Buonanotte a Teheran - Critical Zone, recensione: un manifesto contro le apparenze

L'on-the-road notturno di Ali Ahmadzadeh è una pellicola contro i limiti e le regole imposte, manifesto di una generazione iraniana dai grandi contenuti umani, conscia delle proprie radici e che per ora può solo limitarsi a urlare la propria rabbia contro il mondo.

Locandina di Buonanotte a Teheran - Critical Zone.

Da diverso tempo a questa parte quella iraniana è una delle migliori espressioni in assoluto della Settima Arte, sia a livello di declinazione del linguaggio e sia a livello di contenuto morale e politico, nonostante il regime fortemente censorio con qui ha avuto a che fare. Un paradosso, ma anche una dimostrazione della forza del cinema. Ribaltando la prospettiva, potremmo dire quindi che quella iraniana è una delle migliori espressioni in assoluto, a causa del regime fortemente censorio con cui ha avuto a che fare.

Buonanotte A Theran Critical Zone Personaggi
Una scena di Buonanotte a Teheran - Critical Zone.

Dopotutto la maggior parte dei cineasti ha adoperato il proprio lavoro esattamente con lo scopo di ribellarsi ai divieti imposti, facendosi portavoce di un sottobosco culturale e umano che da noi non è conosciuto. A coronamento della bontà di questo movimento c'è stata la storica vittoria della Palma d'oro a Jafar Panahi a maggio, ma già un paio di anni fa, a Locarno, era stato premiato Buonanotte a Teheran - Critical Zone di Ali Ahmadzadeh, pellicola che, forse più di qualsiasi altra negli ultimi anni, è emblema della lotta per la libertà.

Il titolo, girato di nascosto, è pensato per adoperare gli stilemi tradizionali del cinema iraniano (il viaggio in macchina, dialoghi uno ad uno, commedia miscelata al dramma) e disattenderli uno per uno in modo da dar vita ad un intimo ritratto contemporaneo dell'umanità nella capitale partendo dal punto di vista di una generazione e da lì percorrere tutte le strade possibili. Ribaltare gli archetipi significa ribaltare le credenze cristallizzate significa mostrare un'altra realtà, significare sfidare lo status quo. Fare la rivoluzione.

Buonanotte a Teheran - Critical Zone: la doppia natura delle cose

Buonanotte A Theran Critical Zone Protagonista
Il protagonista di Buonanotte a Teheran - Critical Zone.

Un'ambulanza sfreccia in una galleria di Teheran nel cuore della notte, al suo interno non contiene medicinali e qualche tipo di staff medico o, almeno, non contiene queste due cose nella forma tradizionale, anche se la funzione potrebbe essere anche la stessa. Ad attendere il carico, tra gli altri spacciatori, c'è Amir, un giovane che conduce una vita solitaria, passata più che altro in compagnia del suo cane e della voce del navigatore, a seconda che stia a casa o in macchina.

Buonanotte a Teheran - Critical Zone è un viaggio spaziotemporale, in cui il suo protagonista multistrato compie la sua solita ronda, incontrando persone, tra clienti e affetti, e sfidando costantemente ogni tipo di logica morale che la società iraniana impone per regolare la vita quotidiana della popolazione. Nelle vicende raccontare nel film però non c'è nulla alla luce del sole (al massimo c'è quella dei neon), dunque si può pensare di vivere in un altro modo.

Buonanotte A Theran Critical Zone
L'urlo contro il mondo.

La dimensione notturna voluta per la pellicola porta con sé una fauna cangiante e restituisce un mondo in cui nulla è mai veramente ciò che sembra, in cui non ci sono punti di riferimento rigidamente stabiliti né a livello geografico (con buona pace del navigatore) né a livello umano. Un trans può divenire un sacerdote che benedice il viaggio, un junkie può essere portatore sano di una buona novella, uno spacciatore rinnegato può divenire un guaritore ricercato e una donna può divenire più importante di un uomo.

Una generazione in attesa di vivere allo scoperto

Ali Ahmadzade Set Buonanotte A Theran Critical Zone
Ali Ahmadzadeh sul set di Buonanotte a Teheran - Critical Zone.

Ali Ahmadzadeh crea una pellicola che piega le logiche della trama per creare un percorso in cui poter disarcionare ogni forma di censura applicata dal suo Paese. Il protagonista compie un viaggio clandestino in cui si far portatore di una generazione che non riesce ancora a vivere una vita piena, ma deve accontentarsi di urlare contro il mondo che altri hanno fatto per loro.

Gli incontri di Amir con i tanti volti femminili mostrano un'umanità in composizione, costretta ad incontrarsi ai margini e ad indossare i panni del perenne fuggiasco, dal proprio Paese, dalla realtà e da delle regole che non permettono neanche di mostrarsi deboli, bisognosi di affetto, disposti a fare un passo indietro senza vergognarsi per questo. I protagonisti raccontati nel film non sono associabili ai giovani ribelli spesso raccontati in Occidente, con la voglia di andare contro tutti senza però avere dei valori in grado di fornire loro una direzione comune.

Buonanotte A Theran Critical Zone Sequenza
Spacciatore o guaritore.

Da queste parti, infatti, in cui vige una guerra generazionale intestina spesso senza quartiere, non c'è quasi mai una possibilità di incontro reale. Il contrario di ciò che avviene in Buonanotte a Teheran - Critical Zone, dove ci sono ragazzi e ragazze che sanno mettersi al servizio degli altri e non solo quando si tratta di coetanei o di qualcuno di più giovane, ma anche di coloro che hanno le colpe per ciò che si è creato. Quella iraniana è una popolazione consapevole della propria Storia e ricca di alti contenuti morali. D'altro canto, se così non fosse non avrebbe potuto dare forma ad uno straordinario cinema.

Conclusioni

Con Buonanotte a Teheran - Critical Zone, il giovane cineasta Ali Ahmadzade gira in clandestinità una pellicola che parte dalla tradizione, riprendendone gli stilemi, per poi tradirla in modo da raccontare una generazione che si vuole ribellare allo status quo e vivere senza nascondersi ai margini della società. Un on the road notturno e intimo, manifesto di un sottobosco umano coeso e ricco di grandi contenuti morali, composto da persone in grado di mettersi al servizio le una delle altre.

Movieplayer.it
3.5/5
Voto medio
N/D

Perché ci piace

  • La caratura politica del titolo è enorme.
  • La regia e la fotografia creano un viaggio poliedrico e funzionale.
  • Le situazioni sono potenti e significative.

Cosa non va

  • Il respiro artistico potrebbe essere ancora più ampio se la missione non fosse così urgente.