Parasite, ultimo film di Bong Joon-ho e Palma d'Oro dell'ultimo Festival di Cannes, uscirà nei cinema italiani il 7 novembre grazie ad Academy Two. Si tratta di uno dei migliori film del 2019 (qui la nostra recensione di Parasite da Cannes), un'opera incredibile, tra i migliori film di Bong Joon-Ho che merita di essere vista in sala anche da chi solitamente ha timore di trovarsi di fronte un film d'autore lungo e per intellettuali.
Parasite è, in realtà, un film che rispecchia lo stile del regista, una collisione tra cinema di genere (il thriller, l'horror, la commedia, il melodramma) e cinema d'autore orientale che predilige le emozioni umane e la poesia. Nel caso vogliate scoprire i migliori film di Bong Joon-Ho, tra i lavori precedenti del regista, continuate a leggere senza farvi troppi problemi: niente spoiler così che possiate godere della visione di questi film.
Barking Dogs Never Bite (2000)
Il primo lungometraggio di Bong Joon-ho contiene tutti gli stilemi del suo cinema: una commistione di generi tra commedia e dramma, un equilibrio tra realismo e grottesco (con un'aggiunta di provocante humor nero) e il passaggio impercettibile tra cinema d'intrattenimento e cinema di carattere sociale. Nella storia di Yun-ju, ricercatore troppo povero per potersi comprare la cattedra di professore, insoddisfatto della propria vita e sottomesso alla moglie e che trova sfogo cercando e uccidendo i cani del vicinato che abbaiano, il film cambia faccia continuamente trasformando una satira di carattere sociale con personaggi sopra le righe in una dolce storia di riscatto. Seppure ancora un po' acerbo, in Barking Dogs Never Bite si trovano già i semi che porteranno il regista a Parasite.
Memories of Murder (2003)
Al suo secondo film, Bong Joon-ho si dimostra già autore di un capolavoro. Memories of Murder è un thriller noir appassionante, ispirati a fatti reali, girato con maestria e dal ritmo compassato ma costante. Sarebbe facile riassumere la trama di questo film: due detective dai modi non proprio convenzionali indagano su alcuni omicidi di giovani ragazze, caso non facile vista la mancanza di indizi e l'impreparazione della polizia a svolgere correttamente il proprio lavoro. La caccia all'assassino diventa anche un'indagine sulla psiche e sull'animo umano (il poliziotto che può diventare carnefice, la vittima che può trasformarsi in assassino) arrivando a una resa dei conti che assume toni esistenziali. Il finale, potente e indimenticabile, è solo la ciliegina sulla torta di questo film che, se avete amato True Detective e Zodiac di David Fincher, non potete perdere.
The Host (2006)
Uno scienziato irresponsabile versa nel fiume litri di formaldeide dando vita a un anfibio mutante che, uscito dalle acque, semina morte e terrore. Una famiglia divisa dagli eventi cerca di ritrovarsi e salvarsi. Anche in questo caso, partendo dal canovaccio di un canonico monster movie, Bong trasforma il film mescolando l'intrattenimento al cinema d'autore. In The Host sembra ritrovare le stesse atmosfere del suo primo film dove l'irrealtà della situazione era uno stimolo per parlare delle azioni dell'uomo e della sua irresponsabilità. È a causa di un errore poco responsabile di uno scienziato che il mostro prende vita e il protagonista del film è un padre irresponsabile che dovrà salvare la figlia dalla creatura espiando così i peccati di una vita. Ancora una volta Bong ribalta la prospettiva: in un film che, nel mondo hollywoodiano, avrebbe posto l'accento sull'uomo che deve sconfiggere il mostro, qui il mostro, figlio dell'errore umano, spinge l'uomo a sconfiggere la propria immaturità e a rinascere.
Mother (2009)
L'ultimo film coreano di Bong Joon-Ho prima della sua parentesi americana è quasi il rovescio della medaglia di Memories of Murder. Ancora un omicidio irrisolto, ma stavolta la protagonista è la madre del problematico figlio accusato di essere l'assassino che indaga per scagionarlo dalle accuse. Un thriller al rovescio dove gli indizi servono a liberare e non a catturare, anche se stavolta viene meno l'alternanza di generi a cui Bong ci aveva abituato prediligendo la chiave del melodramma. Mother è forse il film più autoriale del regista che rinuncia al grottesco per puntare maggiormente sulla raffinatezza e sulla poesia. La sequenza della madre solitaria che danza in mezzo a un campo desolato rimane, a distanza di dieci anni dalla prima visione, un pezzo di cinema commovente e indimenticabile.
Snowpiercer (2013)
Forte del suo successo in patria e a livello internazionale, Bong gira il suo primo film in lingua inglese ispirato a un fumetto francese. Snowpiercer è l'evoluzione del discorso che Bong aveva già affrontato, quello della scalata sociale, della predestinazione e dell'inquinamento ambientale, qui trasformato in un action fantascientifico che, come ormai d'abitudine, unisce la denuncia al grottesco. Per fermare il riscaldamento globale, l'uomo ha congelato il mondo.
L'umanità sopravvissuta vive in un treno a moto perpetuo che gira continuamente intorno al mondo e ogni carrozza corrisponde al ceto sociale dei viaggiatori: in testa i benestanti, in coda i più poveri, sopraffatti e controllati da forze miliziane. Un gruppo di ribelli capitanato da Curtis (Chris Evans) si farà strada per risalire fino alla locomotiva attraversando il microcosmo del treno che corrisponde alla scalata sociale dell'intero mondo. Pervaso da un senso di tragedia e nichilismo, ma anche mosso dalla forza di lottare e dalla speranza, Snowpiercer è uno dei migliori film di Bong Joon-Ho, uno dei suoi lavori più cupi ma anche tra i più affascinanti.
Okja (2017)
Distribuito da Netflix e presentato al Festival di Cannes 2017, Okja è una favola, oltre che uno dei migliori film sull'ambiente per tutte le età che racconta la storia dell'amicizia tra una bambina e uno strano maiale gigante che viene catturato dai tipi di una corporation che intende venderne la carne. Pieno di sequenze avventurose, questa co-produzione americo-coreana ci mostra un Bong Joon-Ho più solare e leggero prediligendo il cinema d'intrattenimento salvo colpire forte in una sequenza commovente che mette in mostra la crudeltà umana nei confronti degli animali. Forse non il film più riuscito del regista che tornerà definitivamente al suo Paese, alle sue tematiche e al suo stile più puro con Parasite, Okja si presta a diventare, però, un classico del cinema per ragazzi, capace di far riflettere e sottolineare con le emozioni argomenti che ci sembrano banali.
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Parasite (2019)
Arriviamo al vincitore dell'ultimo Festival di Cannes, quel Parasite che uscirà nelle sale italiane il 7 novembre. Indubiamente tra i migliori film di Bong Joon-Ho, summa della sua filmografia , ma anche passo successivo e quadratura del cerchio tematica e stilistica, il film sembra includere tutti i generi cinematografici e tutti gli argomenti cari al regista. Disuguaglianza sociale, segreti e misteri, vendette personali, situazioni al limite del ridicolo, storie d'amore, squarci sognanti e poetici: tutti questi temi mischiati attraverso il thriller, l'horror, il dramma e la commedia. È l'esempio perfetto del nuovo cinema d'autore di questi anni, quello che, contaminato dal cinema di genere, porge di buon grado la mano allo spettatore. E infatti, nonostante il cambio di toni e atmosfere, in Parasite si ride molto. Non è solo uno dei migliori film di Bong, non è solo uno dei migliori film dell'anno, ma è uno dei più riusciti esempi cinematografici del decennio. Se in questi giorni potete andare al cinema una sola volta, questo è il film imperdibile che dovete andare a vedere.
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