Vive alla giornata, non fa piani né bilanci: Dylan O'Brien sembra una star atipica e, per certi versi, persino disincantata. Al 44° Giffoni Film Festival (Giffoni Valle Piana, 18-27 luglio) il pubblico si è accampato con tende e sacchi a pelo dal pomeriggio precedente pur d'incontrarlo, toccarlo o strappargli una foto. Il motivo è semplice: il migliore amico del protagonista di Teen Wolf (prossimamente su Fox con la stagione 4) ha rubato la scena al capobranco. E ora tocca a lui il ruolo di leader: in Maze Runner - Il labirinto, al cinema dal 18 settembre per 20th Century Fox, interpreta Thomas, un novellino senza memoria appena arrivato in un territorio sconosciuto.
Ambientato in un futuro distopico, come la maggior parte delle saghe young adult in sala di questi tempi (da Divergent ad Hunger Games, passando per Il gioco di Ender), è anch'esso tratto da una trilogia di romanzi, scritti da James Dashner ed editi da Fanucci. Anche in questo caso tocca ai ragazzi salvare il mondo dalla distruzione. "L'apocalisse - spiega l'attore - è un tema ricorrente. D'altronde il mondo sarebbe dovuto finire nel 2012, quindi direi che l'argomento è attuale. Anche se secondo me in questo film si parla dell'umanità e non della distruzione del pianeta, di come questi giovani reagiscono davanti a questo pericolo. In Hunger Games si combattono l'un l'altro, competono per sopravvivere, qui invece si punta sul bene che c'è in ogni essere umano, si crede nella bontà della nostra razza".
Esiste un futuro?
Personalmente, Dylan O'Brien non ci pensa più di tanto: "Non sono di quelli che si arrovella e non visualizzo neppure una carriera specifica per quanto mi riguarda. Mi piace lavorare con registi di talento e interpreti brillanti, da cui possa imparare. Sia chiaro, non parlo di imitazione, non farebbe piacere a questi grandi, però guardo con ammirazione a percorsi artistici di spessore come quelli di Robert De Niro o Tom Hanks, per fare solo due nomi. Al tempo stesso però cerco di trovare la mia voce, di puntare su quello che mi rende unico, quindi non escludo magari di dedicarmi alla regia, ma ancora non ho idea né del genere né delle tempistiche". In attesa di decidere in che direzione indirizzare il proprio lavoro, si lascia corteggiare sia dal cinema che dalla TV. "Penso che il piccolo schermo stia vivendo - parole sue - un'era d'oro e che negli ultimi cinque anni alcuni telefilm battano i film in termini di qualità. Al cinema ci sono idee trite e ritrite, riproposte in salse diverse per sbancare il botteghino e a volte si arriva sul set senza neppure un copione, mentre i telefilm stanno sperimentando di più e diventano ambiziose oltre ogni dire. A me piace guardare di tutto, ultimamente sono appassionato di House of Cards".
Uno, nessuno, centomila
Spesso i ruoli ricalcano le caratteristiche dei propri interpreti e la giovane star di Teen Wolf lo conferma: "C'è molto di me in ogni ruolo, rimango fedele a me stesso e cerco sempre di attingere alle mie emozioni per dar vita ad un personaggio. E più mi atterriscono e più mi spingo di catturarle e metterle in scena". La recitazione, insomma, lo ha aiutato moltissimo anche a livello personale: "Mi ha spinto ad essere non solo un professionista più preparato ma una persona migliore. Quando cresci come attore diventi un essere umano più completo. Per carità, non dico che voglio essere perfetto o che potrei mai diventarlo, perché ho un mucchio di difendi, ma punto a rendere la mia famiglia orgogliosa di me e questo viaggio include necessariamente l'evoluzione e il miglioramento". Per farlo bisogna rispettare le modalità e le tempistiche di ogni mezzo che si usa: "In tv - dice - a volte si deve per forza dire "Buona la prima!" perché devi portare a casa la giornata con determinate scene e non puoi ripetere un passaggio nelle varie sfumature, mi sembra già un miracolo riuscire a fare Teen Wolf, un prodotto così buono, con tempistiche così ridotte, anche se il lato positivo è che riesci ad esplorare sul lungo periodo tante sfumature del tuo personaggio. Viceversa dal cinema ci si aspetta sempre una resa da blockbuster, anche quando, come nel caso di Maze Runner, hai davvero un budget ridotto".