L'esordio alle Giornate degli Autori alla Mostra di Venezia, il premio del pubblico al Festival dei Popoli, poi la selezione da parte di Biennale College, progetto parallelo della Mostra che sostiene i giovani talenti provenienti da tutto il mondo, e l'approdo a Berlino nella sezione Generation. Duccio Chiarini è un autore amato dai festival. Adesso lo attende la prova dell'uscita in sala. Il 23 aprile Short Skin, sua opera seconda nonché primo lungometraggio fictional, approderà nei cinema con Good Films. Un romanzo di formazione ambientato in Toscana, tra Marina di Pisa e Forte dei Marmi, in quella provincia sonnacchiosa in cui i giovani lottano per conquistare un'identità mentre intorno a loro si muove un caotico mondo adulto apparentemente privo di direzione.
"In realtà non ero interessato a rappresentare il mondo dell'adolescenza" specifica Duccio Chiarini. "Mi premeva raccontare una storia personale, esaudire un mio bisogno, qualcosa che ha a che fare con il mio passato e che mi sono portato dentro per tanto tempo. L'ispirazione per Short Skin è nata da una tavola di Gipi contenuta nel libro La mia vita disegnata male. Dal suo lavoro ho tratto la forza per raccontare una vicenda a tinte forti, qualcosa di profondamente autobiografico, ma anche universale: la conquista della maturità affettiva". Al di là del concept forte e personale, Short Skin è nato grazie al sostegno fondamentale di Biennale College. "Avevo poco tempo per cercare il budget, così mi sono rivolto al produttore iraniano Babak Jalali, con cui avevo già collaborato, e il nostro progetto è stato scelto per accedere alla fase finale di Biennale College. Abbiamo partecipato al workshop, ci è stato concesso un mese per scrivere la sceneggiatura e alla fine siamo risultati tra i tre progetti selezionati per ottenere i 150 mila euro di budget".
Una simpatica posse toscana
Per Short Skin, Duccio Chiarini si è affidato a un team di giovani talenti toscani, molti dei quali all'esordio sul grande schermo. Il regista ha affidato il ruolo di Edoardo, protagonista della storia nonché suo 'alter ego', al livornese Matteo Creatini che racconta con entusiasmo la sua prima esperienza. In realtà nel 2005 Matteo, che è noto anche come rapper con lo pseudonimo di CreMa, era apparso in N (Io e Napoleone), il film di Paolo Virzì girato all'Isola d'Elba, ma come spiega lui stesso "quello era un piccolo ruolo. Questa è la mia prima vera esperienza da attore. Mi sono presentato al provino a Pisa per caso e visto che sono un chiacchierone ho convinto Duccio che mi ha affidato il ruolo di Arturo, l'amico del protagonista. Duccio, però, non riusciva a trovare l'attore giusto per Edoardo e dopo aver incontrato Nicola, che si è presentato al provino di Livorno, lo ha ingaggiato per il personaggio di Arturo e così mi sono ritrovato a fare il protagonista. Una bella sfida, anche perché mi sono dovuto calare nei panni di qualcuno caratterialmente molto diverso da me". Esordiente assoluto, Nicola Nocchi confessa: "Ho partecipato al provino perché me l'ha imposto la mia ragazza. Alla prima selezione sono caduto dalle scale. Nonostante tutto, Duccio mi ha preso".
La controparte femminile del trio, Francesca Agostini, può vantare maggiore esperienza. Di recente l'abbiamo vista nel film dei Taviani Maraviglioso Boccaccio e, sul piccolo schermo, nella fiction L'Oriana. Prossimamente uscirà in sala il drammatico Hope Lost di David Petrucci, che la vede recitare a fianco di Michael Madsen, Danny Trejo, Mischa Barton e Daniel Baldwin. Tanti incontri importanti, ma Francesca ricorda il provino di Duccio come un'esperienza unica. "Al provino Duccio ci chiesto di compilare un questionario. Conteneva domande legate al film, questioni sul sesso, ma anche quesiti molto personali. Chiedeva di indicare la nostra poesia preferita. Duccio non cercava solo attori, ma voleva le persone giuste per i vari ruoli. L'esperienza umana sul set è stata la forza del gruppo. Abbiamo provato a lungo e abbiamo instaurato un rapporto umano prima che lavorativo".
Sfide da superare alla ricerca de l'umanità
A fianco dei tre giovani interpreti, nel film compaiono anche Bianca Nappi e Michele Crestacci nei panni dei genitori di Edoardo, caotici e problematici, ma anche affettuosi. Parlando del casting, il regista racconta: "Conoscevo già Bianca e anche se non aveva mai interpretato una madre sapevo che avrebbe fornito l'emotività necessaria al personaggio. Quanto a Michele Crestacci, è un attore livornese molto conosciuto a livello locale. Ho capito che era giusto per il ruolo del marito farfallone perché possiede una sua dolcezza". Mentre i genitori di Edoardo devono venire a patti con problemi di infedeltà, il figlio vive il suo dramma dovuto a una disfunzione fisica.
Tema delicato da affrontare sul set, soprattutto con attori esordienti. Una delle sequenze più intime di Short Skin vede coinvolto addirittura un polpo. "Retaggio della scuola" spiega Chiarini. "Al liceo i compagni, per farsi grossi, raccontavano di usare le cose più strane per fare sesso e visto che Short Skin è ambientato sul mare ho pensato a un polpo". Nonostante la presenza di scene potenzialmente imbarazzanti, tutti e tre gli interpreti sono concordi nel sottolineare l'abilità del regista e la sua delicatezza nel realizzare queste scene. Come spiega Matteo Creatini: "Nelle scene di sesso non ci siamo mai sentiti in difficoltà perché sul set si respirava grande relax. Era un ambiente di lavoro meraviglioso. Il vero dramma sono state le scene in bicicletta. Erano sei anni che non salivo su una bici e quando Duccio mi ha chiesto di filmare la scena in cui mi aggrappo al braccio di Arturo, mentre guida il motorino, è stata una tragedia". Con l'uscita imminente in sala, non resta che guardare al futuro. Futuro che non è fatto solo di cinema, visto che una sfida di ben altro tipo attende Matteo Creatini. "Il mio prossimo impegno è la maturità. Non è che la scuola sia il mio primo talento, perciò mi dovrò dar da fare. In seguito spero di poter fare ancora cinema. Vorrei trovare qualcosa che arricchisca a livello umano, come è capitato con Short Skin. Vorrei incontrare uno come Duccio, che mi ha sconvolto la vita".