Dopo quasi quattro anni di attesa dall'uscita americana, esce nelle nostre sale, grazie all'interessamento della Moviemax, uno dei film più amati e chiacchierati degli ultimi anni. Il regista Richard Kelly a Roma, per la promozione del film, ha incontrato la stampa.
Per prima cosa sarebbe interessante conoscere le differenze tra questa versione che vedrà il pubblico e il director's cut, anche rispetto alle possibilità interpretative? Richard Kelly: La versione director's cut è uscita in qualche cinema in America e in vari Festival e breve uscirà nel Dvd del film. Sostanzialmente è la versione più vicina alla pellicola originale che portai al Sundance nel 2001 e che è stata poi cambiata perché i finanziatori avevano molte paure che il film non funzionasse. A causa di questo timore, enfatizzato dal fatto che ero al mio primo film, sono stato costretto ad inserire molti più elementi di chiarimento come gli interventi della voce esterna, al posto di parti musicate. Sotto il profilo dei contenuti, entrambi le versioni sono ambigue e portate alla plurinterpretazione perché è nella natura del film stesso, ma possiamo dir che il director's cut è più focalizzato sull'aspetto science-fiction, mentre la versione cinematografica è maggiormente esoterica.
Che idea si è fatto relativamente all'insuccesso iniziale del film e allo statuto di cult-movie che ha poi raggiunto? Richard Kelly: Penso sia il destino di questo film il fatto che sia dovuto prima fallire. Sostanzialmente il problema è stato nella sua data di uscita a ridosso dell'11 settembre, periodo in cui ogni film ha avuto seri problemi e nella mancanza totale d'interesse nel pubblicizzarlo. Il fatto che poi invece ha avuto successo è per me doppiamente gratificante, perché è un successo arrivato per i meriti del film e non per le strategie di marketing. Io penso sia piaciuto molto per la sua complessità e per il fatto che è un film che necessita di più visioni, visto l'enorme numero di dettagli che lo contraddistingue. Questo è ciò che ha interessato il pubblico giovane ed è ciò che poi piace anche a me del film. E' un puzzle misterioso che costringe a districarcisi.
A cosa è dovuta la scelta di ambientarlo nell'autunno del 1988, durante la lotta presidenziale tra Bush e Dukakis? Richard Kelly: Perché personalmente l'ho vista come il simbolo della fine degli anni 80 e l'inizio di una nuova fase emblematica che ha inizio con la guerra nel Golfo. Quando abbiamo terminato il film non c'era ancora stato l'attentato teroristico alle Torri Gemelle e tutta la successiva catena d'eventi che questo ha portato. Il film voleva ironizzare e mostrare il modo di vita americano e anche comprendere perché il popolo americano non vuole cambiare le cose.
Ci può dire qualcosa riguardo al cast? Richard Kelly: Il gran merito di tutto va a Drew Barrymore che ha avuto il coraggio e la passione di dedicarsi al progetto un po' folle di un regista esordiente. Il copione è stato molto importante ma non quanto la sua partecipazione che ha spinto altri ottimi attori a legarsi al progetto.
Cosa ci può dire del suo nuovo film? Richard Kelly: Si chiamerà Southland Tales e la produzione inizierà nei primi mesi del 2005 dopo un anno di pre-produzione. Lo staff produttivo è il medesimo di Donnie Darko e sarà supportato da una nuova società: la Darko Enterteinment. Il film sarà un ibrido tra commedia, musical, thriller e fantascienza e sarà ambientato nel week-end del 4 luglio 2008 a Los Angeles, alla vigilia delle elezioni.