Anna, la recensione: Monica Guerritore e la difficile sfida di raccontare Magnani

È stato presentato alla Festa del Cinema di Roma il lungometraggio diretto e interpretato da Monica Guerritore e interamente dedicato alla figura, iconica ed eterna di Anna Magnani. Al cinema dal 6 novembre.

Una scena del film

Raccontare un'icona è sempre un processo complicato, se poi quell'icona è una donna infinitamente complessa e amata come Anna Magnani tutto si complica a dismisura. Anna è il tentativo di Monica Guerritore di mostrare al pubblico una Magnani umana e fragile, una donna autentica segnata dalla vita e con delle aspirazioni forti, artista tormentata che fa della settima arte e del teatro la sua ragione d'esistere.

La regista e interprete costruisce quindi un lungometraggio sugli ultimi anni di carriera del mostro sacro del cinema italiano, raccontandone i traguardi altissimi così come gli anni più insoddisfacenti, tenendo sullo sfondo una Roma magica, quasi onirica, un luogo senza tempo dove ricordare pezzi di vita, strazianti separazioni e umane pulsioni.

Anna Magnani e Roma

Anna Monica Guerritore Frame
Monica Guerritore nei panni di Anna Magnani

È il 21 marzo del 1956 e Anna Magnani ha appena vinto l'Oscar come miglior attrice protagonista per La rosa tatuata, ma non è andata in America a ritirarlo, timorosa del viaggio in aereo. È rimasta quindi nella sua Roma, circondata dai gatti e dalle persone che la conoscono da sempre. La città eterna diventa quindi in parte palcoscenico, un luogo ai limiti del reale, onirico e misterioso dove Anna ripercorre momenti cardine della propria vita, incontrando i volti notturni che popolano i vicoli: paparazzi, netturbini, prostitute e persino il drammaturgo Tennessee Williams. Il film va così avanti e indietro nel tempo raccontando una donna che, nonostante reciti per vivere, rimane sempre autentica con il mondo ma, forse, meno con sé stessa.

Un film rigoroso

Anna è un film estremamente rigoroso, sia nella scrittura che nella messa in scena. Magnani appare profondamente umana e fragile, ce ne rendiamo conto mentre cammina nei solitari vicoli di Roma, stanca e tormentata dal passato e dal presente. Quei momenti costituiscono la parte più riuscita dell'opera, anche la più comunicativa: scene nelle quali mostrare la sua apparente immobilità, le sue insicurezze e il peso di una vita che non è stata solo applausi e riconoscimenti ma anche dolore, affetti incerti e scelte difficili.

Anna Monica Guerritore Immagine
Un momento del film Anna

Purtroppo raggiunta la metà questo aspetto viene messo un po' da parte per far viaggiare la narrazione verso uno stile di biopic più classico e lineare. Monica Guerritore, in veste anche di attrice, sceglie di caratterizzare la sua protagonista mettendole in bocca battute precise e compassate che, in certi momenti, vanno in contrasto con la Magnani più impulsiva e colloquiale, in un registro interpretativo poco chiaro e a tratti fuorviante.

Un'opera per amanti del cinema

Come accennato prima il rigore si percepisce anche nella resa tecnica e nel montaggio. Ogni scena, che sia in esterno o in interno, viene ripresa e recitata in modo estremamente teatrale, con immagini dalla composizione impeccabile: una scelta stilistica interessante, considerato anche il personaggio raccontato, che però, man mano che il film procede lo incasella in una dimensione così rigida e austera che inevitabilmente viene sottratto spazio alla componente più emotiva, quella che dovrebbe far avvicinare lo spettatore alla protagonista e che invece la fa percepire come una figura distante e sfuggevole.

Anna Monica Guerritore Tommaso Ragno
Una foto di scena del film

Anna non ci da molte informazioni sull'attrice, sulla sua carriera o sulle vicende personali: sceglie di raccontarcela attraverso i suoi ultimi anni di vita e di carriera e così facendo da per scontato che chi guarda abbia contezza di molte delle vicende, anche personali, che la riguardano. Un'opera un po' più per cinefili, quindi, che mira a celebrare con rispetto e una certa reverenza, una delle figure più importanti del cinema italiano e internazionale, una donna complicata e malinconica, un'artista senza pari divisa tra luci e ombre.

Conclusioni

Anna è un film con una missino estremamente difficile: raccontare una vita intensa e un'attrice straordinaria come Anna Magnani. Per farlo la pellicola di Monica Guerritore sceglie quindi un approccio teatrale e rigoroso, sia nella scrittura che nella messa in scena, lasciando però una distanza forse eccessiva tra lo spettatore e la figura complessa e tormentata dell'icona del cinema. Immagini dalla composizione impeccabile e dialoghi un po' troppo compassati tentano quindi di delineare una Magnani che sfugge e le cui vicende, passate e presenti, possono essere comprese con efficacia da chi di storia del cinema non è completamente a digiuno.

Movieplayer.it
2.5/5
Voto medio
N/D

Perché ci piace

  • La Roma mostrata: onirica, silenziosa e malinconica.
  • Le immagini curate e d'impatto.

Cosa non va

  • Una scrittura un po' troppo rigorosa e austera.
  • Una messa inscena teatrale e a volte troppo fredda.