Non è vero che il cinema "camera e cucina" non ha più niente da dire nel panorama contemporaneo, anzi. Il tono dispregiativo con cui spesso lo si addita non si lega con i numeri che lo accompagnano quando si decide di fare le cose in grande. Basti pensare alle commedia di punta della filmografia di Paolo Genovese, accompagnate da un successo che ogni autore nostrano si augurerebbe ogni singola volta.

Di Noi 4 gioca con quell'idea di cinema lì e, pur in una fascia produttiva più bassa rispetto ai casi presi come esempio, costituisce una conferma della bontà di operazioni simili, che pongono la sceneggiatura e le prove attoriali in delle condizioni ottimali per esprimersi riguardo tematiche esistenziali portate in scena secondo un'impostazione teatrale. Ovviamente se si ha una chiarezza di fondo su cosa si voglia dire.
Chiarezza che ha sicuramente il team dietro il film, dal regista e produttore Emanuele Gaetano Forte agli autori di soggetto e sceneggiatura, Giovanni Anzaldo e Giulia Rupi, anche due dei quattro interpreti della pellicola insieme a Elio D'Alessandro d Roberta Lanave, questi ultimi impiegati anche in altri settori. Lo spirito della pellicola è quello della commistione espressa con la fierezza di creare qualcosa in modo totalmente indipendente.
I compleanni sono pericolosi

È il giorno del compleanno di Alda (Giulia Rupi) e per festeggiare si è deciso per una cena fatta in casa con i suoi migliori amici. Il suo compagno, Pier (Elio D'alessandro) è fuori a comprare qualche bottiglia di vino per accompagnare il pesce che si sta cuocendo in forno, e intanto a arrivano gli invitati, Rachele (Roberta Lanave) e Giamma (Giovanni Anzaldo).
I quattro compongono la più classica delle doppie coppie di amici da tutta la vita anche vista l'età comune che fa di loro un perfetto campione per rappresentare uno spaccato generazionale di quella fascia che va dai 30 ai 40 anni di età. Una fascia di età che ha diviso il mondo in vincitori e sfigati, tra coloro che sono riusciti a realizzare qualcosa di sostanzioso dal punto di vista economico e chi invece è stato tradito dai sogni che gli hanno insegnato raggiungibili e che ora senti di aver perso il proprio posto nel mondo.

Rachele non si sa bene che lavoro faccia, Giamma è un blogger squattrinato, Pier è un musicista che non è riuscito a sfondare e Alda è una donna che sente di volere un bambino, ma sa anche che per lei e il suo compagno è impossibile mantenerlo. Quest'ultimo argomento finisce per essere il leitmotiv della malinconica festa, che porta ad una trovata originale ed estemporanea. Se non si hanno gli strumenti economici per crescere un figlio in due, allora perché non farlo in quattro? E dopotutto chi potrebbe essere un quartetto di genitori migliori di chi si conosce da sempre.
Di Noi 4 e la forza della nostra generazione

Di Noi 4 vuole parlare ad una generazione di "aspiranti", di "desiderosi di essere". Una generazione che è spesso stigmatizzata per non crescere mai, costretta a rimanere figlia di quella precedente perché incapace di spingersi oltre l'odiarla senza riuscire a soppiantarla. La cosa interessante però è che l'operazione della pellicola nella sua interezza capovolge questo assunto, data la determinazione con cui si è riuscito a fare il film nonostante le difficoltà.
L'idea narrativa è quella di mettere i quattro protagonisti all'interno di un unico ambiente e giocare con gli spazi, sfumandoli tra geografici e intimistici. Per fare ciò vengono adoperate delle divisioni a mo' di fumetto, in grado quando di isolare e quando di unire i personaggi. Una trovata visiva che si accompagna all'idea di portare in sovrimpressione le parole dello script del film, utile per mettere in evidenza lo spirito metacinematografico del titolo e giocare con i primi limiti di budget (nessuna delle canzoni che si mettono durante la festa di odono a causa del costo dei diritti).

Ad impreziosire Di Noi 4 sono ovviamente l'affiatamento e le prove attoriali, che riescono a creare una geografia relazionale dinamiche e molto credibili, beneficando anche di una sceneggiatura non banale e assolutamente non paternalistica. La struttura è talmente chiara che anche nel momento in cui si decide di frammentare l'ordine cronologico il film continuare a filare senza intoppi. Forse avrebbe meritato una produzione più sostenuta o forse parte della sua forza sta proprio nell'artigianalità.
Conclusioni
Una variazione sul tema del genere più intimista del cinema italiano con uno spirito fortemente indipendente. Di Noi 4 gioca con un impianto teatrale che sfuma con una certa tendenza metacinematografica per creare un ritratto generazionale credibile, autoironico e a tratti disperato. Una bella riflessione sull’eredità, sia quella che si riceve e sia quella che si può lasciare a chi verrà dopo.
Perché ci piace
- Le trovate metacinematografiche sono buone.
- C'è un ottimo feeling tra gli attori.
- La gestione degli spazi funziona.
Cosa non va
- Ci sono dei passaggi ridondanti.