Avete presente quel meme di Homer Simpson al bancone del pub con tanti personaggi attorno a lui che ripetono tutti la stessa frase? A Sorrento, nei giorni scorsi, per le Giornate professionali è stato un po' così. "Paola Cortellesi", "Paola Cortellesi", "Paola Cortellesi". La vincitrice della Chiave d'oro come miglior successo italiano era, giustamente e ovviamente, sulla bocca di tutti, era il nome da ripetere, un mantra che sembra finalmente aver scacciato via l'ombra cupa che incombeva sul mondo delle sale da quasi quattro anni, da quando la pandemia aveva dato il via a una situazione complessa e difficile da affrontare.
Abbiamo colto l'occasione dell'evento campano per parlarne con alcune figure chiave del nostro ambiente cinematografico, ovvero la Presidente e Direttore Artistico Accademia del Cinema Italiano - Premi David Donatello Piera De Tassis, il Presidente Unione Produttori ANICA, Benedetto Habib, il Presidente Unione Editori e Distributori ANICA Luigi Lonigro, il Presidente ANEC Mario Lorini. Chiacchierate che sono state accompagnate dal sorriso, a differenza di quanto avveniva nelle ultime edizioni delle manifestazioni di Sorrento e Riccione.
Ma è merito di Paola Cortellesi?
Ovvio che non sia solo merito di Paola Cortellesi. Anche suo, ma non solo. Eppure è bello poter identificare un nome, per di più nostrano, come salvatore della patria. Come una supereroina proprio nel momento in cui i supereroi sembrano faticare in sala. Bello, anche facile, ma riduttivo, perché il cammino che ha portato al successo incredibile di C'è ancora domani viene da lontano ed è frutto di un lavoro fatto nel tempo.
"Non avevamo dubbi che la consuetudine del rapporto pubblico/sala si sarebbe riaffermata" ci ha detto Benedetto Habib, "quello che è stato difficile è stato superare le paure che una parte di pubblico aveva sviluppato nel periodo pandemico e capire il cambiamento di abitudine che si era andato a creare." E si sono imposti titoli anche in modo inatteso, perché "film di cui si parla", nel contesto di una discussione di cui far parte. "Credo che nessuno abbia parlato di fisica come nel periodo di Oppenheimer" ci dice per esempio Habib e non possiamo che essere d'accordo data anche la nostra esperienza diretta.
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Sorprendere il pubblico, farsi sorprendere dal pubblico
"Il pubblico per andare in sala ha bisogno di essere sorpreso" ha detto ancora il presidente Habib, "e dobbiamo essere in grado di capire cosa può sorprenderlo." Perché, lo sottolinea anche il Presidente Unione Editori e Distributori ANICA Luigi Lonigro, "è un pubblico che cerca novità" e ce lo indica il film della Cortellesi, un film in bianco e nero, ambientato nel passato e con un tema delicato come la violenza domestica, "è un pubblico che ci sorprende ed è bellissimo farsi sorprendere in questo modo."
Ma lo enfatizzano anche altri indicatori. E soprattutto quella che Lonigro definisce "la sfida delle sfide", l'uscita in lingua originale sottotitolato del film di Matteo Garrone, Io capitano, andato oltre i cinque milioni di incasso. "È la prima volta che una cosa del genere accade in Italia. Il coraggio di Matteo Garrone e Rai Cinema di accettare questa provocazione, questa idea che sembrava folle e che è stata la chiave di questo successo." Un successo che non è paragonabile nei numeri a quello della Cortellesi, ma che "ha un valore relativo molto importante perché è stato raggiunto toccando un pubblico che in questo periodo non era stato molto reattivo."
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L'ottima estate e una scia che viene da più lontano
"Veniamo da un'estate eccezionale, la migliore di sempre" ha sottolineato il Presidente ANEC Mario Lorini, che ricorda le ottime iniziative messe in piedi per riportare spettatori in sala usando la leva del prezzo, un'estate, come ci dice anche la Presidente e Direttore Artistico Accademia del Cinema Italiano - Premi David Donatello Piera Detassis, "piena di spettatori nelle arene", figlia di un "lento lavoro che produce degli smottamenti". Un risultato in cui "siamo stati molto aiutati dalle piattaforme, che in qualche modo hanno esaurito la voglia di visione in casa e hanno fatto capire quanta voglia c'era di uscire e vedere film in sala. E quali film in sala."
Un sentimento che si è sviluppato internamente al pubblico, ma che "ha coinciso con un ragionamento fatto dall'industria italiana che ha innescato un lavoro su valori produttivi, valore della storia" e risultati generali di grande qualità. Ma non si può non sottolineare il periodo immediatamente successivo alla ricca estate di cui abbiamo parlato, che si è affidato anche a Matteo Garrone e il suo Io capitano. "Siamo sempre stati con i piedi per terra" ha spiegato ancora il presidente Lorini, ma ora si può sperare in una stagione festiva come quelle a cui eravamo abituati.
Tutto perfetto? No, ma la strada è quella giusta
"Non avremo titoli top" ha specificato Lonigro, citando l'assenza dell'Avatar della situazione, "ma i nostri supereroi sono diventati le grandi storie", come quella del Ferrari di Michael Mann, una storia di eccellenza italiana che si prepara a travolgere il nostro pubblico dal 14 dicembre. E la strada passa anche per una varietà che possa raggiungere ogni tipo di pubblico. Questo Natale la ha, la prevede, la asseconda e potrebbe riportare le Feste al passato, a quando rappresentavano il cuore del nostro mercato cinematografico.
"Sempre alzando l'asticella della qualità" come sottolinea Benedetto Habib, ma anche imparando a comunicare e promuovere i titoli, ragionando sulle effettive potenzialità di ogni film per poterlo raccontare nel modo giusto al pubblico, lavorando quindi nel modo migliore a tutti i livelli, dalla concezione e quindi dalla produzione, alla distribuzione e fino a noi che i film ve li raccontiamo giorno dopo giorno. Tutti insieme, remando nella stessa direzione per raggiungere il cuore di ogni spettatore con quel bellissimo sogno che si chiama cinema.