Dopo aver seguito per quattro anni, con reciproca soddisfazione, le scorribande nel nome del karma di Earl Hickey e della sua improbabile famiglia allargata, ritroviamo il creatore di My Name is Earl Greg Garcia alle prese con un nuovo progetto caratterizzato dalla stessa freschezza e dallo stesso umorismo dissacrante: ma scordatevi ragazze con una gamba sola, piccoli criminali psicopatici e freak assortiti, perché qui nell'occhio del ciclone c'è l'essere più indifeso e innocente che si possa immaginare: una bambina di pochi mesi. La piccola è frutto dell'incontro occasionale tra il ventenne spiantato Jimmy e un'attraente biondina che si rivelerà una pericolosa serial killer ricercata dall'FBI: quando Jimmy la rivedrà dopo il suo arresto, la bella Lucy è pesantemente gravida e in attesa dell'esecuzione capitale. In pochi mesi Jimmy si ritrova così padre single di un'infante resa orfana dalle istituzioni, e costretto convincere i suoi riluttanti e bisbetici genitori a farsi carico della piccina. Così Princess Beyoncé diventa Hope ("speranza"), un nome beneaugurante, e c'è da dire che tra l'inettitudine del padre, la noncuranza dei nonni, la demenza senile dell'anziana Maw Maw e le difficoltà economiche, la piccola ne ha davvero bisogno; ma non temete, Hope ne uscirà (più o meno) incolume, e il suo arrivo sarà foriero di cambiamenti (più o meno) positivi per l'intero, strampalato nucleo familiare.
Come in My Name is Earl, Garcia ci conduce in un'America grottesca di diseredati e zotici, ma lo fa senza cinismo e con atteggiamento affettuoso e divertito che ci permette di ridere di loro e allo stesso tempo scoprire un'umanità vitale e sincera. Lo assiste in questa nuova impresa un cast azzeccato che vede in testa l'emergente Lucas Neff nei panni di Jimmy, i divertenti Martha Plimpton e Garret Dillahunt e una Cloris Leachman incredibilmente spassosa nei panni della nonna con il vizio del fumo e dell'esibizionismo. E poi, naturalmente, c'è lei, la piccola Hope, che assicura un livello di cute factor costantemente alle stelle, e una nutrita schiera di guest star che movimentano le storyline isolate, tra cui Mary Lynn Rajskub, Amy Sedaris e naturalmente l'eroe di My Name is Earl, Jason Lee, nei panni di un musicista scoppiato protagonista di un flashback su un episodio della vita della famiglia Chance. Aiutami Hope è dunque una family comedy a tutti gli effetti, una sorta di versione eversiva, sgangherata e working class di Modern Family, per utilizzare un riferimento attualmente in programmazione, con tanto cuore e humour da vendere, e una realizzazione tecnica piuttosto curata per una sit-com che la rendono adatta anche ai palati più esigenti; da evitare, invece, per chi ha scarsa tolleranza per le gag che includono situazioni potenzialmente pericolose per i bambini: il titolo dello show, nelle prime fasi della lavorazione, era Keep Hope Alive. Cuori di mamma, vi abbiamo avvertito!Aiutami Hope: fiocco rosa a casa Chance
Dal creatore di My Name is Earl, un'altra sit com ambientata nel colorito mondo hillbilly che coniuga comicità eversiva e scatenata a momenti di grande tenerezza e intimità familiare.