Noi e Annie: perché continueremo ad amare Diane Keaton

Grande interprete drammatica ma anche purissimo talento comico, Diane Keaton ha ridefinito l'immagine della donna nel cinema americano dagli anni Settanta in poi, con un irresistibile amalgama di ironia, vulnerabilità e carisma.

Un ritratto di Diane Keaton

"Sul palcoscenico si presenta una ragazza smilza. Penso che, se Huckleberry Finn fosse stato una bella ragazza, sarebbe stato così. Una ragazza che sembra doversi scusare perché sta al mondo (...). Ma posso dirvi che fu grande. Grande in tutti i sensi. Ci sono personalità che illuminano una stanza. La sua illuminava un viale". La presentazione di Diane Keaton, dipinta da Woody Allen fra tenerezza e adorazione nelle pagine dell'autobiografia A proposito di niente, fa riferimento al suo provino per Provaci ancora, Sam, nel 1968.

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Il Padrino: Diane Keaton nel ruolo di Kay Adams

Lei, all'anagrafe Diane Hall (trasformato in Keaton, dal cognome materno, per un problema di omonimia fra i tesserati del suo sindacato), aveva ventidue anni, si era trasferita da Los Angeles a New York per studiare recitazione, era stata ingaggiata come sostituta nel musical Hair e arrotondava lo stipendio con delle esibizioni canore nei night-club, esperienza rievocata da Allen quando, nel loro film più famoso, le farà cantare It Had to Be You e Seems Like Old Times, con quella voce delicata e carezzevole. Provaci ancora, Sam sarebbe andato in scena un anno più tardi, offrendo la prima, vera dimostrazione del suo talento, e nel 1970, con la commedia Amanti ed altri estranei, le si sarebbero spalancate le porte del cinema.

All'interno di una carriera che, da lì in poi, si sarebbe prolungata per oltre mezzo secolo, il decennio-chiave nel percorso artistico di Diane Keaton sono stati sicuramente gli anni Settanta: è l'epoca che non solo la vede lavorare in quasi tutti i suoi più grandi successi, ma in cui ha l'opportunità di far conoscere al pubblico un'immagine alla quale resterà sempre legata e che, in un modo o nell'altro, riuscirà a trasferire alla maggior parte dei suoi personaggi.

Ciò non significa che la Keaton non sia stata un'attrice versatile: per aver prova del contrario, basterebbe considerare i due 'rami' della sua filmografia in quel primo decennio di attività. Da un lato Kay Adams nella saga de Il Padrino di Francis Ford Coppola: nel film del 1972 è l'ignara fidanzata del Michael Corleone di Al Pacino, la cui naïveté viene infranta in quella sublime inquadratura finale, con la porta dell'ufficio di Michael che si chiude sul suo sguardo angosciato; ne Il Padrino - Parte II è una giovane moglie già logorata dalla vergogna e dal risentimento.

Il sodalizio con Woody Allen e la consacrazione di Io e Annie

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Manhattan: un'immagine di Diane Keaton e Woody Allen

Ma nel frattempo, Diane Keaton sviluppa anche il sodalizio con Woody Allen, ex partner nella sua vita privata e da allora suo partner sul grande schermo: dopo la trasposizione di Provaci ancora, Sam del 1972, per la regia di Herbert Ross, la Keaton mette a frutto la propria verve in due delle parodie firmate da Allen in quegli anni, Il dormiglione e Amore e guerra.

La naturale alchimia fra Woody e Diane, l'incastro perfetto dei caratteri e dei tempi comici segneranno, da allora, la storia della commedia americana: basti rivedere le loro adorabili schermaglie nell'indimenticabile Manhattan, del 1979, con la Keaton nei panni di Mary Wilkie, l'intellettuale sofisticata e snob che deride Ingmar Bergman al cospetto dell'indignato Isaac Davis, salvo poi rivelargli il suo lato più sensibile; e l'esilarante reunion della coppia nel 1993 nello spassosissimo Misterioso omicidio a Manhattan, il loro ultimo film insieme.

Annie Hall
Io e Annie: un'immagine di Diane Keaton e Woody Allen

Ma parlare di Diane Keaton e Woody Allen significa pure parlare di Io e Annie, o piuttosto Annie Hall, dal titolo originale che rende esplicito omaggio alla sua protagonista, sottolineando la compenetrazione fra il ruolo e l'attrice: una compenetrazione che, dal 1977 in poi, avrebbe contraddistinto la presenza stessa di Diane Keaton nel nostro immaginario collettivo. Fin dal livello, forse più banale ma affatto scontato, del look: quello stile inconfondibile, a base di pantaloni, gilet, cravatte e cappelli, frutto di un'eleganza disinvolta e un po' anticonformista, che avrebbe influenzato non poco la moda femminile degli anni a venire, e che la Keaton avrebbe riproposto puntualmente anche fuori dal set. Per arrivare poi all'essenza più profonda di Annie: la sorprendente fusione fra intelligenza e umiltà, fra vitalismo e malinconia, fra sensualità e timidezza; fra la volontà di emancipazione e l'attaccamento affettuoso alla famiglia e al proprio compagno, l'Alvy Singer di Woody Allen.

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Diane oltre Annie, da In cerca di Mr. Goodbar alla Louise Bryant di Reds

Annie Hall
Io e Annie: Diane Keaton nel ruolo di Annie Hall

Annie Hall, che esorcizza l'insicurezza canticchiando "la-di-da" e interrompe i propri discorsi fra risatine nervose e nuove frasi che si affastellano una sull'altra secondo il flusso dei pensieri, non è soltanto il ruolo-simbolo di Diane Keaton, quello che le farà guadagnare un sacrosanto premio Oscar come miglior attrice. È un personaggio che ha ridefinito, forse più di ogni altro, il modello stesso della commedia dagli anni Settanta in poi, con il suo amalgama fra il naturalismo di un'interpretazione quanto mai lontana da artifici teatrali e le sue piccole, dolcissime idiosincrasie, parte integrante della forza comica del film. In origine, l'opera viene concepita come il ritratto di Alvy e della sua crisi di mezza età, con il titolo Anhedonia e l'ispirazione principale da di Federico Fellini; ma durante le riprese, Woody Allen realizza che il nucleo della storia risiede nel suo rapporto con Annie/Diane, e Anhedonia diventerà Io e Annie.

Looking For Mr Goodbar
In cerca di Mr. Goodbar: un'immagine di Diane Keaton

Il capolavoro di Allen apre non a caso il periodo più variegato ed entusiasmante nella carriera di Diane Keaton, che nell'arco di pochi anni colleziona alcune delle sue performance più intense e memorabili. Nel 1977 è Theresa Dunn, giovane maestra appartenente a una famiglia conservatrice e bigotta, divisa fra la sua educazione tradizionalista e il richiamo della libertà sessuale e delle trasgressioni della vita notturna nel film In cerca di Mr. Goodbar di Richard Brooks; nel 1978 recita nel magnifico dramma bergmaniano di Allen, Interiors, a cui segue l'anno dopo il già citato Manhattan, altra pietra miliare della commedia romantica; nel 1981 veste i panni della giornalista Louise Bryant, paladina del femminismo e compagna di John Reed, nell'acclamato Reds di Warren Beatty, cronaca della diffusione del socialismo in America e del periodo della Rivoluzione Bolscevica; e nel 1982 divide la scena con Albert Finney nello struggente dramma familiare Spara alla Luna, diretto da Alan Parker.

Diane Keaton: i 5 migliori ruoli della star di Io e Annie Diane Keaton:  i 5 migliori ruoli della star di Io e Annie

L'ironia e il carisma di un'eterna antidiva

Somethings Gotta Give
Tutto può succedere: un'immagine di Diane Keaton

Da allora, Diane Keaton si sarebbe dedicata quasi esclusivamente al genere della commedia; del resto, Annie Hall sarebbe rimasta per lei una sorta di ideale alter ego, di cui sarà possibile trovare tracce in diversi ruoli successivi. Alla sua filmografia si aggiungeranno diversi altri titoli degni di nota e dagli ottimi responsi di pubblico: Baby Boom (1987), Il club delle prime mogli (1996) e Tutto può succedere (2003), firmato da Nancy Meyers, che a cinquantasette anni la riporta sulla cresta dell'onda grazie a uno script costruito a pennello sulla vivacità amabilmente nevrotica del suo personaggio-tipo, facendole conquistare un secondo Golden Globe e la sua quarta candidatura all'Oscar. In molti altri casi, purtroppo, Diane si lascerà ingabbiare in un sostanziale typecasting, comparendo in progetti non all'altezza di un talento di tale levatura; ma intanto, quel volto sorridente si è imposto come una presenza costante e familiare per intere generazioni di spettatori.

Reds: Warren Beatty e Diane Keaton in una scena del film
Reds: Warren Beatty e Diane Keaton in una scena del film

Diane Keaton è stata e rimarrà l'icona di Io e Annie e Manhattan, punte di diamante di un percorso talmente ampio da riservare sempre qualche sorpresa e capitoli da riscoprire: i tre film - Fiore selvaggio, Eroi di tutti i giorni, Avviso di chiamata - diretti fra il 1991 e il 2000, insieme alla regia di video musicali e perfino di un episodio di Twin Peaks; la suora mentore del Pontefice Jude Law in The Young Pope di Paolo Sorrentino; l'attività di fotografa e di scrittrice, incluso il memoir Oggi come allora.

Ma a rendere la sua scomparsa una questione così 'personale' per tanti di noi è soprattutto l'unicità assoluta del carisma di Diane: un carisma tanto più avvolgente quanto più ci appariva spontaneo e genuino, frutto di piccole, deliziose eccentricità e di un'autoironia che non avrebbe potuto essere più piacevole e rassicurante. Quell'autoironia che, grazie ai suoi film, avremo sempre l'occasione di ritrovare sullo schermo, come ai vecchi tempi... "Seems like old times", come ci cantava la sua Annie.