Il Re non si smentisce mai. Eric Cantona ha già dimostrato ampiamente di essere uomo di temperamento. Ora scopriamo anche che ama le sfide, e non solo quelle sportive. Dopo aver archiviato la pagina calcistica della sua vita, Cantona non vuole più parlare del passato, del mondo del pallone, ma concentrarsi esclusivamente sulla sua nuova carriera di interprete che condivide con la moglie Rachida Brakni. A Locarno il divo Eric arriva scortato da guardie del corpo. Cappello ben calcato sulla testa e un film decisamente scomodo da presentare. Regista e protagonista della pellicola è il muscoloso Hervé P. Gustave, noto per la sua fiorente attività nel mondo del porno. A scanso di equivoci, Les Mouvements du bassin non è un porno, ma attinge all'universo a luci rosse per stile registico, fotografia, temi, situazioni e (talvolta) personaggi. Ciò nonostante Cantona si è gettato con entusiasmo in questa nuova avventura cinematografica che aggiunge un ulteriore tassello alla sua filmografia sempre più ricca e varia. A rubargli la parola, però, il più delle volte è il simpatico Hervé, fiume in piena pronto per la prima volta a confrontarsi con il pubblico di un festival internazionale.
Hervé, Les mouvements du bassin è forse il tuo film autobiografico, però hai scelto di concentrare l'attenzione su una figura femminile e questa è una bella prova per il tuo egocentrismo.
Herve P. Gustave: Effettivamente il mio ego viene ridimensionato da questa scelta, però tra i protagonisti della storia ci sono sempre io. Io provengo dal porno. Le mie influenze cinematografiche sono state Kubrick, un po' di Godard, Cassavetes, ma non devo aver appreso bene la lezione, perché il mio film è brutto. Scherzi a parte, amo davvero Kubrick e Cassavetes. Lavorando nel porno mi sono costruito da solo sul divano e le mie influenze sono soprattutto pornografiche. In realtà sono timido e parlo molto. Sto facendo psicoterapia qui con voi. Mi piacerebbe che ci fosse qui i miei genitori. Mi ricordo che una volta mio padre è andato in videoteca e voleva comprare tutti i miei film per farli sparire dalla circolazione. Scegliendomi per Locarno, Olivier Pere ha cambiato la mia vita. Olivier, ti amo.
Rachida Brakni: Io conoscevo già Hervé e il suo modo particolare di lavorare perché mi ha diretto in On ne devrait pas exister. Quando ho letto lo script di Les Mouvements du bassin ne sono rimasta molto colpita perché l'ho trovato molto vero. Mi è piaciuto il suo sguardo sulle figure femminili.
Herve P. Gustave: Gli attori non lavorano con me per i soldi. Questo punto va chiarito perché vengono pagati molto poco. Quando si lavora con persone famose e non si possono pagare adeguatamente bisogna proporre qualcosa di interessante. A me piace lavorare sempre con le stesse persone, ma alcuni mi hanno risposto di no. Invece Eric, Rachid e Joanna Preiss hanno accettato di lavorare con me gratis anche se all'inizio la sceneggiatura non li aveva convinti, ma ne abbiamo discusso assieme.
Hervé, dopo 25 anni di porno perché questo cambiamento?
Hervé P. Gustave: Io continuo a fare porno. Di recente ho detto a una mia attrice: "Hai visto come recita bene Eric Cantona?" E lei ha risposto: "Perché? Fa dei porno?". In fondo per me film tradizionali e porno sono la stessa cosa.
Eric, noi ti abbiamo conosciuto come un uomo di grandissima personalità, ma il tuo personaggio è fragile, un perdente. Cos'hai in comune con lui?
Eric Cantona: Anche io ho una componente fragile. Noi uomini siamo complicati e possediamo tanti lati diversi del carattere. Per fortuna il mestiere di attore mi permette di esplorare tutti questi sentimenti. E' proprio questa la ragione per cui faccio questo lavoro. Siamo diversi anche perché sono diversi gli occhi delle persone che ci giudicano. In più nella mente umana c'è una continua evoluzione. Anche il nostro destino cambia e noi con lui.
Cosa ti ricordi dell'esperienza con Ken Loach?
Eric Cantona: Quella con Ken Loach è stata un'avventura artistica splendida. Anche questa con Hervé, anche se è stata completamente diversa.
Anche se non avete nessuna scena insieme, tu e Rachida lavorare nello stesso film. Chi dei due ha coinvolto l'altro nell'avventura?
Eric Cantona: Rachida aveva già lavorato con Hervé. Mi ha parlato di lui e poi ho letto la sceneggiatura di Les Mouvements du bassin. A volte è bello lanciarsi in avventure particolari.
Hervé, con la maturità smetterai di fare film a sfondo sessuale?
Hervé P. Gustave: Io sono un giovane adulto di quarantasei anni. La maturità non fa per me. Rivedendo il film ho trovato un sacco di difetti che spero il pubblico non abbia notato. Quello che faccio, nella vita e nel lavoro, è cercare di migliorare sempre.
Quale è il significato della danza del tuo personaggio che vediamo in tutto il film?
Hervé P. Gustave: La danza è una libertà che mi sono voluto prendere. Avevo voglia di uscire un po' dal ruolo e fare ciò che mi piace. A me piace danzare a casa o per la strada. La scena non era premeditata, ma il cinema mi rende felice e perciò ho deciso di inserire quei passetti di danza. E' stato uno sfogo terapeutico seguito ai problemi sorti sul set.
Rachida, in cosa è diverso Hervé rispetto agli altri registi?
Rachida Brakni: L'aspetto che meno mi piace del cinema è la dipendenza dalla tecnica. A volte sto sul set per ore aspettando che il tecnico del suono faccia il suo lavoro o che gli operai montino la cinepresa. A me interessa il lato umano, e in questo senso Hervé non si pone questo problema. Con lui si recita e basta.
Hervé P. Gustave: Per questo nel mio film ci sono molti suoni di aerei, auto che partono e che arrivano e così via.
Puoi parlarci del finale del film?
Hervé P. Gustave: Nel film il personaggio di Eric è un fascistoide, e alla fine mutila una persona che lo ha infastidito.
Eric Cantona: Non voglio giustificare la violenza, ma purtroppo è una cosa che capita ogni giorno. Un mio amico è morto al semaforo in seguito a una lite in cui è stato colpito con il crick dall'altro automobilista. Il mio personaggio si sente umiliato e ed è triste per il modo in cui la sua donna è stata trattata così reagisce facendo ciò che trova giusto.
Effettivamente il film è ironico, ma il finale è tragico.Hervé P. Gustave: Il finale l'ho potuto realizzare perché il produttore mi ha accordato una settimana di riprese in più per sistemare le cose. Mi piace la tragicommedia.
Puoi dirci quale è stato il giorno più bello della tua vita? E il più brutto?
Eric Cantona: Oggi è il giorno più bello della mia vita, ma domani risponderei un'altra cosa. Non rispondere è un modo per rispondere. Il giorno più brutto della mia vita è legato al più bello.
le musiche del film sono molto suggestive.
Hervé P. Gustave: Le musiche sono state composte in una settimana. Hanno dato un senso di cambiamento riaspetto a ciò che avevo in mente, ma mi piace molto il risultato.
Anche la scena finale è estremamente suggestiva. Quale era il sentimento che il tuo personaggio prova in quel momento?
Hervé P. Gustave: Nel finale, per me, il mio personaggio ha capito il senso della vita. Forse questa cosa non si capisce, ma ho lavorato molto su questa scena.
Nel film troviamo anche una grande quantità di animali.
Gli attori mi piacciono, ma le scimmie e i primati sono fantastici. Inoltre recitano bene, meglio degli attori. Io quando ballo sono vicino agli orango. Mi si potrebbe definire un orango albino. Le scene che vedete nel film sono state girate in un piccolo zoo vicino a Nantes. Io lavoro sull'innocenza perciò ci sono bambini, animali e questi attori che sono adulti innocenti. Gli animali sono fondamentali perché nessuno potrà mai criticare una scena con un cucciolo di orango e poi i produttori sono felici perché costa poco. Vorrei salutare il mio attore, l'orango di nome George. Mi piacerebbe che oggi fosse qui con noi.