Come far litigare mamma e papà: “Un family movie formato bambino” per Giampaolo Morelli e Carolina Crescentini

Tra sorrisi ed equivoci, Gianluca Ansanelli scrive e dirige una commedia per tutta la famiglia, in cui un vispo bambino fa di tutto per far separare i propri genitori. Al cinema.

Carolina Crescentini, Giampaolo Morelli e il piccolo Andrea Condè

Com'era il detto? Tra moglie e marito, non mettere il dito. Certo, ma se il dito in questione è quello di un un bambino, le cose cambiano. Da questo spunto, ecco Come far litigare mamma e papà, family movie diretto da Gianluca Ansanelli e scritto insieme a Tito Buffulini. Non uno script originale, ma inspirato liberamente ad un altro film, ossia La mia famiglia a soqquadro di Max Nardari. Per il regista, questa è "una storia di bambini". "Un film che non prende una posizione netta", secondo Ansanelli, "Ma è chiaro che al centro ci siano due genitori che si vogliono molto bene. E per il figlio questa è una dimensione particolare, perché nella sua classe i compagni hanno quasi tutti i genitori separati".

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Judith Schiaffino e Andrea Condè, i piccoli protagonisti

I genitori in questione, Miriam e Stefano, sono interpretati da Giampaolo Morelli e Carolina Crescentini, mentre il vero protagonista, il piccolo Gabriele, è interpretato dal vispo Andrea Condè. Nel cast anche Valentina Barbieri ed Elisabetta Canalis.
La storia? Appunto, quella di Gabriele, asfissiato dalla felicità perfetta della propria famiglia, che dedica lui ogni tipo di attenzione. Tuttavia, Gabriele vorrebbe una vita come quella dei suoi compagni di classe: doppie vacanze, doppie case, doppia paghetta. Allora, quando scopre che mamma e papà stanno pensando di trasferirsi in campagna, escogita un piano con l'aiuto dell'amichetta Rebecca (Judith Schiaffino): non resta che far litigare i propri genitori!

Come far litigare mamma e papà: commedia per tutta la famiglia

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Foto di gruppo: Valentina Barbieri, Andrea Condè, Giampaolo Morelli e Carolina Crescentini

"La famiglia è cambiata molto in questi anni, avere genitori separati è quasi la normalità", dice Giampaolo Morelli, presentando Come far litigare mamma e papà. "Avere dei genitori separati, agli occhi dei bambini, è un vantaggio pratico. Anche se il protagonista del film mette in piedi il piano perché non vuole trasferirsi fuori città. Però è chiaro che oggi la famiglia sia cambiata. Per me si può essere felici in ogni situazione, purché si faccia tutto in modo civile". Per Carolina Crescentini, "La famiglia è cambiata sotto tanti punti di vista: Gabriele però non vuole i genitori separati, anche se i suoi amici normalizzano questo aspetto. Lui vorrebbe solo che la sua vita non cambiasse. Le cose sono mutate, ovvio: prima si poteva crescere in un ambiente poco amorevole, anche se un ambiente così ha forti conseguenze verso i figli".

Un set pieno di energia

Ma com'è stato il rapporto del cast adulto, rispetto all centralità dei protagonisti più piccoli? Lo spiega Giampaolo Morelli: "Mi rapporto con loro come se fossero dei colleghi. Anche perché i bambini che vogliono fare gli attori sono spesso molto seri... Ti guardano male se cazzeggi! Certo, qui è pieno di bambini, ed è bello vedere il rapporto che si creava tra loro. Hanno fatto squadra, c'era energia e allegria sul set". Per il regista, i bambini "Sono abituati a giocare con la recitazione. Anche a casa. Hanno meno filtri, meno sovrastrutture", e prosegue, "Poi portano dei momenti emozionanti. Per dire, c'è una scena con i due protagonisti che si danno un bacino. È stata la prima volta per loro. Quell'emozione lì viene restituita anche nel film: pur essendo estremamente e ovviamente casta, è una scena emozionante".

Alla ricerca della felicità

Alla base di Come far litigare mamma e papà c'è però l'amore. Per Giampaolo Morelli, "Anche in caso di separazione bisogna lasciarsi con pazienza e amore. Mi rendo conto sia difficile, ma è importante". Secondo Carolina Crescentini, "L'onestà all'intero di una relazione è fondamentale. E bisogna essere onesti anche quando ci si lascia. Bisogna fare squadra, perché la vita è tosta. E poi è necessario sdrammatizzare il più possibile". Un discorso rafforzato da Gianluca Ansanelli: "Sono padre, e puoi dire tutte le parole che vuoi ad un figlio, ma se non sei felice, non sei credibile. I personaggi fanno delle azioni che si definiscono. I bei discorsi non bastano, bisogna mostrare ai figli come essere felici, senza far del male agli altri".