Chi lo dice che la miglior animazione è solo quella della Disney o della DreamWorks? Sfatiamo un luogo comune per raccontarvi, invece, quanto gli altri studi meno blasonati siano invece all'altezza dei grandi colossi, pur con prerogative diverse. Come nel caso della 4Cats Pictures, factory spagnola con un'ottima tradizione, in questo caso sottolineata dal notevole Buffalo Kids diretto da Juan Jesús García Galocha e Pedro Solís García.
A proposito di prerogative: rivolto ad un pubblico prettamente under 12, il film riesce comunque a dosare al meglio sia l'aspetto visivo (fondamentale quando si parla di cartoni animati), sia l'aspetto narrativo che, per tonalità e personaggi, non sbaglia nemmeno un colpo. Tant'è che potremmo (quasi) dire che oggi le produzioni animate europee se la passano (e spassano) molto meglio rispetto a quelle statunitensi (esclusione fatta per Il robot selvaggio). Soprattutto se pensiamo agli spunti (e citiamo il lettone Flow o Il mio amico robot, anch'esso spagnolo) di cui Buffalo Kids si fa assoluto e riuscito esempio.
Buffalo Kids: in viaggio verso il Far West
La storia, lineare e a portata di bambino (senza lesinare l'attenzione del pubblico più grande), inizia nientemeno che da New York. Siamo alla fine dell'Ottocento, quando dall'Irlanda sbarcano i due protagonisti, Tom e Mary. Sono orfani, e hanno attraversato l'Atlantico per ricongiungersi con lo zio. Peccato che lo zio, al molo, non si veda. L'unica cosa da fare per i due è iniziare un viaggio verso Ovest, salendo clandestini a bordo di un treno. Con loro, anche il piccolo Sparky, cagnolino randagio subito adottato da Mary (rivelandosi nemmeno a dirlo personaggio chiave!).
A bordo del treno fanno amicizia con Nick, un ragazzo paraplegico facente parte di un gruppo di orfani in attesa di adozione. Una serie di peripezie, unite alla curiosità di Mary, porterà i quattro ad allontanarsi dal convoglio. Salvati dagli indiani cheyenne (con una staffilata politica mica male, in quanto il capo tribù dice che "non siamo scortesi con gli ospiti"), dovranno poi vedersela con i fuorilegge che hanno rapito i passeggeri del treno.
Un film d'animazione che non sbaglia un colpo
Ritmo costante, umorismo (ammettiamo di aver riso e sorriso diverse volte), dolcezza e tenerezza. In mezzo, anche tanta azione e, perché no, una visione davvero cinematografica del suo insieme. A partire dalla musica, matura e mai sfruttata come mero accompagnamento (lo score è di Fernando Velazquez, e le note sono quelle classiche dei western). E poi ancora tanto cinema grazie alla scenografia, che risalta i colori tipici del Far West, tra le praterie e il Grand Canyon, attraverso una cristallina e dettagliata animazione 3D. Probabilmente inflazionata (e troppo debitrice allo stile Pixar, ma è un problema generale) tuttavia ancora efficace per arrivare diretta e dritta ad un pubblico possibilmente trasversale.
Oltre all'aspetto tecnico, Buffalo Kids però si rivela una sorpresa dal punto di vista narrativo: l'immaginario della frontiera, e poi la costante tensione, unita alla sentita partecipazione rispetto all'avventura dei protagonisti, si rivela importante per catturare l'attenzione dei più piccoli, senza dimenticare - come detto - lo sguardo degli adulti. In questo senso è sensibilmente rilevante Nick, bloccato su una sedie a rotella eppure mosso da una presenza scenica che i registi non rendono mai pietistica, al tempo risultando centrale e non banale rispetto alle più facili letture.
Non solo una questione di inclusività, ma un bisogno narrativo fluido e lucido, applicato alla sceneggiatura seguendo una normalità di intenti che solo i bambini possiedono. Infatti, la "differenza" è subito azzerata da Mary, che si lega a Nick facendolo sentire, lungo il viaggio, decisivo. Per questo, tra l'amicizia, l'avventura e gli immancabili buoni sentimenti, Buffalo Kids è un'altra visione perfetta per il pubblico family. Una visione perfetta e, nemmeno a dirlo, sinceramente emozionante.
Conclusioni
Divertente e coinvolgente, puntando ad un pubblico under 12, Buffalo Kids dimostra l'ottimo stato di salute del cinema d'animazione europeo. Pur settato verso una chiara accessibilità, il film ha le giuste vibrazioni sfruttando al meglio il fascino del Far West. Un'opera semplice, ma non banale, che punta ad un'emozione lucida e calorosa.
Perché ci piace
- Il ritmo.
- L'approccio generale: perfetto per i bambini.
- I personaggi, ben scritti.
- Un trasporto anche emotivo.
Cosa non va
- L'animazione è buona, ma il 3D potrebbe aver esaurito la sua forza.