Quando si decide di fare un biopic la chiave dell'adattamento sta nel trovare una tematica da analizzare o un messaggio forte da veicolare, e poi costruirci tutto intorno. Una regola ferrea, che da una parte garantisce una coerenza strutturale, ma dall'altra rischia di sfociare nello scolastico, imbrigliando la creatività.

È quello che accade con Divertimento, la nuova pellicola della regista francese Marie-Castille Mention-Schaar ispirata alla vicenda della direttrice d'orchestra Zahia Ziouani, un titolo che affronta argomenti importanti, ordinato, ben scritto e anche ben recitato, ma in cui si lascia poco spazio alle sortite che rendono potrebbero renderlo vivace. Uno slancio d'autore, una trovata che possa fargli cambiare passo o qualche manipolazione alla struttura.
Qualcosa la pellicola la prova a fare nell'utilizzo della musica, specialmente nella scelta dei componimenti che decide di utilizzare e nella scelta di quando utilizzarli. Anche questo suo prezioso lato però alla fine più che diventare sinonimo di vitalità, rischia di divenire un prodotto matematico. Una pellicola troppo pensata in ogni sua aspetto, che è, guarda caso, la critica che ad un certo punto viene mossa anche alla protagonista.
Zahia e la musica

Per Zahia (Oulaya Amamra) la musica è tutto. Lo è fin da quando da piccola ha visto in tv un concerto in cui veniva eseguito il Boléro di Ravel. Alla vista di quello strano uomo che, da di fronte a tutti , li guidava con il movimento delle sue braccia, disegnando in aria una danza armoniosa. Il cuore pulsante della melodia. Una folgorazione che l'avrebbe guidata da lì in poi.
Non solo lei in realtà, ma anche la sorella gemella Fettouma (Lina El Arabi), al punto da portarle entrambe ad essere ammesse alla scuola di musica più prestigiosa di Parigi nonostante le umili origini e le poche possibilità economiche. Un traguardo raggiunto grazie al loro studio e al loro impegno, che però non è che il primo passo verso una meta ancora più difficile.

In quell'istituto le due si scontreranno con una realtà elitaria, che non le considera o che forse non le vuole proprio perché non posseggono nessuna delle caratteristiche giuste (la passione per la musica e le capacità non contano granché). Zahia però è troppo determinata per fermarsi di fronte a qualche bullo o a qualche porta chiusa in faccia. Le serve solo una guida, qualcuno che creda in lei.
Ma il Divertimento dov'è?

Come detto sopra, Divertimento è una pellicola che dimostra da subito una grande capacità di individuare i propri nuclei di interesse all'interno della vicenda reale che decide di adattare e di costruirci intorno la struttura. In primis c'è la musica come collante famigliare, un legame che unisce tutti i membri attraverso le generazioni. Il secondo invece è quello che si concentra sull'autoaffermazione della protagonista, che si ritrova a combattere contro una realtà chiusa e che la marginalizza per le sue origini algerine e per il suo status economico.
Questa parte la regista la legge in una struttura classica da coming of age, in cui la scuola diventa le metafora di una società che va contro i principi su cui è fondata, in questo caso la passione per quello che si fa e la meritocrazia, dato che l'unica variabile per trovare una posizione al suo interno è il livello della propria competenza. L'intreccio è di quelli canonici, in cui c'è l'apparizione di un mentore che sbariglia le carte rivelando la stortura di fondo e guidando verso la verità definitiva: la musica è linguaggio comune, libertà e inclusione, a prescindere dalle regole che qualunque impalcatura possa mettere.

Il problema di Divertimento è la misura che si da nel suo progressivo svelamento. Non è infatti tanto il percorso (già ampiamente visto) costruito per arrivare a tirare le somme del suo ragionamento, quanto le troppe soluzioni didascaliche che da subito dissemina in giro. Di fatto sin dal flash foward della prima scena c'è già tutto, ma non parliamo di bozze essenziali del pensiero da sviluppare, ma il pensiero stesso nella sua massima espansione. Questo rende alla stregua di un compito in classe, in cui bisogna avere cura di essere chiari senza lasciarsi scappare niente. "L'essenziale" della musica (e quindi del cinema) è però altro.
Conclusioni
La regista francese Marie-Castille Mention-Schaar in Divertimento guarda alla vicenda reale della direttrice d'orchestra Zahia Ziouani per affrontare tematiche importanti a livello famigliare e sociale, costruendoci intorno un biopic classico. Troppo classico, così classico da diventare un didascalico coming of age, "stra" pensato e "stra" ordinato, alla stregua di una prevedibile equazione matematica.
Perché ci piace
- Il film è chiaro e ordinato.
- Tematiche e messaggi sono ben affrontati.
Cosa non va
- Intreccio prevedibile.
- Struttura didascalica.
- Non c'è slancio o cambio di ritmo.