In principio fu messa in onda su Nove, con una prima stagione di sole 4 puntate, con otto ospiti e una media di poco superiore all'1% di share. In quel lontano 2018 quasi nessuno sembrò accorgersi di Francesca Fagnani, entrata in Rai nel 2001 presso la sede distaccata a New York e a seguire esordiente come giornalista televisiva in Annozero, di Giovanni Minoli e Michele Santoro. Il suo Belve, ideato insieme alla leggendaria Irene Ghergo, reinventava il format delle interviste televisive, ormai sempre più accomodanti e fastidiosamente promozionali, trasformandole in qualcosa di più incalzante, per non dire aggressivo, portando i propri ospiti a sbottonarsi, a calare eventuali maschere, a raccontarsi senza troppi paracaduti, a confermare e/o smentire precedenti dichiarazioni.
Su Nove, più o meno nell'indifferenza generale, Fagnani intervista personaggi come Alessandra Mussolini, Giorgia Meloni, Simona Ventura, Giuliana De Sio, Paola Turci, Mara Carfagna, Alba Parietti e Daniela Santanchè. Alfonso Signorini, primo ospite della 3a stagione, è il primo uomo intervistato del programma, mentre telespettatori e share lentamente crescono. In due anni si passa dalle 140.000 teste alle 208.000 medie, dall'1,05% di share all'1,85%.
Da Nove a Rai2
A questo punto Belve fa il salto della quaglia e passa in Rai, su Rai2. Il 14 maggio 2021 inizia la 5a stagione, in 2a serata, con ospiti Rosalinda Celentano e Arisa. Inevitabilmente scatta il confronto, perché se il 2% di share può andare più che bene su Nove, su Rai2 significa fallimento. E inizialmente Belve fatica a farsi conoscere, a farsi spazio tra il pubblico mainstream del servizio pubblico. I suoi detrattori parlano di un programma da "bolla social", che spopola su Twitter ma arranca sul fronte Auditel. La prima stagione Rai si ferma al 3,61% di share. La seconda fa addirittura peggio, con il 2,99%. Ma nel frattempo Belve macina visualizzazioni su Raiplay, dove in tantissimi recuperano le puntate in onda in 2a se non addirittura terza serata.
Il cambio di marcia
Ed è con la settima stagione, la 3a su Rai2, che qualcosa cambia. Il passaparola aumenta e Fagnani ingrana la marcia. La prima puntata del 1 novembre 2022 con Wanna Marchi ed Eva Robin's fa il 5,84% di share. La media di fine stagione sale al 4,57%. Il 23 novembre la prima intervista a Massimo Ferrero dopo la sua uscita dal carcere viene vista da 620.000 telespettatori, record di sempre.
Fagnani spopola su Twitter, le sue domande incalzanti e i mitici Fuorionda finali diventano virali, così come alcune interviste, che si trasformano in meme e pillole social. Rai2 capisce di avere una gemma tra le mani, una potenziale bomba, e scommette sulla sua ideatrice nonché conduttrice. Il 21 febbraio 2023, con l'ottava stagione, Belve sbarca in prima serata. Una roulette russa, a detta di molti. Un potenziale fallimento, scrivono i soliti detrattori. Una bolla social pronta ad esplodere, rispondono i fan dello show. Che fanno centro.
Lo sbarco in prime time
Belve in prime time passa da due a tre intervistati a puntata, arricchendo lo studio con l'inutile pubblico e impreziosendo lo show con intermezzi comici particolarmente gratuiti. Ma il cuore pulsante del format, ovvero le interviste, non cambiano e il risultato è immediatamente garantito. La prima stagione in prima serata sfiora il milione di telespettatori di media e arriva al 5,51%. La prima puntata della 2a stagione in prime time vola al 10% di share, con Fabrizio Corona ospite e 1.637.000 telespettatori, chiudendo con una media di 1.186.000 telespettatori e il 7,17% di share.
La decima stagione partita lo scorso 2 aprile con Loredana Bertè, Matteo Salvini e Carla Bruni fa il picco storico del programma, con 1.815.000 telespettatori e il 10,38% di share. 7 giorni dopo quel picco viene frantumato da Fedez, Alessandro Borghi e Francesca Cipriani, con una 2a puntata che vola ai 2.213.000 telespettatori, con il 12,55% di share. Record di sempre. Per la prima serata di Rai2 è oro colato. Terza rete nazionale più vista dopo Canale 5 e ad un niente da Rai1.
Il trionfo di Francesca Fagnani
Nato nicchia, Belve è diventato cult. In pochi anni Francesca Fagnani ha inventato non solo un format ma un nuovo stile, disegnato una nuova intervista, in grado di formarsi partendo proprio dalle precedenti dichiarazioni rilasciate negli anni dai propri intervistati. Citare per approfondire, sporcarsi le mani, far emergere il non detto, rimarcare incongruenze, giocando anche con l'ironia tipicamente romana. Al suo cospetto sono cadute decine di maschere, con i più improbabili personaggi in lacrime, una volta arrivati al termine di una conversazione che oscilla tra l'interrogatorio, la chiacchiera da bar e la seduta psicanalitica. Pungente e graffiante, Fagnani non fa prigionieri. Nel corso delle varie edizioni ha probabilmente perso per strada quella genuinità che agli esordi la vide dare forma a interviste memorabili, ma il suo marchio di fabbrica è rimasto intatto, con quel'agendina rossa stracolma di virgolettati, da prendere e rivoltare come un calzino, sempre con lei.
A Belve, oramai, vogliono andarci tutti. O quasi. Perché essere intervistati da Francesca Fagnani fa curriculum vitae. Sei anni fa, quando Annamaria Bernardini de Pace inaugurò il format, era qualcosa di inimmaginabile. Bisognava semplicemente resistere, continuare a seminare, a rosicchiare ogni decimale Auditel, a gonfiare la famigerata "bolla social" e aspettare la sua esplosione. Che è ora finalmente arrivata, con pieno merito. Perché sei anni dopo possiamo tranquillamente dire che senza Belve non ci sapremmo più stare.