E' ai nastri di partenza, il Ca' Foscari Short Film Festival, rassegna veneziana dedicata ai cortometraggi provenienti dalle scuole di cinema, giunta quest'anno alla sua seconda edizione: il festival, che si terrà nella cornice dell'Auditorium Santa Margherita di Venezia, dal 28 al 31 marzo 2012, rappresenta di fatto un'esperienza unica in Europa, quella di una manifestazione cinematografica concepita, realizzata e gestita direttamente da un'università. Un'iniziativa che va a inserirsi nel più ampio panorama delle attività che compongono il Ca' Foscari Cinema, gestite proprio dall'Università di Venezia: un festival in cui si potranno vedere cortometraggi provenienti da tutto il mondo, realizzati direttamente da studenti delle scuole di cinema ma anche dei corsi universitari collegati al mondo dell'audiovisivo, e che vede alla sua guida il critico cinematografico Roberto Silvestri, coadiuvato dalla responsabile delle attività cinematografiche dell'università veneziana Roberta Novielli. La giuria di questa seconda edizione sarà composta da nomi importanti del cinema e del giornalismo cinematografico, quali il regista Pappi Corsicato, la critica cinematografica Irene Bignardi e il cineasta algerino Rachid Mohammed Benhadj.
Il festival è stato presentato stamattina in una conferenza stampa tenutasi a Roma, alla presenza di Silvestri, Novielli e Bignardi, che hanno parlato della sua importanza nell'ambito delle attività dell'Università veneziana e più in generale dello stato dell'arte della formazione ai mestieri del cinema in Italia e nel mondo. La prima a prendere la parola è stata proprio Roberta Novielli, che ha rimarcato la rilevanza dell'iniziativa: "Si tratta del più importante evento nell'ambito delle attività di Ca' Foscari Cinema: è giunto alla seconda edizione, e siamo in attesa di riscontrare lo stesso splendido esito dello scorso anno. È un concorso internazionale di 30 corti, provenienti da scuole di cinema di tutto il mondo; ed è il primo festival nel mondo collocato e gestito interamente in un'università, nonostante l'accademismo di solito non vada d'accordo col cinema. I nostri studenti hanno partecipato in ogni fase dell'organizzazione del festival, divisi in vari gruppi, e questa è stata la chiave della sua riuscita: questo aiuta a creare professionalità nel mondo del cinema, ma permette anche a noi di usufruire di una grande energia. Spesso sono loro stessi a proporre idee, come quella sulla sezione che quest'anno sarà dedicata agli spot commerciali cinesi. Un altro aspetto del festival sarà poi un continuo work-in-progress, che quest'anno si concretizza in due workshop: il primo, Oltre il muro, vede protagonisti i residenti dell'Istituto Penale Minorile di Treviso, che hanno collaborato per l'occasione coi nostri studenti; l'altro sarà una sorta di viral competion, che partirà da una serie di brevissime tracce video di 30 secondi che verranno poi sviluppate liberamente, nel corso dell'anno, da chiunque voglia partecipare all'iniziativa. Sarà una competizione che si svilupperà in rete, nell'arco di un anno, seguendo un percorso rizomatico." A prendere la parola è stato poi Roberto Silvestri, che ha ricordato l'importanza della partecipazione degli studenti all'iniziativa: "Il costo del festival è stato di soli 40.000 euro, ma ciò si è potuto realizzare grazie alla straordinaria partecipazione degli studenti. Ad esempio, presenteremo The Professor, un corto incompiuto di Charles Chaplin del 1919 che sarà musicato dagli studenti. Questo festival si è inserito in un trend interessante con il cambiamento delle scuole di cinema in Italia, che con molte leggi regionali si stanno istituzionalizzando; l'anno scorso a Cannes è stato presentato un corto del Centro Sperimentale di Cinematografia, e i realizzatori stessi hanno detto che era la prima volta che ciò succedeva. Il tema che attraversa un po' tutte le opere presentate è quello dello scontro tra individualità e senso comune, tra affermazione individuale e regole sociali; da luoghi come Palestina e Israele, invece, arrivano opere che mettono in discussione più radicalmente le strutture politiche esistenti. Se si pensa anche ai film che hanno dominato gli Oscar quest'anno, comunque (Hugo Cabret con la celebrazione dell'arte di Georges Méliès, ma in parte anche The Artist) si nota che c'è un ritorno di interesse per la storia del cortometraggio, e in generale per un'idea di cinema dai ritmi concentrati. E' da segnalare poi, quest'anno, l'iniziativa dedicata all'Echo Park Film Center, una scuola di cinema particolare, privata, di Los Angeles: loro lavorano a contatto con artisti di strada e minoranze, e fanno un cinema "volante", nel senso che girano con un camion e presentano film con soggetti invisibili; il creatore di questa scuola è Paolo D'Avanzo, un veneziano. Da ricordare poi è l'omaggio a Francesco Pasinetti, curato da Carlo Montanaro, che è da sempre un suo esegeta, e che vedrà presentate quattro sue opere; lo stesso Montanaro curerà inoltre una panoramica sull'animazione italiana in cortometraggio, a partire dall'inizio del secolo scorso fino al secondo dopoguerra. Inoltre, avremo l'iniziativa di Altermed, ovvero un'escursione sui nostri rapporti con le altre civiltà del Mediterraneo." "In genere sono annoiata dai corti", ha ammesso Irene Bignardi, "ma questa la trovo una bella iniziativa, e poi io sono veneziana di adozione. Inoltre sono felice di lavorare con Rachid, che considero un regista interessante."A una domanda sulla suddivisione geografica delle opere presenti al festival, Silvestri ha spiegato: "Quest'anno abbiamo avuto per la prima volta l'Australia, mentre vediamo con interesse la valanga di film provenienti da Singapore, dove c'è evidentemente una scuola molto ricca; poi ci sono i paesi che in genere vincono i concorsi, cioè la Germania, che però si avvale spesso di personale straniero, e Israele. Abbiamo poi, ovviamente, opere provenienti da Francia e Spagna, mentre è sorprendente l'assenza di Giappone e Stati Uniti. Per quanto riguarda l'Italia, ci sono arrivate opere dal CSC, ma anche un cortometraggio di un'italiana che vive in Francia e due provenienti dall'Australia, che vedono però due italiani rispettivamente come produttore e regista. Le scuole straniere, comunque, hanno in genere un design più attrezzato riguardo al controllo dell'immagine, rispetto a quelle italiane."