma Moran che ribalta il concetto di superhero story.
- L’interpretazione di Luke Rollason come Jizzlord.
- Le tematiche che la serie porta alla luce come l’essere speciali e la mascolinità tossica…
Cosa non va
- … che però vengono dimenticate nella seconda metà preferendo la commedia romantica supereroistica.
- Troppe domande lasciate in sospeso per un’eventuale seconda stagione, non ancora ordinata.