Aspettando Portobello: Alberto Barbera e Marco Bellocchio dialogano all'Italian Global Series Festival

Alberto Barbera e Marco Bellocchio hanno dialogato su cinema, serialità e nuove narrazioni, in un incontro nel quale analizzare il nuovo rapporto tra serie tv e sale.

Una foto di Marco Bellocchio

Nell'ultimo decennio la serialità televisiva sta assumendo sempre di più i connotati del cinema: grandi registi si sono sempre più di frequente interessati a questo tipo di narrazione facendo uscire produzioni episodiche sempre più curate, spesso autoconclusive, ma che, rispetto ai lungometraggi cinematografici, trattano storie di più ampio respiro. È stato il caso di Paolo Sorrentino con The Young Pope, dei fratelli d'Innocenzo con Dostoevskij, di Alfonso Cuarón con Disclaimer, solo per citarne alcuni, e di Marco Bellocchio con Esterno Notte che raccontava uno dei casi di cronaca più drammatici e sconvolgenti della politica italiana: il rapimento di Aldo Moro.

Italian Global Series Festival Alberto Barbera
Una foto di Alberto Barbera

Ed è proprio con il regista che Alberto Barbera, direttore artistico della Mostra del Cinema di Venezia, ha dialogato per quasi un'ora all'Italian Global Series Festival. Una chiacchierata tra i due che li ha portati ad analizzare le nuove tendenze della serialità, italiana e non solo, interpretando anche le nuove esigenze di un pubblico che si fa forse più "casalingo" e quindi meno propenso ad occupare la sala cinematografica.

Una nuova percezione della serialità

La prima domanda di Barbera ha riassunto quella che sembrerebbe una nuova tendenza espressiva da parte di molti registi: "Le tue serie sono film lunghi, per così dire, quello che in gergo si chiamano miniserie. Le serie hanno un successo enorme, la gente a casa vede più serie che film ma la cosa interessante è che molti registi che prima realizzavano solo film si sono fatti attrarre dal fascino di questo linguaggio, di questa che è una nuova modalità di declinare la narrazione cinematografica. Anche le risorse finanziarie spesso sono molto maggiori rispetto a quelle riservate alla produzione cinematografica. Sbaglio a dire queste cose?"

Esternonotte Di Marcobellocchio Fabriziogifuni Ph Anna Camerlingo Ac Ep 1 Dsc3294 Sxxvp3V
Un'immagine di Esterno notte

Bellocchio che ha anche una serie di prossima uscita, Portobello, della quale ancora non può parlare ha così risposto:"Sul piano economico, parlo dell'Italia, le serie sono più economiche dei film, però posso parlare solo per esperienza personale. Tutto nasce dall'interesse di raccontare una certa storia. Ho capito che le due storie che volevo trattare avevano bisogno di più tempo, una cadenza diversa. Poi ho la mia età, di certo non cambio più, lo sguardo rimane lo stesso. Mi colpiscono le serie americane che hanno un momento nella puntata volto a ravvivare l'attenzione dello spettatore, è un espediente che si usa meno nel cinema rispetto alla tv."

Le serie al cinema

Dj 121 Copy
Una scena della serie Dostoevski

Anche se sempre più pubblico sembra essere migrato dalla sala alla piattaforma, preferendo un tipo di fruizione forse più bulimica, da noi, in qualche modo, le serie sembrano tentare l'opera inversa, ovvero quella di conquistare la sala, in quanto appartenenti a pieno titolo alla settima arte. Esterno notte è stata la prima, infatti ad essere proiettata nei cinema in due parti, per poi essere seguita da Dostoevskij e L'Arte della Gioiaa di Valeria Golino. Che ne pensano allora Marco Bellocchio e Alberto Barbera di questa controtendenza?

"Nel momento in cui non c'è più contrapposizione tra i due universi, che fino a un certo tempo fa si consideravano separati, è chiaro che avvenga una trasmigrazione continua dall'una all'altra parte. Poi la gente non è più è abituata a vedere una puntata per poi aspettare la settimana dopo, ma guarda gli episodi magari tutti insieme, in una giornata di pausa, la domenica per esempio. 10 episodi senza interruzione, quindi perché non andare al cinema a vedere la metà di una serie che magari dura 3-4 ore? È una cosa che oggi si può fare, una volta forse era un'eccezione e adesso non lo è più, quindi non c'è da stupirsi. Credo assisteremo sempre di più probabilmente a passaggi in osmosi di questa natura."

L'innovazione nell'ambito delle serie

E dopo aver parlato della fruizione casalinga di film e serie Bellocchio ha ribadito come alcune serie recenti siano risultate particolarmente brillanti e nuove nell'affollato panorama seriale: "Ci sono serie che ho molto ammirato, però ogni storia ha un suo tempo interno e infatti ci sono serie che durano venti, trenta, cinquanta puntate. La prima serie di Paolo Sorrentino, ad esempio mi è sembrata molto originale, oppure la serie dei fratelli D'Innocenzo ha una sua originalità che sfida le banalità di serie più classiche. Nel mio quotidiano non vedo molte serie ma c'è Francesca, mia moglie, che è appassionata. Non sarei capace poi di vedere 5 sei ore consecutive. La serie la posso spegnere e andarmene, mentre quando vado al cinema a meno che il film non mi disgusti mi costringo a vederlo fino alla fine."

Esterno Notte Ph Anna Camerlingo 7
Fabrizio Gifuni in Esterno notte

Di Portobello, invece, la sua serie in lavorazione sulla vita di Enzo Tortora, il regista non parla, ma spigolato dalle domande dei giornalisti ha confermato ancora una volta la stima che nutre verso Fabrizio Gifuni, interprete di Tortora e in passato dell'Aldo Moro di Esterno Notte: _"Amo lavorare con degli attori che siano grandi interpreti ma anche grandi lavoratori dei testi e che alla fine danno dei risultati straordinari."