Tutte le volte che Daniel Day-Lewis ha abbandonato la recitazione

Dopo Il filo nascosto, Daniel Day-Lewis aveva annunciato il suo ritiro dalla recitazione ma il ritorno in scena del tre volte premio Oscar è stato da poco confermato.

Daniel Day-Lewis ne Il filo nascosto

Daniel Day-Lewis e Hayao Miyazaki hanno più di una cosa in comune anche se sono nati a parecchi chilometri di distanza l'uno dall'altro. Cominciamo dalla più ovvia: sono entrambi due autentici giganti. Daniel Day-Lewis è uno dei più grandi attori mai apparsi sul grande schermo. Hayao Miyazaki è uno dei più geniali registi della storia del cinema.

Il filo nascosto: un primo di Daniel Day-Lewis
Daniel Day-Lewis in una scena de Il filo nascosto

Hanno ricevuto tre Oscar a testa e non è certo da tutti. Sono, per certi versi, personalità sfuggevoli in un mondo, quello dell'intrattenimento, che se già di per sé è intrinsecamente sposato al concetto di apparire a tutti i costi e in ogni dove, lo è ancor più oggi con i social. E hanno tutti e due un serio problema col riuscire a mantenere la parola data quando si parla di "addii" alla recitazione o alla regia.

Daniel Day-Lewis torna sul set a sette anni di distanza da Il filo nascosto

Ve ne abbiamo parlato giusto qualche ora fa. Daniel Day-Lewis (e Sean Bean) sono stati avvistati sul set di un film, come testimoniato da alcuni scatti proposti dal Daily Mail che hanno, inevitabilmente, fatto il giro dei social. Il film al quale stanno lavorando s'intitola Anemone e vede, dietro alla macchina da presa, Ronan Day-Lewis, figlio ventiseienne dell'attore che, normalmente, fa il pittore ed è qua al suo debutto come regista. Prodotto dalla Focus Features, lo studio che ha realizzato anche l'opera con l'ultima interpretazione ad oggi di Daniel Day-Lewis, Il filo nascosto di Paul Tomas Anderson, Anemone è stato scritto a quattro mani dai due Day-Lewis, padre e figlio. Viene descritto come un'esplorazione delle intricate relazioni tra padri, figli e fratelli, nonché delle dinamiche dei legami familiari. Daniel Day-Lewis guida un cast che vede coinvolti anche il già citato Sean Bean, Samantha Morton, Samuel Bottomley e Safia Oakley-Green. Un progetto che, inevitabilmente, viene salutato con grande contentezza e soddisfazione da parte del presidente di Focus Features, Peter Kujawski che nel comunicato ufficiale spiega:

Non potremmo essere più entusiasti di così di collaborare con un brillante artista visivo come Ronan Day-Lewis in quello che è il suo primo lungometraggio realizzato insieme a Daniel Day-Lewis come suo collaboratore creativo. Hanno scritto una sceneggiatura davvero eccezionale e non vediamo l'ora di mostrare al pubblico la loro creazione.

Da Martin Scorsese ad Anemone: tutti i ritorni in scena di Daniel Day-Lewis

Così come Hayao Miyazaki, dal 1997 e dal post Princess Mononoke, non ha mai mantenuto la parola tutte le volte che ha annunciato il suo ritiro dall'attività di regista, anche Daniel Day-Lewis ha, sostanzialmente, fatto sempre la stessa cosa. Curiosamente anche quasi con le stesse tempistiche e un iter un pizzico differente. Dopo The Boxer di Jim Sheridan, uscito nel 1997, Daniel Day-Lewis decise infatti di lasciar perdere con la recitazione per fare il calzolaio, una scelta di vita che non venne pubblicizzata sostanzialmente in alcun modo da lui o dal suo staff. Certo, non era finito a fare il garzone in una botteguccia di paese, ma della rinomata Stefano Bemer - Shoemakers di Firenze, ma si trattava in ogni caso di una scelta audace per una star che, sulla mensola dell'ufficio, aveva già un Oscar come Miglior attore per Il mio piede sinistro. Per riportarlo sul set di un film fu necessario l'intervento di un Martin Scorsese del tutto determinato ad averlo nei panni di William "Bill il Macellaio" Cutting in Gangs of New York.

Leonardo DiCaprio con Daniel Day-Lewis in una scena di Gangs of New York
Daniel Day-Lewis e Leonardo DiCaprio in Gangs of New York (2002)

Dopo la pellicola di Martin Scorsese, resta in attività concedendosi comunque con "parsimonia" e attenzione a Hollywood: dopo il lungometraggio del regista di Toro Scatenato, prende parte a soli cinque film in quindici anni. Tanto basta per portare a casa altre due statuette dorate come Miglior attore, per Il petroliere di Paul Thomas Anderson e per Lincoln di Steven Spielberg. Poi, dopo Il filo nascosto, per "assumersi la responsabilità della cosa" come ebbe modo di spiegare in seguito, la sua portavoce aveva annunciato, urbi et orbi, il suo ritiro dalle scene.

La speranza di vederlo di nuovo calcare il set di un film sì è fatta via via più intensa a inizio 2024. Prima grazie a un suo misterioso avvistamento in compagnia di Steven Spielberg e di Jim Sheridan fuori da un ristorante in quel di New York, poi "per colpa" di Martin Scorsese che, ricevendo proprio dalle mani di Daniel Day-Lewis il premio come miglior regista per Killers of the Flower Moon nel corso dei National Board of Review Awards, si era lasciato andare a una esternazione pregna di speranza circa la possibilità di poter, un giorno, girare un terzo film insieme dopo L'età dell'innocenza e il già citato Gangs of New York. Ora sappiamo che il suo ritorno alla recitazione non ha nulla a che fare con gli autori citati qua sopra, ma poco importa: quando a non tener fede alla parola data è un attore come Daniel Day-Lewis non possiamo che essere lieti della cosa.