Mozart a portata di bambino: il progetto del regista Enzo D'Alò è visionario e affascinante e coniuga le avventure di una serie amatissima dai più piccoli con una delle storie di maggiore impatto raccontate dal compositore. Lo speciale di 22 minuti dal titolo Pipì Pupù e Rosmarina e Il Flauto Magico, in onda su Rai YoYo sabato 1° marzo alle ore 18,30, anticipa la seconda stagione del cartone di 26 puntate (dall'8 giugno ogni sabato e domenica alle ore 17,30 con quattro episodi consecutivi fino al 20 luglio e poi in replica i 52 della prima stagione nella stessa fascia oraria) e una serie di iniziative legate al trio di simpatici personaggi.
Il progetto ripropone i protagonisti in una veste inedita, con i disegni di Annalaura Cantone, la colonna sonora di Daniele Di Gregorio e la sceneggiatura di Vincenzo Cerami. Prodotto da Rai Fiction e Cometafilm, in coproduzione con Francia e Lussemburgo, è già andato in onda in altri Paesi. La storia parte dai tre amici intenti a mettere in scena Il Flauto Magico nei panni di Pipino, Pupugeno e Rospamina, quando una meravigliosa avventura prende vita in un bosco magico.
Durante la messa in onda dei nuovi episodi sulla pagina Facebook del programma il pubblico troverà i segreti del making of del doppiaggio e il regista proporrà concorsi di disegno e di scrittura premiando i migliori disegnatori con una dedica speciale. Nella rubrica "Appunti di viaggio-racconta il tuo più entusiasmante" i piccoli spettatori si cimenteranno nel condividere le avventure più fantasiose in cui si siano imbattuti oltre che inviare foto per ottenere un fotomontaggio con i personaggi del cartone.
Tra le novità in arrivo anche il concorso "Scrivi una storia per Pipì Pupù e Rosmarina", nell'ambito della XII edizione del Busto Arsizio Film Festival: gli alunni delle scuole primarie dovranno inventare un testo e il migliore verrà premiato da Enzo D'Alò nell'ambito di un incontro presentato dall'autrice e produttrice Maricla Affatato.
Utilizzare personaggi legati al pubblico infantile in età prescolare per raccontare l'opera buffa, com'era chiamata la lirica, li avvicina al loro mondo. Penso sia importante nella tradizione musicale la contaminazione e mi piace inserire l'elemento delle grandi parodie che propone l'opera in maniera divertente e sorprendente. Questo speciale è un po' un gioco che reinventa i contenuti seguendo le vicende di due figuri che nel bosco rapiscono gli animali per farne giocolieri al circo e attrazioni dello zoo. Senza l'esoterismo attribuito a Mozart, si trova anche un messaggio ecologico quando lo stesso bosco si ribella per riprendersi i suoi abitanti. E i protagonisti cantano alcune romanze, riscritte in italiano.
Lo speciale sarà il primo di una lunga serie?
L'idea è quella di crearne altri, magari iniziando a lavorarci già nelle prossime settimane, per esplorare la tradizione lirica di tutto il mondo, dai francesi ai russi, passando per i nostri maestri italiani come Bellini e Puccini.
Perché iniziare proprio da Mozart? Il Flauto Magico è il più difficile e mi sembrava perfetto per iniziare la collezione. A volte, però, le cose nascono per caso. Stavo ascoltando l'opera e mi chiedevo cosa ne penserebbe un bambino, visto che a volte può risultare complessa anche per un adulto. In alcuni casi ha una storia esile, in realtà pretesto per la realizzazione musicale e io volevo che nel progetto la musica diventasse uno degli elementi della drammaturgia. Il bambino si concentra e si immedesima sui personaggi che conosce, ma è un'operazione capace di avvicinarlo ad una musica eterna. Starà poi al suo giudizio da adulto capire come sviluppare questa conoscenza.
Il tuo più vivido ricordo da piccolo è legato alla lettura o all'ascolto della musica?
Per darti un'idea, diciamo che se dovessi scegliere cosa portare su un'isola deserta opterei per libri e dischi, viaggerei leggero in quanto a vestiti. Ho sempre ascoltato ogni genere musicale, dal rock al jazz, ma il ricordo che mi viene in mente subito ripensando all'infanzia risale al mio settimo compleanno, quando i miei genitori, che sono napoletani, mi hanno regalato un giradischi bianco e rosso e una collezione di 45 giri di Peppino Di Capri. È nata così la mia cultura musicale.
Cosa ti colpisce nel cinema d'animazione attuale?
Principalmente due cose: il modo con cui alcuni autori sviluppano un mondo tradizionale in maniera digitale, un po' come ho fatto io con Pinocchio, e la capacità di realizzare operazioni realistiche. L'avvento di nuove tecnologie dovrebbe portare a realizzare cose più belle, che fino ad oggi si sarebbero potute solo immaginare.
In effetti mi stupisco di come a volte un grosso budget riduca la qualità della storia. Di certo pagare un bravo sceneggiatore non avrebbe influito sulle spese così tanto!
Quali film d'animazione le sono piaciuti di recente?
Innanzitutto quelli Pixar, come Monsters & Co.. e Ratatouille, che riprendono la tradizione Disney degli anni Cinquanta. A fare la differenza sono le storie e infatti su un bambino di oggi Biancaneve ha lo stesso effetto del tempo in cui è uscita al cinema, nonostante la tecnica del rotoscopio sia totalmente superata. Consisteva nel girare il film con attori in carne e ossa e sui fotogrammi i disegnatori ricalcavano i contorni dei personaggi per renderne realistici i movimenti.
Qual è il segreto?
Il merito va alla capacità di emozionare che riescono a trasmettere al pubblico ma per farlo il regista deve sperimentare quei sentimenti su sé stesso: questo è il primo segreto per ottenere una risposta emotiva negli spettatori. Ecco il motivo per cui credo fermamente nella tradizione europea, maggiormente autoriale.
Cosa ti riserva il futuro?
Sto scrivendo due progetti cinematografici per cui sto cercando finanziamenti e nel frattempo continuo a progettare i successivi speciali dopo quello di Mozart, augurandomi che conservino la stessa complessità che affascina sempre nei racconti.