Ci sono personalità dello spettacolo - cinema, tv o musica che sia - che è sempre difficile andare a toccare, soprattutto se hanno letteralmente plasmato una buona fetta della nostra storia dell'intrattenimento. Come ad esempio Paolo Villaggio, genovese classe 1932, scomparso nel 2017 e per la maggior parte di noi indissolubilmente legato al personaggio del ragionier Ugo Fantozzi, simbolo dell'impiegato italiano medio, continuamente vessato e tarpato nell'ambizione. Un film tv biografico che ricordasse l'autore e attore, realizzato da Rai Fiction e Ocean Productions, non poteva quindi che intitolarsi Com'è umano lui!, in riferimento ad una delle più celebri battute del personaggio (appunto, "Com'è umano lei!"), perfetto riassunto della sua personalità permissiva e accondiscendente arrivato su Rai1 in prima serata e su RaiPlay.
Una trama... biografica
Com'è umano lui! segue le tappe classiche del biopic: si parte dall'adolescenza di Paolo Villaggio (Enzo Paci), con i suoi sogni artistici mentre intratteneva gli amici nel quartiere che facevano a pugni con la facoltà di giurisprudenza che i suoi genitori benestanti (Augusto Zucchi ed Emanuela Grimalda) volevano finisse a tutti i costi, per assicurargli un futuro e una stabilità lavorativa. Ma lui era "un fannullone perdigiorno" insieme agli amici Fabrizio De Andrè (Andrea Filippi) e Piero 'Polio' Repetto (Andrea Benfante) che fece innamorare proprio grazie al suo saper far ridere gli altri Maura (Camilla Semino Favro, teniamola d'occhio), la ragazza più bella del posto.
Seguono poi i principali avvenimenti che lo porteranno al successo: la gravidanza inaspettata di Maura, il lavoro di impiegato presso la Cosider trovatogli dal padre e quello di attore al Teatro Stabile di Genova, l'incontro con Maurizio Costanzo e il trasferimento a Roma e Milano, grazie all'invenzione quasi per caso di personaggi iconici come Giandomenico Fracchia o il Professor Kranz, raccontando l'Italia degli anni '60, non molto dissimile dal Paese contemporaneo.
Un biopic classico... che più classico non si può
Com'è umano lui! è stato realizzato in occasione dei 100 anni della Radio e dei 70 anni della Rai e si inserisce perfettamente tra i biopic di produzione Rai sui grandi che ne hanno fatto la storia italiana, anche artistica, proprio nei giorni in un cui è stata annunciata una miniserie su Mike Bongiorno in occasione del centenario dalla nascita.
A dirigere il film tv è stato chiamato Luca Manfredi che, oltre ad essere cresciuto respirando il mondo dello spettacolo insieme al padre Nino, ha voluto omaggiare il genitore qualche anno fa in un lungometraggio televisivo per poi farlo anche con il grande Alberto Sordi. Ora tocca a Paolo Villaggio, la cui vita però viene trattata come quella di tanti altri aspiranti artisti che pensavano di non farcela e avevano molti a remargli contro (anche se, in fondo, ha sempre avuto l'aiuto economico dei genitori).
Forse per rappresentare l'uomo comune, l'impiegato medio chiuso tra quattro mura in un ufficio che vorrebbe solamente evadere da quella che considera una prigione quotidiana in cui deve sempre timbrare il cartellino, che gli regalerà il suo personaggio più famoso (d'altronde, "scrivi di ciò che conosci"). Tutti elementi che torneranno nei film, dedicati al ragioniere più famoso d'Italia: il Megadirettore Galattico, la signorina Silvani, il ragionier Filini e così via. Il risultato però è piatto e poco ispirato, una sequela di eventi che non subisce mai davvero profondi scossoni anche nei momenti di crisi, che non si riempie mai del pathos narrativo che dovrebbe esistere in questo tipo di racconti. Alla fine fila tutto sempre liscio, come l'olio.
Punto di rottura
C'è solamente un momento, a circa metà del film, in cui sembra esserci una svolta anche a livello di tono, che altrimenti si mantiene sempre sulla commedia d'intrattenimento leggera, quando c'è quel riso amaro, quella comicità velata di tristezza di Villaggio alla festa aziendale natalizia... Purtroppo rimane solo un momento, un lampo di ciò in cui poteva evolversi il progetto nella seconda parte, anche in rappresentazione di quel patetismo di fondo del popolo che i suoi personaggi rappresentavano quando andavano a scontrarsi con i "poteri forti". Nemmeno Enzo Paci brilla come Paolo Villaggio: non per demerito suo, in fondo gli somiglia e riesce a restituire il piglio comico dell'attore, anche se spesso sembra un'altra persona rispetto al Paolo della vita quotidiana; forse per la maschera come quella della commedia dell'arte che andava ad indossare quando saliva su un palco o entrava in scena. A causa di una scrittura svogliata e regia altrettanto canonica, anche gli altri personaggi sono meri punti lungo la linea della sua esistenza raccontata per immagini, tra i quali emerge solamente Maura per come sostenga sempre fino in fondo il marito, contro tutto e contro tutti.
Conclusioni
Com’è umano lui! è un film tv davvero canonico e poco ispirato sulla figura di Paolo Villaggio, che racconta i suoi esordi fino al successo travolgente ma manca di quel piglio comico che ha sempre contraddistinto la sua figura e soprattutto manca di una qualche originalità nel racconto biografico. Lo si va semplicemente ad “aggiungere al mucchio” di biopic Rai dedicati ai grandi della nostra Storia, complice il doppio anniversario che ricorre quest’anno tra radio e tv del servizio pubblico italiano.
Perché ci piace
- L’idea di celebrare una figura importante tra cinema e tv come quella di Paolo Villaggio.
- La Maura di Camilla Semino Favro.
- Enzo Paci si trasforma in Villaggio soprattutto nell’espressione e nel tono di voce…
Cosa non va
- …che però sembra fare a pugni con il Villaggio della vita quotidiana.
- Scrittura e regia poco ispirate.
- Il film segue tutti i canoni del biopic, senza mai uscire dal seminato.