Il ritorno del varietà. Improvviso, esplosivo e al femminile, grazie all'indiscusso talento di Virginia Raffaele. 7 lunghi anni dopo la felice esperienza vissuta su Rai2 con Facciamo che io ero, l'attrice, comica, imitatrice e conduttrice è stata promossa su Rai1, con un one woman show che ha illuminato il prime time di inizio 2024. Colpo di Luna, omaggio al leggendario Teatro 10 firmato Lelio Luttazzi, Alberto Lupo e Mina, ha trasformato il Teatro 5 di Cinecittà e di felliniana memoria in un minimalista e metaforico Luna Park, luogo in cui Raffaele è realmente cresciuta, essendo figlia di giostrai, con un Auditel che ha così sentenziato: 3.320.000 spettatori e il 20% di share.
Di tutto e di più
Un enorme studio iper tecnologico ma volutamente punto d'incontro tra gli anni '60 e i '2000, con il bianco a dominare una scena segnata da videowall, botole magiche e occhi di bue, con un ricco corpo di ballo, orchestra dal vivo, pubblico presente e non pochi ospiti al debutto, ovvero il sempre troppo sottovalutato Fabio De Luigi, che ha diretto Raffaele al cinema in Tre di troppo, Stefano Accorsi, Pietro Castellitto, Giorgio Quarzo Guarascio, Gigi Marzullo, un infinito Gianni Morandi, Noemi e Benedetta Porcaroli. Punti fermi del programma al fianco della conduttrice il discutibile Francesco Arca, qui 'valletto' decisamente troppo presente, e Maurizio Ferrini, aka l'ormai ubiqua Signora Coriandoli rilanciata da Fabio Fazio a Che Tempo che Fa, ma soprattutto Gigi d'Alessio e Carlo Conti, per una volta 'spalla' chiamato ad intervistare personaggi celebri imitati da Virginia. Pronti, via e all'esordio una Raffaele con abito fluo sixties ha estratto dal proprio cappello a cilindro una meravigliosa e sbiascicante Patty Pravo, fino ad oggi mai omaggiata con la sua proverbiale ironia e maestria, regina di maschere non solo posticce, perché Virginia ha preso la tradizionale e inflazionata intervista con l'ospite di turno per smontarla e farla a pezzi, giocando con l'intervistato come la Victoria Cabello dei tempi che furono.
Dietro la maschera
Ma non contenta è andata oltre, perché in Colpo di luna Raffaele fa semplicemente tutto. Presenta, ovviamente, imita, balla e canta, mentre Duccio Forzano la riprende dall'alto, senza che la diretta interessata guardi necessariamente in camera. Poi basta un niente per trasformare il tutto in musical, con cambi di ritmo fuoriusciti da un bagaglio che negli ultimi 10 anni di si è visibilmente arricchito di esperienze e racconti, immagini, suoni e colori. Gestire la prima serata di Rai1 non è cosa da tutti e la padrona di casa ha pagato un'iniziale emozione a dir poco giustificabile vista l'attesa nei confronti dello show e le risorse messe a disposizione dall'azienda, sciogliendosi e volando altissimo nei momenti più a lei congeniali. Quelli in cui diventa inarrivabile imitatrice.
Regina di imitazioni
Il migliore di tutti Aridaje Cartabianca, in cui si è trasformata in una sublime, arrogante e sboccata Bianca Berlinguer, proprio in queste ultime ore al centro del chiacchiericcio televisivo per dei fuorionda mandati in onda da Striscia la Notizia. Già con il suo secondo Sanremo Raffaele aveva ampiamente fatto capire di voler indossare la sua faccia, e non quella di altri, ma è chiaro che quando Virginia fa sua una qualsivoglia maschera accende un riflettore direttamente in faccia allo spettatore, perché perfezionista nei tic, verbali o non, nonché autrice sopraffina di testi che trasudano intelligenza, ironia, cinismo. Anche l'inedita imitazione di Barbera Alberti, da questo punto di vista, ha centrato il punto, con l'80enne scrittrice chiamata a gestire una strampalata posta del cuore tutta doppi sensi sessuali, così come la diabolica imitazione di Beatrice Venezi, direttrice d'orchestra che vuol essere chiamata direttore, donna di destra che ai musicisti chiamati Adua, Fiammetta, Benito e Adolfo, grida "suonare e suoneremo".
Tanto, troppo?
Sketch dopo sketch, tra gag, monologhi e improvvisazioni, gli ospiti hanno accettato di essere i co-protagonisti di una commedia dell'assurdo scritta dalla stessa Raffaele, Giovanni Todescan, Martino Clericetti, Luca Monarca, Cristiano Rinaldi, Dario Tajetta, Antonio Vicaretti e Forzano, con l'idea astratta del Luna Park a fare da sfondo tra una promozione cinematografica farlocca e l'altra, mentre le coreografie di Laccio che a lungo andare difficilmente si distinguono l'una dall'altra hanno fatto da collante ad una prima serata in cui Virginia Raffaele ha probabilmente esagerato, nel voler fare troppo, faticando maggiormente in tutti quei momenti in cui ha voluto essere sé stessa, andando oltre il porto sicuro delle imitazioni.