Eterno Visionario, recensione: Michele Placido ci provoca con Pirandello

Pirandello e le sue opere sono più attuali che mai: Michele Placido ce lo ricorda con il racconto dell'origine della celebre opera "Sei personaggi in cerca d'autore", ispirata alla difficile convivenza con la moglie. In sala dal 7 novembre.

Fabrizio Bentivoglio è Pirandello in Eterno Visionario

Come sottolinea anche il titolo del nuovo film di Michele Placido, Luigi Pirandello, a quasi 90 anni dalla sua morte, continua a essere un Eterno Visionario. E, come tutti i visionari, si mantiene attuale. Nella pellicola, in sala dal 7 novembre dopo l'anteprima alla Festa del Cinema di Roma 2024, a interpretarlo è Fabrizio Bentivoglio, che ne ha già dato una versione differente in La balia (1999) di Marco Bellocchio. Ma abbiamo ancora molto fresca l'immagine di Toni Servillo nel ruolo dello scrittore nel successo La stranezza (2022) di Roberto Andò. Insomma: Pirandello è ancora molto presente.

Eterno Visionario Fabrizio Bentivoglio
Fabrizio Bentivoglio è Luigi Pirandello

Questo Pirandello però è molto più cupo: affranto dall'instabilità mentale della moglie, Antonietta Portulano (Valeria Bruni Tedeschi, anche lei nel cast di La balia di Bellocchio: è quasi una reunion), ha l'dea per una delle sue opere più famose: Sei personaggi in cerca d'autore. Mentre fa i provini per trovare gli attori giusti, scopre Marta Abba (Federica Vincenti, anche co-produttrice con Goldenart), che diventa presto la sua musa. E anche la donna di cui è innamorato.

Se la passione totale per il teatro di Marta è come un tonico per la creatività dell'autore, la vicinanza con lei lo costringe contemporaneamente a dover affrontare la dura realtà: la differenza di età è grande e lui è ormai anziano (quando si sono conosciuti Abba aveva 25 anni, Pirandello 58). Quello di Placido, che si è anche ritagliato il ruolo Saul Colin, agente letterario e collaboratore dello scrittore, è un Pirandello crepuscolare, che riflette sulla morte e sulla propria eredità. Sia artistica che familiare: se infatti la sua vita si conclude con l'assegnazione del premio Nobel, consegnato nell'autunno del 1934, il rapporto con i figli è stato invece conflittuale.

L'importanza di provocare il pubblico

Uno dei discorsi più interessanti di Eterno visionario è il rapporto con il pubblico. Quando Pirandello sta facendo le prove di Sei personaggi in cerca d'autore i produttori e i suoi collaboratori gli sconsigliano caldamente di proporre una storia così scabrosa agli spettatori. "Non sono pronti" si sente dire. Questo atteggiamento fa imbestialire il protagonista, che dice: "Il pubblico va provocato: bisogna prenderlo a schiaffi!". Un'idea completamente diversa dall'approccio contemporaneo che, anzi, ormai punta su algoritmi per offrire al pubblico ciò che gradisce di più. Qualcosa che sicuramente fa fare tante visualizzazioni, ma che sta portando a film e serie tv sempre più piatte e omogenee nel gusto.

Eterno Visionario Fabrizio Bentivoglio Valeria Bruni Tedeschi
Fabrizio Bentivoglio e Valeria Bruni Tedeschi in Eterno Visionario

Un autore come Pirandello è ancora attualissimo proprio perché era avanti, anche nella provocazione. Una funzione fondamentale dell'arte è anche scuotere, sorprendere, immaginare mondi e situazioni che non sono stati ancora pensati. E questo non si può fare se si sta costantemente a inseguire cosa vuole lo spettatore. Bisognerebbe riprendere in mano tutti i testi dell'autore anche solo per rendersi conto di questo.

Alto valore produttivo, ma non tutto funziona

Il valore produttivo di Eterno Visionario è alto: lo si vede nella bellezza delle scenografie di Tonino Zera e dei costumi di Andrea Cavalletto. Non tutto però funziona come dovrebbe: si parla di pazzia e sentimenti forti, certo, ma a spesso gli attori si lasciano andare a una recitazione troppo caricata, eccessiva, che sicuramente è efficace a teatro, ma sul grande schermo li fa sembrare spesso in overacting. Bentivoglio poi non ha l'accento siciliano dello scrittore, ma fa sentire spesso la propria origine lombarda. Una cosa che rompe il patto con lo spettatore.

Eterno Visionario Fabrizio Bentivoglio Federica Luna Vincenti
Fabrizio Bentivoglio e Federica Vincenti in Eterno Visionario

Il forte legame del regista con Pirandello è però palpabile, al punto che sembra identificarcisi totalmente: la riflessione sulla propria arte, le passioni, gli errori, il rapporto conflittuale con i figli, che sentono la presenza ingombrante di un padre famoso. Però non è abbastanza per fare di Eterno Visionario un prodotto totalmente convincente: sembra più adatto alla televisione che non al cinema.

Conclusioni

Michele Placido si identifica completamente in Luigi Pirandello, ritraendolo nella fase conclusiva della sua vita, in cui tira le somme sulla sua eredità, sia familiare che artistica. Il valore produttivo è alto, con ottimi costumi e scenografie, ma Fabrizio Bentivoglio interpreta Pirandello con accento lombardo invece che siciliano e questo rompe il patto con lo spettatore. Molti attori sono inoltre spesso in overacting. Le intenzioni sono sincere, ma il film finisce per sembrare più un prodotto televisivo che cinematografico.

Movieplayer.it
2.5/5
Voto medio
N/D

Perché ci piace

  • Il sincero affetto di Placido per Pirandello.
  • Costumi e scenografie.
  • Il discorso sulla necessità di provocare il pubblico.

Cosa non va

  • Fabrizio Bentivoglio interpreta Pirandello con accento lombardo.
  • Molti attori sono spesso in overacting.
  • Sembra più un prodotto televisivo che cinematografico.