Tutti vorrebbero essere Cary Grant. Perfino io vorrei essere Cary Grant.
In questa citazione di uno dei più popolari divi del cinema classico, nato in Inghilterra nei pressi di Bristol il 18 gennaio 1904 ma 'adottato' da Hollywood, al punto che in pochi ricordano le sue origini britanniche, risiede forse uno dei segreti della sua immensa popolarità: ovvero la costruzione del 'personaggio' Cary Grant, un'icona riproposta (con qualche variante) nell'arco di una carriera iniziata nel 1932 e durata per oltre tre decenni.
Da una parte Archibald Leach (il suo vero nome), ragazzo inglese dall'infanzia a dir poco tormentata, fra un padre alcolizzato, una madre ricoverata in un istituto per malattie mentali e una propensione per il mondo dello spettacolo che avrebbe costituito la sua ancora di salvezza. Dall'altra Cary Grant, campione di simpatia e di charme, seduttore con garbo, da vero leading man d'altri tempi, e partner d'eccezione di molte fra le più grandi attrici dell'epoca, che con lui instauravano formidabili duetti soprattutto sul registro brillante - una su tutte la leggendaria Katharine Hepburn, ma ne riparleremo a breve.
Un'icona, più ancora che attore, scolpita attorno a una tipologia umana ben precisa, con cui il pubblico si è abituato a identificarlo a prescindere dal singolo film. I suoi tratti distintivi, sempre o quasi, sono stati l'eleganza e l'ironia, condita appena da una punta di malizia, come suggerisce anche un'altra delle sue battute: "Per avere successo con l'altro sesso, dite a una donna che siete impotenti: non vedrà l'ora di contraddirvi!".
Con un totale di oltre settanta pellicole in trentacinque anni di carriera, Cary Grant è passato alla storia del cinema in primo luogo come il più affermato interprete maschile nel campo della cosiddetta screwball comedy, ovvero il filone d'oro della commedia hollywoodiana degli anni Trenta e Quaranta. E non a caso l'Academy, che spesso non ha riservato le giuste attenzioni al genere comico, lo prese in considerazione soltanto per le sue rare performance drammatiche: Cary Grant ottenne infatti due nomination all'Oscar come miglior attore per due suoi film meno noti, i mélo Ho sognato un angelo del 1941 e Il ribelle del 1944, ricevendo infine l'Oscar alla carriera nel 1969. Il 29 novembre ricorre il trentesimo anniversario della scomparsa di Cary Grant e per l'occasione abbiamo scelto di celebrarlo rievocando cinque tra i suoi ruoli più apprezzati in altrettanti film straordinari, da annoverare fra le indimenticabili pietre miliari della "età d'oro" di Hollywood.
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1. Susanna! (1938)
Cary e Kate, dunque. Fra le varie accoppiate storiche della screwball comedy, nessuna probabilmente ha eguagliato il livello di alchimia, di sincronia, di perfetta complementarità raggiunto da Cary Grant e Katharine Hepburn, che insieme hanno condiviso lo schermo in ben quattro pellicole (e tutte e quattro, guarda caso, oscillano tra il grande film e il capolavoro). Ad inaugurare il loro sodalizio, nel 1935, fu George Cukor con il rivoluzionario Il diavolo è femmina, rivalutato nel tempo come una delle commedie più originali del decennio, seguito nel 1938 da Susanna!, vale a dire il capolavoro brillante di un altro maestro del genere screwball, Howard Hawks. Costruito su un canonico scontro di caratteri (e di sessi), Susanna! è un meccanismo comico di diabolica precisione e dal ritmo indiavolato e incalzante: tutto il film è basato sulle schermaglie fra il noioso paleontologo David Huxley e la vivacissima ereditiera Susan Vance, che alla viglia del matrimonio di David lo trascinerà in una catena di rocambolesche disavventure, in cui è coinvolto perfino un tenero leopardo di nome Baby (evocato dal titolo originale, Bringing up Baby). Un Cary Grant goffo e imbambolato è la vittima ideale di una Katharine Hepburn scatenata in una delle migliori commedie di sempre, a cui si ispirerà nel 1972 Peter Bogdanovich per una sorta di remake (riuscitissimo), Ma papà ti manda sola?, con Barbra Streisand e Ryan O'Neal.
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2. La signora del venerdì (1940)
Ed è ancora Howard Hawks, regista che con Cary Grant ha fatto miracoli, a dirigere nel 1940 un'altra vetta stratosferica della screwball comedy, La signora del venerdì, sua terza collaborazione con Grant dopo il succitato Susanna! e un ulteriore cult del 1939, Avventurieri dell'aria. Il soggetto de La signora del venerdì è una commedia teatrale del 1928, già portata al cinema nel 1931 con The Front Page, destinata a una terza, meravigliosa versione firmata da Billy Wilder nel 1974, Prima pagina, e riadattata anche nel 1987 con Cambio marito. Cary Grant impersona Walter Burns, editore del quotidiano The Morning Post, in procinto di perdere la sua cronista più dotata, Hildy Johnson, che fra l'altro è pure la sua ex moglie; quando però un galeotto condannato a morte si produce in una bizzarra evasione, Hildy e Walter fiutano lo scoop della loro carriera. Accanto a una Rosalind Russell davvero strepitosa, in una delle sue migliori performance di sempre, Cary Grant si dimostra un comprimario infallibile, contribuendo al successo di un film esilarante che non ha perso un grammo della propria energia comica.
3. Scandalo a Filadelfia (1940)
Nel 1940, uno dei suoi "anni d'oro", Cary Grant tornò a recitare per la quarta e ultima volta con Katharine Hepburn nel terzo dei loro film diretti da George Cukor, dopo Il diavolo è femmina e il magnifico Incantesimo, uscito due anni prima. Scandalo a Filadelfia, adattamento della pièce teatrale The Philadelphia Story, è quello che riscosse maggior successo fin dalla sua uscita, diventando ben presto un classico, nonché il vertice assoluto della sophisticated comedy, in cui la comicità più 'fisica' della screwball comedy era declinata maggiormente in funzione dei rapporti fra i personaggi e di una descrizione umoristica dell'alta società. Cary Grant veste i panni di Dexter Haven, coinvolto nel 'quadrilatero' sentimentale che vede al centro della situazione Tracy Lord, altezzosa ereditiera di Philadelphia interpetata da Katharine Hepburn. Ex marito di Tracy, contrariato all'idea che la donna stia per risposarsi con George Kittredge, Dexter ingaggia il cronista Macaulay Connor (James Stewart) per presentarsi in casa di Tracy e metterle i bastoni fra le ruote; se non fosse che pure Macaulay si invaghisce di lei, con disappunto della collega Liz Imbrie. Una spassosa girandola sentimentale in cui Grant e la Hepburn, ancora una volta, producono scintille.
4. Arsenico e vecchi merletti (1944)
Di questo cult della black comedy, un vero e proprio unicum nella filmografia di Frank Capra, avevamo già parlato all'interno di un approfondimento sul regista italoamericano; e fra le pellicole di Capra, in effetti, Arsenico e vecchi merletti è una di quelle che sono 'invecchiate' con più grazia, tanto da mantenere ancora oggi un'indiscutibile efficacia in quanto a gag, ritmo e un'ironia dai risvolti nerissimi. Uscito nel 1944 per motivi contrattuali, nonostante fosse stato girato tre anni prima, e tratto dall'omonima commedia teatrale, Arsenico e vecchi merletti vede Cary Grant nella parte di Mortimer Brewster, scrittore newyorkese il quale, subito dopo essere convolato a nozze con Elaine Harper, fa ritorno nell'antica casa di famiglia, dimora di una coppia di attempate zie, Abby e Martha; ciò che Mortimer non sospetta neppure lontanamente è che queste signore gentili e sorridenti sono in realtà due assassine seriali. Ancora una volta, Grant si produce nel ruolo dell'uomo conformista e un po' imbranato in balia di eventi singolari e di personaggi sopra le righe, in uno dei migliori film di Capra.
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5. Intrigo internazionale (1959)
Dalle commedie tout court degli anni Trenta e Quaranta a un thriller di Alfred Hitchcock imbevuto di umorismo e di leggerezza, con quei tocchi di ironia tipicamente hitchcockiani (basti pensare soltanto al celeberrimo treno che entra nella galleria) che stemperano la suspense in un ghigno malizioso: approdato nelle sale nel 1959, Intrigo internazionale si rivelò uno dei maggiori successi del maestro del brivido. Alfred Hitchcock aveva già diretto Cary Grant in tre precedenti occasioni, e in tre ruoli molto diversi: il marito misterioso (e potenziale omicida) di Joan Fontaine ne Il sospetto (1941), l'agente segreto innamorato della spia Ingrid Bergman in Notorious - L'amante perduta (1946) e l'affascinante ex ladro di gioielli alle prese con Grace Kelly in Caccia al ladro (1955). In Intrigo internazionale Grant presta invece il volto a Roger Thornhill, canonico everyman trascinato in una vicenda straordinaria: questo comune pubblicitario, oggetto di uno scambio di persona, si ritrova infatti ad essere il bersaglio di un'organizzazione criminale, viene accusato di un omicidio che non ha commesso e dovrà condurre una strenua lotta per sopravvivere e scoprire la verità. Fra i numerosi momenti cult, da antologia l'aggressione silenziosa di un aeroplano in un'area desertica e l'inseguimento finale sul monte Rushmore, con Cary Grant al fianco di Eva Marie Saint.
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