Il secondo venerdì di Festival è stato caratterizzato dalla presentazione degli ultimi tre film in competizione di quest'anno, un programma, quello della Competion, che sarà poi completato domani da Otouto di Yoji Yamada, presentato fuori concorso.
Ma è stata soprattutto la giornata di Michael Winterbottom, giunto nella capitale tedesca anticipato dalle polemiche suscitate al Sundance, che volevano gli interpreti del film e soprattutto Jessica Alba, prendere le distanze dall'ultima opera del regista di The Road to Guantanamo. Polemiche in qualche modo raffreddate dal regista in conferenza stampa e forse eccessive, anche se dobbiamo ammettere che l'ormai famigerata scena del pestaggio della Alba è dura e girata in modo da dare enfasi alla violenza, soprattutto per la reazione, o mancanza di essa, del personaggio di Joyce che lo subisce.
The Killer inside Me, questo il titolo del lavoro, è tratto da un romanzo del 1952 di Jim Thompson e ruota intorno alla figura di Lou Ford, un buon Casey Affleck, poliziotto di una piccola cittadina del Texas che dietro un'apparenza ordinaria nasconde tendenze assassine che non manca di mettere in pratica, con esplosioni di violenza. A parte la prova dell'attore ed alcune sequenze più riuscite, però, il film è in definitiva piuttosto deludente rispetto alle aspettative.
La storia è quella della famiglia Rheinwald, affermata da generazioni per la sua fabbrica di pane, ed in particolare della figlia Ditte e delle difficili decisioni che deve prendere riguardo il proprio futuro in seguito alla malattia del padre. Tutti bravi i membri dal cast, da Lene Maria Christensen che dà il volto a Ditte a soprattutto Jesper Christensen nel ruolo del patriarca malato. Ultimo film della Competition, e piacevole sorpresa, Mammuth, diretto daBenoît Delépine e Gustave de Kervern, già apprezzati per Louise-Michel. Commedia intrisa di follia che si avvale di uno splendido Gerard Depardieu, sorprendente per la sua volontà di mettersi ancora in gioco con un personaggio eccessivo nonostante lo status conquistato dalla sua carriera, ma anche di una serie di personaggi incantevoli quanto bizzarri.
Il film è un road movie e film di formazione alla rovescia, con il protagonista impegnato a ripercorrere le tappe della sua vita per raccogliere i documenti necessari ad ottenere la pensione. Quello che stupisce e che ci ha convinti è che, follie e scene cult a parte, il film riesce ad essere anche poetico.