Brunori Sas e il Tempo delle noci: se la musica esalta il dubbio e l'incertezza

Il cantautore calabrese racconta nella nostra intervista lo speciale documentario firmato da Giacomo Triglia, e dice: "Bisogna raccontare la rigenerazione, non la rivoluzione. E sì, l'arte deve essere politica". In streaming su RaiPlay.

Brunori Sas

Il tempo del dubbio e della crisi artistica. Il desiderio di ritrovare un senso che possa andare oltre la musica. Un cammino di riflessione, trasformazione e memoria, al centro di Brunori Sas - Il tempo delle noci, diretto dall'amico regista Giacomo Triglia e incentrato sulla realizzazione dell'ultimo album del cantautore calabrese.

Il Tempo Delle Noci Brunori Sas
Brunori Sas - Il tempo delle noci, Brunori e Giacomo Triglia sul set

Prodotto, tra gli altri, dai Manetti Bros, il documentario nasce "dal desiderio di raccontare un momento cruciale" di Brunori Sas: l'incisione de L'albero delle noci e poi il palco di Sanremo, raccontato nel docu-film attraverso immagini di backstage. Tuttavia, il documentario non si ferma solo alla sfera musicale (immancabile la presenza del produttore Riccardo Sinigallia), come spiegava Triglia durante la presentazione alla Festa del Cinema di Roma: "Non volevamo fare un semplice backstage", spiega Triglia, "ma documentare la dimensione umana e creativa di chi realizza un disco".

Brunori Sas, la nostra intervista video

Brunori Sas - Il tempo delle noci, arrivato in streaming su RaiPlay, sottolinea il ruolo dell'artista, anche dal punto di vista politico. "Il documentario, a suo modo, è comunque politico", spiega Brunori Sas, quando lo incontriamo per la nostra video intervista. "Mostriamo un modo di fare le cose in un tempo in cui, spesso, della parte musicale non si mostrano nemmeno più gli strumenti. Oggi si dà molta importanza all'aspetto produttivo, all'immagine, alla messa in scena - che per carità, fanno parte dell'arte - ma si è un po' abbandonata l'idea del "come" si fanno le cose e del tempo che serve per farle".

E prosegue, "Raccontare in un documentario un'opera che ha richiesto due anni di lavoro, realizzata in Calabria, in campagna, con un collettivo come Factories, e mostrare che dietro le canzoni ci sono vite, esperienze, anche leggerezza e non per forza seriosità... beh, secondo me, anche questo è un atto politico".

L'importanza di sapersi mettere in discussione

Il Tempo Delle Noci Brunori Sas Pianoforte
Un tenero momento

Un atto politico, e un atto di coraggio: mostrare le propria vulnerabilità, anche prendendo distanza da ciò che si racconta, mettendo in discussione la stessa arte. "È sempre fondamentale mettersi in discussione, anche se non è facile", prosegue il cantante. "Sulla carta siamo tutti bravi a dirlo, ma nella pratica è complicato accettarlo o cercarlo davvero. È molto più comodo reiterare uno schema già noto. E anche questo, a suo modo, è un atto politico. Viviamo in un tempo che propone la "messa in discussione" come un gesto di cinismo: butti via il vecchio per portare il nuovo. Ma per me la crisi non è mai un rifiuto di ciò che sei stato - è piuttosto la presa di coscienza di un cambiamento in atto. È quel confine sottile tra ciò che eri e ciò che devi ancora diventare, e questo rimane nell'opera. Per questo è importante raccontare la rigenerazione, non la rivoluzione a tutti i costi".

L'arte oltre i numeri

Creatività, musica, cinema. Eppure, In Italia, l'arte non è considerata un lavoro alla pari degli altri. Spesso si pensa agli artisti siano una categoria a parte. È quindi vitale cambiare l'ottica, stravolgendo il luogo comune. In più, l'artista, come spiega Brunori Sas, viene considerato tale solo se diventa famoso. Spiega: "Non so se si possa dire che l'arte non venga considerata un mestiere - direi piuttosto che viene considerata tale solo se ha successo. L'artista, oggi, "diventa artista" solo nel momento in cui ha un riscontro numerico, e questo è un problema".

Il Tempo Delle Noci Brunori Sas Immagine
Insieme a Riccardo Sinigallia

Un mercato votato esclusivamente al profitto, per il cantautore "Viviamo in una visione di mercato in cui, invece di presentare un artista dicendo "ha scritto questo, ha realizzato quest'opera", si dice "ha venduto tot copie" o "ha fatto tot biglietti". Così diventi artista solo se hai dei numeri. Ma non è così. Ci sono persone che fanno pochissimi numeri ma che sono molto più artisti di me, sia nel mio ambito che in generale nel mondo della credibilità e dell'arte", spiega.

"Una volta queste persone venivano guardate con rispetto, con un senso quasi di sacralità. Oggi, invece, chi non vende viene quasi deriso: se non fai numeri, sei uno sfigato". E conclude, "Ecco, questa è una cosa che dovremmo davvero cercare di cambiare. E credo che, nel nostro piccolo, anche questo documentario possa dire a un ragazzo che esistono strade altre, diverse, rispetto alla ricerca del successo numerico - che il successo, semmai, è una conseguenza, non l'obiettivo di partenza".