Recensione Sangue facile (2009)

Commedia in costume scoppiettante nel ritmo e nella scrittura, il film è un remake divertito di Blood Simple dei Coen, ricco di ironia e autoironia e debitrice dello stile slapstick della vecchia scuola di Hong-Kong.

Blood Simple Wuxiapian

In un passato non precisato, in Cina, Wang un avido e violento proprietario di un negozio di noodles, scopre che la moglie lo tradisce con uno degli inservienti e progetta di uccidere lei e il suo amante. Dopo aver incaricato un poliziotto di far fuori i due, l'uomo pensa al delitto perfetto, senza considerare quanto i suoi averi siano ambiti e in grado di innescare una serie di eventi irreversibili, tra morti, equivoci e avidità.
Remake gustoso e divertito dell'esordio dei Coen, Sangue facile, con A Woman, A Gun And A Noodle Shop, Zhang Yimou si allonta dagli affreschi magniloquenti e solenni dei suoi ultimi film e mette su una commedia in costume scoppiettante, dal grande ritmo e ottimamente scritta, in adesione a tutte le caratteristiche tipiche della comicità orientale. Il tutto nell'usuale cornice formalista tipica del cinema del regista cinese, che qui sembra però fare anche della salutare autoironia al suo stile estetizzante, omaggiando la vecchia scuola di Hong-Kong e i suoi accenti slapstick, all'interno di una cornice da wuxiapian.

Probabile che qualcuno mugugnerà per l'inserimento in concorso di un titolo del genere, trattandosi di un genere da sempre escluso nelle selezioni dei grandi festival. Eppure, nonostante la scelta sia ovviamente figlia del nome prestigioso dell'autore, il film ha una sua freschezza rigenerante e dimostra che anche il cinema cinese, solitamente ingessato dalla retorica e dall'esibizione un po' effimera dello sfarzo produttivo, può dimostrarsi capace di ridere di sè stesso, anche se privo dello spirito corrosivo e genuinamente nevrotico della vecchia produzione in lingua cantonese. Ovvio infatti che siamo di fronte a un'opera ostentamente mainstream, molto pensata e mediamente priva di spunti contenutistici rilevanti, al di fuori di un generale racconto dell'avidità e della stupidità umana, ma il film funziona e diverte, filando liscio come una commedia dovrebbe fare. Non è necessariamente cosa di poco conto, anche (forse sosprattutto) in un festival internazionale.