Chimica. Questa è la prima parola che ci viene in mente nel descrivere l'affiatato gruppo di agenti immobiliari protagonisti di Casa a prima vista, il programma TV di Real Time tratto dal format francese Chasseur D'Appart (Flat Hunters). Li abbiamo incontrati al BCT - Festival Nazionale del Cinema e della Televisione a Benevento, dov'erano ospiti accompagnati da Gesualdo Guercio e dove sono stati accolti da un pubblico appassionato e caloroso.
Anche perché il programma li ha resi delle vere e proprie star in un solo anno di programmazione, e abbiamo potuto constatare dal vivo quanto funzionino bene insieme, ognuno con le proprie peculiarità spesso in simpatico contrasto tra loro. Finito il ciclo di episodi attualmente in onda in prima tv assoluta, il programma andrà avanti per tutta l'estate con le repliche, in attesa della nuova edizione in arrivo dopo l'estate.
Casa a prima vita: come funziona il format
Il programma tv, commentato in voice over da Andrea Pellizzari, vede tre agenti immobiliari al centro di una sfida per soddisfare le richieste dei clienti in cerca di un edificio residenziale nella città (oppure nei comuni limitrofi) di quella determinata edizione, come Roma e Milano (ma nella prossima ci hanno detto che si espanderanno). Si parte dalle caratteristiche richieste dall'acquirente per l'immobile, in termini di posizione, ambienti e così via. Si passa poi ai tre agenti, che esaminate le opzioni coi propri collaboratori, individuano una casa o un appartamento che andranno a presentare e visitare con i clienti: questo accade uno alla volta, mentre gli altri due colleghi commentano all'interno del van del format, appostato poco lontano dall'abitazione. Dopo le visita, l'acquirente è chiamato ad eleggere quella che secondo lui è la migliore proposta delle tre, decretando automaticamente il vincitore di quella puntata che si aggiudica un premio in denaro, mentre il cliente viene omaggiato con oggetti per la casa.
Insegnamenti e scoperte
Casa a prima vista può aver insegnato o fatto scoprire qualcosa agli agenti immobiliari sul loro lavoro? Ce lo hanno raccontato loro stessi, a partire da Gianluca Torre, spesso preda di inglesismi come lo prendono in giro i colleghi: "Ho scoperto zone di Milano che in realtà conoscevo poco perché con la mia agenzia non me n'ero occupato e in particolare un paio che ora incomincio a consigliare ai miei clienti nella vita quotidiana". Gli fa eco Nadia Mayer, stanziata nella capitale: "Posso dire che è la stessa cosa che sta capitando a me, ho letteralmente scoperto delle zone, perché Roma è talmente grande che ci vorrebbero forse 300 puntate e ancora non le avremmo viste tutte probabilmente. Il programma mi ha aiutato anche a capire un po' di più il sociale, come può essere molto stimolante, questo aspetto a livello umano mi è piaciuto tantissimo".
La parola passa a Corrado Sassu: "Ovviamente quando facciamo le visite con i nostri acquirenti, visto che è pur sempre un programma televisivo, a volte alcune cose sono un po' plateali, mi viene in mente Ida quando fa le sue accoglienze ad esempio. Però devo dire che in parte questo aspetto riproposto nella vita reale funziona. Idee e aspetti che non avevamo pensato prima perché ci sembravano troppo, ci siamo resi conto piacciono invece ai clienti, che sono proprio contenti di ricevere un'accoglienza così personalizzata. Mi sta capitando di entrare più in empatia con loro grazie alla tv. Magari nascono apertivi, caffè, pranzi, cene con i clienti prima di fare la visita. Molto più di prima".
Aggiunge Blasco Pulieri che chiude la squadra romana: "Questo perché si ha questa confidenza diretta con le persone e loro se la prendono subito di rimando con te perché dato che ora li conosci, sembri uno di famiglia, quindi si crea un rapporto totalmente differente rispetto a quello che avevamo prima".
Tocca a Mariana D'Amico: "Sicuramente dopo il programma televisivo le persone che ci contattano hanno un'aspettativa molto più alta su di noi, e quindi abbiamo una responsabilità maggiore a rispondere alle loro esigenze". Quella che è un po' la "leader" del gruppo, Ida Di Filippo, napoletana stanziata a Milano: "Infatti adesso di base tutti quelli che vengono in ufficio, prima ancora di entrare dalla porta, mi dicono 'Ma come non ci offri niente?'" (ride). Nadia ricorda che un biscotto lo offriva anche prima mentre vedere i colleghi in azione aiuta a prendere ispirazione, come Corrado che ora fa il caffè come Ida. C'è chi invece aspetta i clienti col panino alla porchetta. Chiude nel migliore dei modi Nadia Mayer: "Posso dire che facciamo secondo me veramente uno dei lavori più belli al mondo?". "E diciamolo!" urlano tutti in coro. D'altronde anche l'occhio vuole la sua parte, anche nelle compravendite immobiliari.