Espiare il peccato originale
Due giovani fratelli vivono la loro pre-adolescenza abbandonati a loro stessi, vittime di una madre assente e alcolizzata, tanto da lasciargli il completo affidamento di un neonato, che i due nutrono e accudiscono amorevolmente ma incoscientemente. Dopo un pomeriggio di bisbocce i due si svegliano e scoprono che il piccolo è morto nel letto dove l'avevano lasciato. Qualche anno più tardi i due fratelli sono cresciuti portando dentro il dolore di questa perdita. Nick, il più grande, è diventato un uomo aggressivo e solitario, incapace di rapportarsi con le donne e ossessionato dal passato, mentre il fratello minore rifugia le sue angosce nell'eroina e deve fronteggiare una paternità senza moglie e senza lavoro, incapace di dare al figlio la minima stabilità necessaria.
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Probabile che l'intento dell'autore sia il voler far discutere sui risultati psicologici e comportamentali di un'educazione disfunzionale, con una madre alcolizzata che lascia i due figli in balia di loro stessi, affidandogli perfino un neonato, ma al di là del determinismo discutibile causato dal peccato originale che scatena le vicende, rimane sempre la sensazione che questo tipo di cinema sia troppo algido e abbia esaurito la sua carica provocatoria, che continua a affascinare i selezionatori dei festival ma anche a generare una visione passiva delle vicende, da parte di un pubblico che le percepisce troppo "distanti" per essere interiorizzate.