Breathe - Fino all'ultimo respiro, recensione: sci-fi post apocalittico in una Terra senza ossigeno

Su una Terra ormai arida, desolata e senza ossigeno, pochi sopravvissuti vivono in speciali bunker. Ma al film diretto da Stefon Bristol, con un cast di tutto riguardo, preme soprattutto parlare di rapporti umani. Su Prime Video.

Un'immagine di una delle locandine di Breathe - Fino all'ultimo respiro

Un futuro distopico, uno scenario post apocalittico e un'ansiogena mancanza di ossigeno. È un panorama disperato e terrificante, fatto di lotta per la sopravvivenza e delicati rapporti umani quello in cui è ambientato Breathe - Fino all'ultimo respiro, il fanta-thriller d'azione diretto da Stefon Bristol appena uscito sulla piattaforma streaming Amazon Prime Video e dotato di un cast di tutto riguardo.

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Milla Jovovich in azione

Non ci si annoia, galleggia una costante tensione, le performance sono buone e c'è un discreto equilibrio fra cinismo e umanità, eppure permane qualcosa di incompleto in uno sci-fi che fatica a trovare continuità nella credibilità proprio di quei rapporti umani che invece vorrebbe sondare in profondità. E resta la sofferenza per una messa in scena troppo dimessa, frutto probabilmente anche dei pochi mezzi a disposizione.

La trama di Breathe - Fino all'ultimo respiro: in un mondo senza ossigeno

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Common in un'escursione esterna

Siamo nel 2039, a Brooklyn, la Terra è una landa desolata. In un panorama post-apocalittico l'ossigeno è sceso a livelli bassissimi e la flora non esiste più. Il survivalista Darius (il rapper Common), che ci aveva visto lungo, vive con moglie e figlia in un bunker ad alta tecnologia grazie a un generatore di ossigeno di sua invenzione, con rare escursioni all'esterno adeguatamente protetti da tute e maschere speciali. Ma dopo un'uscita per seppellire il padre scomparso, Darius non fa più ritorno.

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Le due protagoniste Quvenzhané Wallis e Jennifer Hudson

Da quel momento la moglie Maya (Jennifer Hudson) e la figlia Zora (Quvenzhane Wallis) se la devono vedere da sole per andare avanti. Passano i mesi finchè un giorno arrivano a bussare al loro bunker due sconosciuti, Tess (Milla Jovovich) e Lucas (Sam Worthington): chiedono aiuto perché la loro comunità di Philadelphia è in difficoltà, ma in realtà il loro comportamento è ambiguo e probabilmente non hanno buone intenzioni. Sarà l'inizio di un incredibile lotta per la sopravvivenza all'ultimo respiro.

L'uomo non impara mai dai suoi errori. Ma qualche spiraglio di umanità c'è

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L'espressione di Sam Worthington non promette nulla di buono

Certo, Breathe - Fino all'ultimo respiro sembra a tutti gli effetti uno sci-fi di azione, ma la sensazione è che voglia soprattutto parlare di rapporti umani e di come evolvono nelle situazioni estreme. L'amara conclusione è che il mondo sembra non aver imparato nulla nonostante l'apocalisse sia sicuramente il risultato del comportamento irresponsabile dell'uomo. Anche in condizioni estreme la fiducia nell'altro traballa, anzi è ancora più labile, sospettosa e ondivaga, la voglia di lavorare assieme per qualcosa di buono latita, il richiamo a pensare solo a se stessi è sempre irresistibile.

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Una scena di Breathe - All'ultimo respiro

Insomma non sembra esserci speranza, forse, perché poi magari emerge dalla terra arida un piccolo germoglio, e l'eterno amore fra mamma e figlia o il dolore di una perdita accendono in questo senso ancora qualche spiraglio di umanità. Come del resto rivela poi anche il frettoloso e fin troppo ottimistico finale che scalda sicuramente il cuore, ma che stona un po' con quanto visto fino a poco prima e rispecchia i troppo repentini cambi di registro del film.

Rapporti umani e un cast di riguardo

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Quvenzhané Wallis in una scena di Breathe - Fino all'ultimo respiro

A proposito di rapporto fra mamma e figlia, quello di protezione vicendevole fra Maya e Zora rende a volte il confronto teso e ostinato, quasi tipico della differenza tra le generazioni dove l'incomprensione è sempre in agguato per una parola di troppo o di meno. Per esplicita volontà del regista, come a dare anche una spruzzata politica al tutto, troviamo poi nel cuore del film due donne nere forti, energiche e intelligenti. E non può essere un caso invece che i cattivi e le cattive della situazione siano invece tutti bianchi. Questo ci porta anche alla prova di un cast di tutto riguardo. Il rapporto citato è credibile grazie alla bravura di Jennifer Hudson e Quvenzhané Wallis, mentre Milla Jovovich non riesce a trasmettere tutta l'ambiguità del personaggio, decisamente meglio Sam Worthington che gradatamente rivela tutta la sadica follia del personaggio.

Sbalzi troppo improvvisi e una messa in scena debole

Alla fine però Breathe - Fino all'ultimo respiro sembra la classica coperta corta: c'è un budget non certamente cospicuo e per questo bisogna avere fantasia e idee, cosa che a dure il vero non latitano, ma questo comporta una serie di passaggi narrativi che non convincono, soprattutto negli sbalzi improvvisi e immotivati di umore dei protagonisti e del livello di fiducia nei confronti degli altri. Si percepisce la voglia di raccontare qualcosa di epico, ma il risultato resta a metà.

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Una drammatica scena nelle fasi iniziali del film

C'è un discreto utilizzo degli spazi limitati fra gli intimi interni, il tentativo di sfruttare i mezzi a disposizione per trasmettere la grande fame di ossigeno è lodevole, ma la messa in scena degli spettrali esterni resta piuttosto debole e affidata in gran parte a una fotografia totalmente immersa in un dominante arancio-rossastro, che però fra le distese di macerie non riesce mai a trasmettere un impatto davvero efficace.

Conclusioni

Lo sci-fi di azione diretto da Stefon Bristol cerca di ritrarre un futuro dispotico e uno scenario post-apocalittico in una terra spettrale per la mancanza di ossigeno. Riesce anche a trasmettere tensione e qualche buona suggestione, con cenni a temi ambientalistici e politici, ma nonostante il cast di tutto riguardo inciampa in una messa in scena un po’ povera e in passaggi narrativi troppo sbrigativi e ondivaghi.

Movieplayer.it
2.5/5
Voto medio
N/D

Perché ci piace

  • Lo spietato messaggio che l’uomo non impara mai dai suoi errori.
  • La buona prova del cast, in particolare di Jennifer Hudson e Quvenzhané Wallis.
  • La mancanza di ossigeno provoca una certa ansia.

Cosa non va

  • La messa in scena è un po’ povera per uno sci-fi.
  • Finale frettoloso e troppo ottimistico per quanto visto fino a quel momento.
  • Cambi di umore e svolte repentine e spesso immotivate nei rapporti fra i protagonisti.
  • Troppo timidi i cenni ai temi ambientalisti e politici.