Dicembre, mese dei primi fiocchi di neve, della corsa ai regali, della cioccolata calda e, ovviamente, dei film natalizi da vedere a casa comodamente seduti sul divano, da soli o in compagnia. E se i grandi classici del genere ormai non vi soddisfano più, ci pensa Netflix ad arricchire ogni giorno il suo già vastissimo catalogo con tante pellicole dedicate al periodo più magico dell'anno. Questa volta, a fare il suo ingresso tra le proposte natalizie della piattaforma streaming è David e gli elfi, film di produzione polacca per la regia di Michal Rogalski. La pellicola ha come protagonisti David, un bambino che crede profondamente nel Natale e Albert, un elfo stanco del proprio lavoro che fugge nel mondo reale per ritrovare quello spirito natalizio che ormai sente di avere perduto. Come vedremo nella nostra recensione di David e gli elfi, il film si propone di essere un po' diverso dal solito, con un elfo disilluso e un Babbo Natale che fuma e che non ha la minima fiducia nel genere umano; purtroppo questa idea originale non è supportata da una buona costruzione dei personaggi né da una trama scorrevole.
Un incontro speciale
Mentre a casa di Babbo Natale (Cezary Zak) fervono i preparativi in vista della notte più magica dell'anno e l'elfo Albert (Jakub Zajac) conquista per il quinto anno consecutivo il titolo di dipendente dell'anno per il suo incrollabile spirito natalizio, David, un bambino di 10 anni con la passione per il Natale, si prepara a trascorrere le feste insieme alla sua numerosa famiglia. Per David, si tratta dell'ultimo Natale tra la neve e i canti natalizi perché i suoi suoi genitori, il padre Piotrek (Michal Czernecki), un adulto dallo spirito fanciullesco, e Hania (Anna Smolowik), una donna decisamente pragmatica, hanno trovato lavoro a Varsavia, dove stanno per trasferirsi. L'ultima notte tra le montagne regala, però, al ragazzino un'emozione senza precedenti: passeggiando con il padre, quest'ultimo gli indica in cielo un punto in cui Babbo Natale e l'elfo Albert, invisibili all'occhio umano, stanno viaggiando con la propria slitta. Sia il ragazzino che Albert sono entusiasti perché, finalmente, i loro sogni sono stati esauditi: il primo ha visto un elfo, il secondo è stato visto per la prima volta. Un anno dopo, i due si rincontrano a Varsavia, dove David cerca (senza successo) di abituarsi a quella nuova vita di città, e Albert, stanco del proprio lavoro, decide di recarsi per trovare quell'unico bambino che è riuscito a vederlo.
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Il vero significato del Natale
Il film diretto da Michal Rogalski si pone come obiettivo quello di portare sullo schermo il vero significato del Natale; una ricorrenza che non rappresenta solo l'occasione per scambiarsi dei regali ma che, invece, dovrebbe costituire un momento di condivisione da trascorrere con le persone care. Il personaggio che realmente incarna questo spirito natalizio nel film, però, non è né Babbo Natale, che ormai ha perso completamente la fiducia nel genere umano, né l'elfo Albert, oberato da un lavoro talmente stancante e privo di soddisfazioni da avergli portato via tutto l'entusiasmo per le feste. É infatti David l'unico ad aver compreso il vero significato del Natale e che aiuterà Albert a capire che, per essere amato dagli altri, non è necessario ricoprirli di doni. Ma il ragazzo non sarà d'aiuto solo all'elfo che sembra aver perso per sempre lo spirito natalizio; si dimostrerà capace di riportare l'amore e la fede anche nel cuore della sua famiglia. In questo, David e gli elfi si dimostra profondamente diverso dai film di Natale ai quali siamo abituati; accade di rado, infatti, che sia un essere umano a dover riportare la magia nei cuori delle creature fantastiche.
Narrazione altalenante e personaggi deboli
Uno dei difetti più significativi del film risiede sicuramente nel suo ritmo. Un'introduzione eccessivamente lunga ci porta ad arrivare con troppa lentezza al cuore della storia che, di conseguenza, risulta in alcuni punti un po' tirata via; così come, a causa della mancanza di tempo, appaiono poco approfonditi i suoi personaggi. Soprattutto l'idea di Albert sul vero significato del Natale non evolve gradualmente; l'elfo, infatti, passa dal credere che, per essere amato, debba ricoprire le persone di regali a comprendere improvvisamente il vero significato del Natale. Stessa sorte tocca alla madre di David, la quale muta la sua considerazione verso la festività solamente grazie a un regalo ritrovato in casa e capace di rievocarle ricordi d'infanzia. Un escamotage tanto forzato quanto incongruente. L'unico personaggio degno di nota finisce per essere Babbo Natale, soprattutto grazie alla diversità con la quale viene portato sullo schermo; egli, infatti, ci viene presentato in modo completamente distorto rispetto a quello a cui siamo abituati: un Babbo Natale, scorbutico, con il sigaro perennemente in bocca e con una scarsa fiducia nel genere umano. Molto divertenti risultano i suoi aneddoti su come, le persone a cui porta i regali, abbiano la tendenza a scambiarlo per un ladro che tenta di intrufolarsi in casa loro.
Conclusioni
Come abbiamo visto nella recensione di David e gli elfi, il film vuole approfondire quello che è il vero significato del Natale, portando sullo schermo una storia che si rivela piuttosto originale e atipica rispetto ai classici delle feste a cui siamo abituati. Peccato per il ritmo della trama, troppo altalenante, ed il mancato approfondimento dei personaggi principali.
Perché ci piace
- Storia originale rispetto ai classici film natalizi.
- Personaggio di Babbo Natale atipico e sorprendente.
Cosa non va
- Ritmo della narrazione altalenante.
- Mancato approfondimento dei personaggi.