Attrice di appeal internazionale e dalla bellezza nota, Alexandra Maria Lara è stata fortemente voluta da Spike Lee per Miracolo a Sant'Anna e da Uli Edelper il drammatico La banda Baader Meinhof. Nata in Romania, è emigrata in Germania con i genitori all'età di quattro anni. Sul set di Control, biopic dedicato a Ian Curtis, compianto leader dei Joy Division, ha incontrato il suo attuale marito, Sam Riley. In Nachtlärm, sorta di Fuori orario in salsa svizzero-tedesca interpreta una madre esasperata dall'irrequietezza del figlio neonato, capace di addormentarsi solo in un'auto che va a 80 km all'ora e costringendo i neogenitori a rinunciare al sonno per scarrozzarlo in giro per la Svizzera. Ma una notte l'auto, con figlio incluso, viene rubata da due sbandati e per la coppia di genitori cominciano i guai. Alexandra Maria Lara è ospite del Festival di Locarno insieme al regista Christoph Schaub, che da buon svizzero gioca in casa, e al collega Sebastian Blomberg:
Nachtlärm è un film denso di avvenimenti, pieno di violenza anche inaspettata. E' un ritratto della società in cui viviamo oggi?
Christoph Schaub: Naturalmente è principalmente finzione, è una storia inaspettata, ma per certi versi è anche realtà perché comunque il film è ispirato a fatti di cronaca.
Christoph Schaub: La Svizzera viene considerata calma e pacifica, ma non è detto che ogni tanto non accada qualche avventura anche qui. In questo film abbiamo scelto di estremizzare la situazione per vedere le reazioni dei due protagonisti in un contesto altamente drammatico.
La cosa strana è che nel film a essere aggredite sono solo le due donne..
Christoph Schaub: La violenza maggiore proviene da un'arma e a un certo punto del film l'arma sbuca fuori. Spesso purtroppo nella realtà la violenza viene compiuta da parte degli uomini sulle donne. Noi ci siamo attenuti ai fatti.
Focus del film è un nucleo familiare. Nachtlärm mostra cosa accade in una famiglia quando le cose vanno male.
Sebastian Blomberg: La struttura del film è duplice. Da una parte vi sono i problemi interni al nucleo familiare, che rappresentano il motore della vicenda, e dall'altra le dinamiche di una coppia alla ricerca del figlio perduto costretta a scontrarsi con il caos del mondo. Gran parte del film è ambientata in una macchina e questo è stato molto interessante perché noi attori eravamo costretti a stare in uno spazio ristretto. Alla quarta settimana di riprese non ne potevamo più, per ore stavamo seduti in macchina e guardavamo i tecnici che sistemavano le luci e preparavano il set. Abbiamo lavorato in gran parte davanti al green screen. Eravamo incapsulati in questa scatola e giravamo soprattutto di notte. Ho scoperto che guidare una macchina non è una cosa così espressionista come si crede, mentre fingi di guidare devi ascoltare cosa dice la moglie, seguire la situazione, fingere di dover evitare gli ostacoli. E' stato molto difficile.
Alexandra Maria Lara: Prima delle riprese abbiamo fatto una settimana di prove. Volevamo alzare il livello, essere convincenti trovando il giusto equilibrio. Dovevamo anche creare un'alchimia tra le varie personalità in azione e il regista ci ha aiutato ad amalgamare il tutto. La paura maggiore era la ristrettezza dello spazio in cui operavamo. E' stato un sollievo arrivare al pascolo e uscire dall'automobile.
Potete raccontarci qualcosa del bambino che è uno dei protagonisti del film?
Alexandra Maria Lara: Gestire il bambino che interpreta Tim è stato bellissimo, ma anche terrificante. Era un bambino di ottimo umore e per farlo piangere dovevamo aspettare delle ore. Quando strillava era una sofferenza perché non lo potevamo prendere in braccio. Il bambino è il vero protagonista, ha dieci mesi ed è affascinante guardare cosa fa, vedere le espressioni che passano sul suo volto. Per farlo piangere iniziavamo a girare alle nove di sera, ora in cui di solito lui mangiava, così iniziava a piangere e non appena avevamo finito le riprese lui mangiava. La mamma era sempre presente sul set con noi quindi è stato tutto molto controllato.