Se si dovesse fare la fenomenologia della coppia formata da Bud Spencer e Terence Hill (al secolo Carlo Pedersoli e Mario Girotti) si scoprirebbe probabilmente come basti seguire il loro percorso per attraversare gran parte del cinema di genere italiano nelle sue forme più pop. Non solo dal punto di vista dei titoli prodotti, ma anche per capire i modi con i quali ragionava quella parte di industria, rivolta verso il Nord America.

Film avvolti da una patina di internazionalizzazione che, in funzione delle loro produzioni poliglotte, imponeva anche la scelta di nomi che si potessero presentare meglio all'estero (una cosa che non riguardava solo gli interpreti, anzi), di saper performare a livello fisico (fattore molto presente nella preparazione di interpreti statunitensi) e, come ultima istanza, saper parlare anche inglese. Bud Spencer, per esempio, non sapeva parlare inglese benissimo e questo quasi gli costò il ruolo che lo lanciò in Dio perdona... io no! del 1967, già insieme a Girotti.
Insomma, un modo di ideare e fare cinema che da noi è praticamente scomparso, ma ora una collezione di film della coppia ci può permettere di riscoprire. Meglio ancora se non raccoglie solo i titoli in cui compaiono insieme, ma anche quelli a cui parteciparono separatamente (andando oltre la teatralogia di Piedone lo sbirro). Attualmente una lista del genere, completa e esaustiva, che magari sappia persino usare tale filmografia come ponte per riscoprire i grandi maestri di genere italiani, c'è ed è quella in streaming di CineAvventura di Mediaset Infinity.
L'origine del mito: i film in streaming

La produzione che vede lavorare insieme Bud Spencer e Terence Hill, comprendente di 16 film in totale, si divide tra il poliziesco, l'avventura e il western. Generi miscelati sempre più con una commedia slapstick passata alla Storia per essere il marchio di fabbrica della coppia. Passaggio essenziale nella loro produzione è infatti ...altrimenti ci arrabbiamo del 1974.
Il film di Marcello Fondato supera le regole cinematografiche convenzionali per dar vita ad uno showcase in cui i nostri diventano il motivo fondante in modo così esplicito che si lascia da parte il lavoro sul linguaggio per lasciare spazio ad un'operazione quasi di branding, con tanto di macguffin su quattro ruore creato materialmente per l'occasione. Il titolo stesso è uno slogan rappresentante il leitmotiv dell'intero cinema di Spencer e Hill, che negli anni a venire operarono con sempre maggiore consapevolezza.

Dove risiede però il cuore del loro motivo d'essere cinematografico è nel western e, nello specifico, ne Lo chiamano trinità di E. B. Clucher (pseudonimo di Enzo Barboni) del 1970. Una pellicola che reinventò il genere, trovando nel farsesco una rilettura così efficace da riuscire ad autodeterminarsi e a dare il via ad una serie di titoli in grado di ridare un lustro inedito al cinema d'oltreoceano, addirittura ribaltando, alcune volte, i rapporti di forza. Un tipo di cinema che vede nella coppia la sua perfetta punta di diamante, ma che ha fatto le fortune anche di altri, tra tutti Tomas Milian.
Bud Spencer e Terence Hill: oltre la coppia

Su CineAvventura di Mediaset Infinity non solo trovate i titoli sopracitati e anche diversi dei film ad essi contigui con protagonisti diversi da Bud Spencer e Terence Hill, ma anche pellicole western in cui i due hanno partecipato singolarmente. Pellicole per questo spesso dimenticate, ma nelle quali è invece possibile rintracciare delle sfumature necessarie per apprezzare a pieno il loro percorso nel mondo del cinema.
Ecco quindi che oltre a Continuavano a chiamarlo trinità del 1971 o La collina degli stivali del 1969 diretto da Giuseppe Colizzi, considerato (per una circostanza fortuita) lo scopritore della coppia, ce ne sono anche altri meno noti. Tra quelli in cui figura solo Bud Spencer troviamo per esempio Oggi a me... domani a te (1968) diretto dal grande Tonino Cervi nonché scritto da un giovanissimo Dario Argento, che scrisse anche un altro film presente: Un esercito di 5 uomini, remake de I magnifici sette divenuto famoso per l'enigma intorno al regista, che per i registri italiani era Italo Zingarelli, ma per tutti gli altri era Don Taylor.

Se amate Terence Hill c'è ovviamente Lucky Luke del 1991. Il gran ritorno nel western di Girotti che si autodirige in quello che doveva essere un pilot per l'omonima serie televisiva e divenne invece un film per la tv. La serie poi fu fatta ugualmente, ma l'anno dopo e per un totale di 8 episodi. Premessa di un matrimonio con il piccolo schermo che culminerà con Don Matteo. Insomma una realtà interamente da scoprire grazie ai film della coppia, un chiavistello ottimale o un grande primo passo con cui iniziare a camminare.