Al cinema la figura del vampiro ha sempre oscillato tra horror e romanticismo, tra l'eleganza e il grottesco, costantemente in bilico e di conseguenza mai uguale al racconto precedente. Di ematofagi non morti nell'immaginario collettivo ne esiste un numero spropositato di incarnazioni, con caratteristiche anche molto diverse ma, a fare da riferimento, è sempre stato il Dracula di Bram Stoker che, nel 1992, ha avuto un adattamento cinematografico tanto riuscito quanto ormai iconico: quello di Francis Ford Coppola.
A provarci però stavolta è Luc Besson con Dracula - L'amore perduto, un lungometraggio visivamente palesemente ispirato a quello di Coppola che però sceglie di prendere una strada differente, quella del film romantico, concentrandosi in particolar modo sulla brama di Dracula verso colei che è la reincarnazione del suo amore perduto da secoli. Il film sarà al cinema dal 29 ottobre ma è stato presentato in anteprima per l'Italia alla Festa del Cinema di Roma.
Un'ode all'amore perduto
Nella Transilavania del XV secolo il principe Vlad combatte con ferocia quelli che vengono etichettati come nemici di Dio e della Chiesa ma, ciò che lo rende veramente felice è trascorrere del tempo con sua moglie Elisabeta, per la quale ha una vera e propria venerazione. Durante un attacco, però, la sua amata consorte rimane ferita dalla spada che lui lancia verso un nemico, morendo poi tragicamente tra le sue braccia.
Da quel momento in poi Vlad sancisce il suo allontanamento da Dio anche se, ben presto, scopre che i suoi intenti hanno avuto conseguenze inaspettate: non può morire e per nutrirsi deve ingerire sangue umano. Consapevole del suo fato il principe concentra i suoi sforzi secolari per trovare la reincarnazione di Elisabeta e, dopo lunghissime ricerche, finalmente viene a conoscenza dell'esistenza di Mina, una donna di Parigi identica al suo amore perduto.
L'anima romantica del film
Il titolo originale del film è Dracula - A Love Tale ed esprime molto meglio di quello italiano l'intento di Luc Besson di riadattare l'opera di Bram Stoker in chiave sfacciatamente romantica. Quella che il regista porta al cinema, infatti, è una fiaba romance nella quale gli elementi più ambigui e oscuri della figura di Dracula vengono accantonati a favore dell'idea dell'uomo perdutamente innamorato e di un amore che resiste ai secoli e alla morte ma che, in qualche modo, è anche in grado di corrompere le anime che vi indulgono. Quella che nel film di Coppola e nel romanzo di Stoker è più un'ossessione che gela il sangue, qui diventa un fuoco, una passione che arde a dispetto dei secoli.
Questo cambiamento così radicale è certo quello che può far storcere il naso a tutti coloro che amano invece la componente più oscura e diabolica della figura del celebre vampiro, perché Dracula qui è, sì, malvagio ma allo stesso tempo viene mostrato come dilaniato da una sofferenza inarrestabile, una solitudine senza pari e senza sollievo alcuno che spinge lo spettatore ad empatizzare in qualche modo con il mostro e le sue sventure amorose. Certo, non possiamo negare che l'addolcimento del personaggio gli fa perdere allo stesso tempo un po' di mordente, il che, beh, senza volersi avvalere troppo di facili battute, costituisce un ossimoro che di certo non giova alla resa dell'opera.
Un buon cast
Il cast nella sua interezza funziona. Una riconferma per Besson è stato Caleb Landry Jones, che dopo l'incredibile ruolo in Dogman, si cimenta qui con un Vlad emotivo e talvolta sopra le righe, un personaggio che finisce per incarnare molti dei cliché attribuiti alla figura del vampiro anche se, in questo caso, con una forte componente umana a controbilanciare il resto. Insieme a lui Zoë Bleu, interprete di Elisabeta/Mina, Christoph Waltz nei panni di un prete ispirato chiaramente al personaggio di Van Helsing e Matilda De Angelis, calata nelle vesti di una vampira seguace di Dracula.
Tra citazioni e una colonna sonora irresistibile
Per quanto riguarda l'aspetto visivo, Dracula - L'amore perduto è un'enorme e consapevole citazione al film di Coppola: la scelta di diverse inquadrature, i costumi, il trucco e le acconciature, tutto sembra richiamare il cult degli anni novanta esponendo, però questa nuova pellicola ad un confronto che, purtroppo, non può vincere, né con la scrittura, né con la regia, anche se gli intenti delle due opere sembrano essere piuttosto diversi. A costituire elemento di vanto, invece è la colonna sonora: non c'è infatti da stupirsi se le musiche di Danny Elfman ti azzannano l'anima sposandosi alla perfezione con il lungometraggio e risultando allo stesso tempo malinconiche, magnetiche e coinvolgenti.
Conclusioni
Dracula - L'amore perduto è la nuova fatica di Luc Besson, un film che cita visivamente lo storico cult di Francis Ford Coppola prendendo al contempo una strada diversa: quella del film romantico. Una pellicola che a causa dell'edulcorata natura del personaggio perde un po' di mordente ma che può comunque vantarsi per un buon cast e una colonna sonora irresistibile.
Perché ci piace
- Le interpretazioni del cast.
- La colonna sonora di Danny Elfman.
Cosa non va
- La romanticizzazione eccessiva della storia di Dracula.
- Alcune scene un po' troppo grottesche.