Cosa ci viene in mente quando pensiamo ad Alfred Hitchcock? I più studiosi si ricorderanno del famoso e imprescindibile libro di interviste con François Truffaut, quell'indimenticabile Il cinema secondo Hitchcock, che in una sola lettura descrive l'opera del regista inglese e sviscera i segreti di realizzazione di un film; ai più ludici verranno in mente i cameo di Sir Alfred all'interno dei suoi film che, con l'umorismo che lo caratterizzava, amava ritagliarsi una comparsata, a volte bene in vista a volte davvero nascosta, dando vita a un gioco che attraversa gran parte della sua filmografia; i più cinefili penseranno subito alla straordinaria tecnica cinematografica presente nei suoi film: da film realizzati completamente in piano sequenza o in soggettiva, al ritmo del montaggio, la scelta delle inquadrature curata al millimetro o la cura fotografica. E ancora i più alternativi penseranno al primo periodo inglese del regista, quando Hitchcock era famoso per i suoi film romantici, oggi più o meno poco ricordati. Perché se c'è un elemento a cui invece tutti pensiamo è quello della tensione, a volte della paura, dei gialli, dei thriller, degli assassini misteriosi, dei colpi di scena. Alfred Hitchcock ci ha lasciato in eredità una filmografia di straordinarie pellicole immortali che, alcune a distanza di quasi novant'anni dalla loro uscita, non smettono di appassionare. Sì, guardando un film di Hitchcock è quasi impossibile staccare gli occhi dallo schermo o annoiarsi, si è catapultati in storie fatte di pulsioni (o paure) primordiali che non hanno perso un grammo della loro forza. Pochi cineasti sono riusciti a dare un contributo così fondamentale alla storia del cinema ed è per questo motivo che, a quarant'anni dalla morte del regista, abbiamo deciso di celebrare la sua figura selezionando per voi quelli che riteniamo i 12 migliori film di Alfred Hitchcock.
12. Il delitto perfetto (1954)
Particolarità de Il delitto perfetto è quella di essere stato pensato e realizzato in 3D nonostante all'epoca dell'uscita la nuova tecnologia fosse ormai già in fase calante. La prima metà della storia ruota attorno a un omicidio ben organizzato da parte di un uomo geloso, ma non tutti i dettagli vengono sistemati come dovrebbero. L'omicidio che avviene a metà film (l'unico momento di spettacolo del 3D in un film ambientato in interni: le forbici utilizzate dall'assassino sembrano raggiungere direttamente lo spettatore) dà inizio alla seconda parte del film che è tutta basata su un crescendo di tensione quando l'alibi dell'assassino inizia lentamente a essere messo in discussione dall'investigatore.
11. Il pensionante (1927)
Prima vera pellicola del regista ad avere a che fare con le atmosfere del thriller, Il pensionante è un film muto che sembra appartenere al filone dell'espressionismo tedesco grazie a una fotografia ben contrastata che dona al film un'estetica particolare. Una figura di nome Il Vendicatore che richiama Jack lo squartatore sta terrorizzando Londra uccidendo solo ragazze bionde. I sospetti ricadono su un pensionante eccentrico che abita in una camera in affitto, misterioso e che tende a uscire vestito di nero nel cuore della notte. Sarà davvero lui l'assassino? Una giovane ragazza bionda proverà a scoprire la verità, forse innamorandosi del misterioso pensionante, forse rischiando la vita.
10. L'uomo che sapeva troppo (1956)
Remake americano dell'omonimo film inglese girato dallo stesso Hitchcock circa vent'anni prima, L'uomo che sapeva troppo con James Stewart e Doris Day è un piccolo classico del cinema di spionaggio. Confrontare i due film mette in luce la padronanza del mezzo che il regista inglese ha acquisito con gli anni: un po' più lungo dell'originale, molto simile nella struttura e negli eventi, ma con una gestione del ritmo e della tensione da manuale, il film racconta le disavventure dei coniugi McKenna alle prese con il tentativo di evitare l'assassinio di un uomo di stato. Indimenticabile la sequenza ambientata alla Royal Albert Hall: un vero e proprio capolavoro di tensione e suspense.
9. Caccia al ladro (1955)
Cary Grant, insieme a James Stewart vero e proprio simbolo del protagonista dei film di Hitchcock, e Grace Kelly sono i protagonisti di Caccia al ladro, un divertente inseguimento tra gatto (questo è anche il nome del ladro del titolo) e topo. Ritiratosi da tempo, John Robie chiamato "Il Gatto" è costretto ad abbandonare la sua vita tranquilla sulle colline della Costa Azzurra per scoprire l'identità di ladro che usa i suoi stessi metodi (geniale il gioco di parole originale: the cat e copycat, copione). La scena memorabile? Tutta la sequenza alla festa in maschera dove Hitchcock gioca sul doppio e le identità (un fil rouge che lega molti suoi film).
8. Nodo alla gola (1946)
Compiere un omicidio solo per il gusto di farlo. È questa l'idea che sta alla base di Nodo alla gola, film girato interamente in piano sequenza (sono presenti dei tagli nascosti, ma nessuna bobina poteva catturare più di dieci minuti di girato all'epoca) e primo film a colori del regista. Poco prima di un ricevimento, due conviventi amici, forse amanti, strangolano un loro amico e lo nascondono in un baule dove verrà imbandita la tavola del party. Un professore (James Stewart qui alla sua prima collaborazione con Hitchcock) inizierà a sospettare dei due ragazzi. Vero e proprio manuale di regia, Nodo alla gola non fu un grosso successo all'epoca salvo poi essere rivalutato come una delle migliori opere di Alfred Hitchcock.
Nodo alla gola: perché è uno dei film più rivoluzionari di Alfred Hitchcock
7. Gli uccelli (1963)
Forse l'ultimo grande film del regista, Gli uccelli - va detto - non ha dalla sua un ritmo indiavolato, elemento che può mettere a dura prova lo spettatore contemporaneo soprattutto nella prima parte del film. Però quando ingrana diventa un vero e proprio film del terrore dove i protagonisti sono totalmente impotenti di fronte alla minaccia della natura tanto che sembra anticipare la nuova corrente del cinema horror che nascerà, anni dopo, a fine decennio, con George A. Romero e i suoi zombi. Sperimentale persino nella colonna sonora composta unicamente dallo sbattere delle ali e dai rumori degli uccelli.
6. Notorious l'amante perduta (1946)
Spionaggio e romanticismo sono gli ingredienti di Notorious l'amante perduta con protagonisti Cary Grant, un agente segreto, e la mai così splendida Ingrid Bergman che deve smascherare un complotto filonazista. Sarà costretta a sposarsi col capo di questo complotto, una sua vecchia fiamma, nonostante nel frattempo si sia innamorata dell'agente segreto con cui lavora. Il film unisce la storia di spionaggio (anche in questo caso, la padronanza della tensione di Hitchcock è da manuale) con il menage amoroso risultando una via di mezzo tra il thriller e la commedia romantica. E a proposito di romanticismo, la famosa scena romantica a inizio film entrò nel guinnes dei primati come bacio più lungo della storia del cinema (ben tre minuti).
5. Intrigo internazionale (1959)
Roger Thornill (ancora Cary Grant) viene scambiato da due uomini per George Kaplan, rapito e torturato. Inizia così Intrigo internazionale uno dei migliori (e più lunghi) film di Alfred Hitchcock, vero e proprio punto di arrivo del suo filone di film di spionaggio (i successivi della tarda filmografia, infatti, come Topaz o Il sipario strappato replicheranno modelli già affrontati). Due le sequenze veramente indimenticabili: la lunga sequenza in campagna dove Thornill viene attaccato da un aeroplano, sequenza di quasi dieci minuti, completamente muti, che rompe gli stilemi del cinema di suspense inserendo la minaccia in campo aperto e ben illuminato, e la sequenza finale con l'inseguimento sul monte Rushmore tra i volti dei Presidenti d'America che si conclude con un'immagine "impertinente" che lascia ben poco spazio all'immaginazione.
Intrigo internazionale: il più hitchcockiano dei film di Alfred Hitchcock
4. Rebecca, la prima moglie (1940)
Vincitore dell'Oscar per il migliore film, Rebecca, la prima moglie è, di fatto, una storia d'amore gotica con i fantasmi. Inizia con una soggettiva ambientata nel mondo dei sogni da cui parte un lungo flashback (quindi il racconto di qualcosa che è passato) che racconta, inizialmente come una fiaba, poi via via incupendosi sempre più, la storia di una ragazza (Joan Fontaine) alle prese con gli scheletri nell'armadio del suo novello sposo, un ricco signore che vive in una villa aristocratica, rimasto vedovo. Il fantasma (inteso come ricordo) della moglie morta sembra perseguitare la ragazza, continuamente paragonata alla vecchia compagna del padrone di casa. Non mancheranno, nemmeno in questo caso, colpi di scena che capovolgeranno l'intero film.
Rebecca, la prima moglie: la storia d'amore e di fantasmi di Alfred Hitchcock
3. La finestra sul cortile (1954)
Sotto la patina del thriller, La finestra sul cortile è un vero e proprio manifesto dell'arte cinematografica, del rapporto che intercorre tra film e spettatore, della perversione voyeuristica del protagonista Jeff (ancora James Stewart) rendendoci di fatto legati a lui. Costretto su una sedia a rotelle, Jeff spia il vicinato con un binocolo e una macchina fotografica. Un urlo di una donna nel cuore della notte lo convince che sia avvenuto un delitto a cui vuole trovare risposte. Tecnicamente il film è un'opera magistrale: Hitchcock non è mai stato così ispirato e ogni inquadratura è calibrata al millimetro. Elogio dello sguardo e del rapporto tra vita e cinema, Jeff è un vero e proprio regista che sceglie le immagini, i tempi, i ritmi fino a creare una sua storia di finzione personale.
2. Psyco (1960)
C'è ben poco di nuovo da raccontare per presentare Psyco, un classico del cinema reso immortale dalla famosa scena dell'omicidio sotto la doccia (e dalla musica di Bernard Herrmann) che tanto turbò gli spettatori dell'epoca: mai era successo che la protagonista morisse dopo quaranta minuti di film. Imprevedibile sia nello sviluppo che nel finale, Psyco è un vero e proprio film dell'orrore dove l'atmosfera malsana, la violenza veramente esplicita (per essere un film del regista inglese) e le inquadrature "storte" comunicano un senso di perturbante e rendono il film perversamente affascinante. Se Janet Leigh è rimasta nella memoria come la giovane (ed erotica) Marion Crane, è il Norman Bates di Anthony Perkins che non smette di incutere timore. Come ne Gli uccelli, il film successivo di Hitchcock, Psyco sembra presagire il nuovo filone dell'horror americano degli anni Settanta, quello che darà fortuna a Wes Craven e Tobe Hooper rappresentando il male nella normalità quotidiana.
1. La donna che visse due volte (1958)
Non poteva che essere La donna che visse due volte sul gradino più alto del podio di questa nostra classifica. Nel film con James Stewart e Kim Novak c'è il manifesto più alto dell'opera di Alfred Hitchcock: ci sono la perversione umana, il gioco dei doppi, gli incubi e le fobie dell'inconscio, l'importanza del voyeurismo, la riflessione tra cinema e vita, ma anche - come in Rebecca - il lascito dei fantasmi che perseguitano il vivente. Madeleine o Judy? Una o entrambe? Quale quella vera e quale quella fittizia? La realtà si tramuta in un sogno, confondendosi senza soluzione di continuità (non è un caso che sia uno dei film preferiti da David Lynch). A partire dal titolo originale, Vertigo, il film è un viaggio nella psiche del protagonista, demiurgo per la creazione di una donna bionda perfetta che comporterà una caduta vertiginosa nella follia.
La donna che visse due volte: il film di Alfred Hitchcock tra ossessioni e vertigini